A history of violence, Fuori dal mondo, Prima o poi mi sposo, Lo chiamavano Bulldozer, La finestra sul cortile, Sceriffo senza pistola, Questo piccolo grande amore, stasera in tv

Un martedì pieno zeppo di pellicole di primordine, quello che si presenta in televisione in prima serata al fine di rendere ancor più piacevole questo inizio di settembre. Le vacanze sono agli sgoccioli e sono sempre di più gli italiani che scelgono di trascorrere due ore a contatto col piccolo schermo e con le sue pellicole.

la finestra sul cortile

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Bomber, recensione

Bud Graziano  (Bud Spencer) lavora su una barca da pesca, ma in realtà è un ex-pugile che ha calcato il ring da campione conosciuto nell’ambiente come Bomber, sino a che non si ritrova senza un lavoro e ad allenare in una scalcinata palestra improvvisata frequentata da un gruppo di volenterosi, ma decisamente negati atleti capitanati da Jerry (Jerry Calà), quest’ultimo salvato da Bomber durante un pestaggio di cui era la vittima designata gli chiede di trovare qualcuno che possa sfidare l’allenatore della palestra avversaria, il losco e scorretto sergente Rosco Dunn (Kallie Knoetze).

Bomber troverà il suo campione durante una rissa scatenata dai militari in un bar, Giorgio Desideri  (Stefano Mingardo) per gli amici Giorgione è un talento naturale con nessuna esperienza sul ring o preparazione atletica, ma alcuni colpi ben assestati mostrano all’ex-pugile un boxeur grezzo ma con indubbie doti da knock-out, convinto il ragazzo per lui inizierà una dura preparazione.

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Film parodia di Quella sporca ultima meta, L’altra sporca ultima meta

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Qualche post fa vi avevamo parlato di Mean Machine, comedy-sportiva inglese che parodiava il genere prison-movie utilizzando il classico Quella sporca ultima meta di Robert Aldrich come film di riferimento e sostituendo lo sport giocato nel film, il football americano, con il calcio.

Oggi invece vi parliamo del remake ufficiale del classico con Burt Reynolds, L’altra sporca ultima meta che già dalla scelta del protagonista e del regista lascia intuire la deriva comedy presa dall’intera operazione, che smussa abbondantemente il lato drammatico dell’originale, rispettando però lo script del ’74.

Il regista Peter Seagal, all’attivo una corposa filmografia comedy che vede oltre al terzo capitolo de La pallottola spuntata anche i più recenti 50 volte il primo bacio e Agente Smart-Casino totale, sfrutta appieno la vis comica di Adam Sandler che già aveva affrontato il campo della comedy-sportiva con lo spassoso Un tipo imprevedibile di Dennis Dugan e l’edificante Waterboy di Frank Coraci.

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Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre, recensione

Uno sceriffo extraterrestre, poco extra e molto terrestre

Nella cittadina americana di Newman nella boscosa Georgia c’è la singolare abitudine di vedere a destra e a manca dischi volanti, luci nel cielo e via  discorrendo, l’unico che sembra non aver nessuna intenzione di lanciarsi in questa corsa all’avvistamento UFO, sembra essere il nerboruto e scettico sceriffo della città (Bud Spencer) ben intenzionato a rimanere con i piedi per terra.

Ben presto però le solide convinzioni e lo scetticismo dello sceriffo verranno messe a dura prova, quando quest’ultimo si imbatterà in un ragazzino che sembra essersi smarrito, e che afferma di chiamarsi H-7-25 (Cary Guffey) e di aver mancato l’astronave con i genitori naturalmente extraterrestri, così dopo che il piccolo alieno avrà dato dimostrazione pratica dei suoi poteri tutt’altro che terrestri, anche lo sceriffo dovrà capitolare di fronte all’evidenza.

Il problema e che anche l’esercito è sulle tracce del ragazzino, e tenterà ripetutamente di rapirlo, a causa di un marchingegno che permette al ragazzino di manipolare spazio e tempo, toccherà naturalmente allo sceriffo liberare a suon di sberle H-7-25, e fare in modo che possa riunirsi ai suoi genitori.

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Lo chiamavano Bulldozer, recensione

Lo chiamavano Bulldozer

In una cittadina ligure approda con la sua barca un ex-campione di football americano soprannominato durante i suoi anni di agonismo Bulldozer per l’imponenza del fisico. e l’abilità nello stendere in un sol colpo schiere di giocatori avversari.

Bulldozer però non ha voglia di ricordare i tempi andati, vuole solo riparare la sua barca in panne e rimettersi in viaggio, lasciandosi alle spalle il periodo delle competizioni sportive abbandonato a causa di una serie di delusioni che lo hanno visto scoprire partite truccate e intrallazzi vari, costringendolo così ad abbandonare un sport che amava, ma in cui non si riconosceva più.

Scoperta la sua identità un gruppo di ragazzotti locali, in procinto di tirare su una scalcinata squadra di football americano, cercano invano di convincere Bulldozer a fargli da coach, ma lui non ne vuol sapere di tornare in campo.

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