The Joneses, recensione in anteprima

I Jones, nuova famiglia arrivata in un quartiere popolato dalla media alta borghesia, hanno tutto ciò che ogni persona potrebbe desiderare: Steve (David Duchovny), il capo famiglia, cambia automobili di lusso ogni settimana, gioca magistralmente a golf, veste bene e ha il megaschermo più grande di tutti; Kate (Demi Moore), la moglie di Steve, è sempre alla moda, conosce ogni tipo di prodotto di bellezza e la sua cucina fa invidia a quella dei migliori chef; Jenn (Amber Heard), la figlia, indossa solo capi firmati, possiede ogni tipo di gioiello e accessorio, nonché i trucchi più esclusivi; Mick (Ben Hollingsworth), il figlio, ha sempre i videogiochi più nuovi, gli accessori più tecnologici in commercio e le attrezzature sportive più in voga.

L’unico problema dei Jones, che nessuno deve scoprire, è che dietro la facciata di famiglia felice, amorevole e perfetta, si nasconde in realtà un gruppo di esperti venditori, senza legami di sangue, ingaggiati da una società per creare tendenze e mode che i facoltosi vicini seguano. Il meccanismo è perfetto: non preoccuparsi di essere, ma solo di apparire; gestire il proprio target (donne, uomini, ragazzi e ragazze) senza intralciare il collega e senza far saltare la copertura. Tutto sembra andare per il verso giusto: le vendite aumentano in fretta, anche perché i loro vicini Larry (Gary Cole) e Summer (Glenne Headly) diventano inconsapevolmente loro complici, fino a quando …

The Joneses è una commedia drammatica scritta e diretta dall’esordiente Derrick Borte, che porta all’estremo il concetto del sogno americano e del consumismo di massa, mostrando la cruda realtà allo spettatore: creando invidia e aspettativa si vende, a prescindere dalla qualità del prodotto, uno stile di vita.

The Joneses è ben pensato, volutamente esagerato in tutti i sensi, dall’eccessiva ostentazione che fa a pugni con la reale vita dei personaggi, alla conclusione che è diametralmente opposta all’incipit, ma a volte troppo forzato e prevedibile: il ritmo sale costantemente, ma la storia quando potrebbe decollare definitivamente non cambia passo e prosegue senza sussulti verso un finale shock ammorbidito da un secondo finale che accontenta tutti coloro che hanno bisogno del lieto fine per poter essere soddisfatti del film visto.

Concludendo: se cercate un film di satira pungente, intelligente, ben recitato, capace di mettere a nudo le astuzie del marketing usate dalle aziende per convincere il consumatore ad acquistare i prodotti, e non temete un finale stile Hollywood allora non potete perderlo.