Oscar 2013: chi ha vinto e chi ha perso

Il momento di tirare le somme sulla Notte degli Oscar appena trascorsa è arrivato. Viene da chiedersi chi ne esce a testa alta e chi invece sconfitto. Chi ha brillato? Chi ha demeritato? Quali erano le sensazioni a margine della serata? Andiamo, dunque, con ordine.

In fondo, molti di noi sapevano già. “Argo”, che ha battuto “Lincoln” portandosi a casa la Statuetta del Miglior Film nonché altre due statuette di minor valore, era arrivato alla notte degli Oscar in ‘pompa magna’, dopo aver già vinto tutto ciò che c’era da vincere.

Il suo trionfo, dunque, non è certo una sorpresa. Di contro, “Lincoln” era arrivato con ben 12 candidature al Dolby Theatre. Soltanto due di queste, una media pessima, sono state tradotte in Oscar. Spielberg e soci devono accontentarsi solo della affermazione (la terza in carriera) di Daniel Day-Lewis e della statuetta per la miglior scenografia. Poco male? No, poco e male.

Le foto dei protagonisti

C’è chi è riuscito, comunque, a fare di peggio: “Zero Dark Thirty”, anche esso candidato tra i Miglior Film, prevale solo nella categoria del montaggio sonoro. Povera Kathryn Bigelow! Resta, clamorosamente, a secco “Re della terra selvaggia”, apparsa alla vigilia come una delle possibili sorprese trattandosi di una pellicola di alta qualità.

Capitolo “Django Unchained”. Quentin Tarantino ha fatto un buon film. Ma i giurati dell’Academy of Motion Pitures, Art and Science hanno da subito messo dei paletti insormontabili. La sua versione dello spaghetti-western è stata estromessa dalle categorie che pesano sin dal momento delle nomination.

Ieri, però, “Django Unchained” si è portato a casa due premi molto imporanti: sceneggiatura originale, scritta proprio da Tarantino, e miglior attore non protagonista. Quest’ultima statuetta è appannaggio dell’immenso Christopher Waltz.

L’Amour trionfa

Si sapeva anche questo: “Amour” di Michael Haneke, candidata anche a miglior film in assoluto e alla migliore attrice, in virtù della straordinaria interpretazione dell’anziana Emmanuelle Riva, trionfa come migliore opera straniera. Meritato.

Musica, maestra

A modo suo ha vinto anche Barbra Streisand. Erano passati moltissimi anni dall’ultima apparizione agli Academy.

La regina della canzone americana è tornata, intonando il nostalgico brano “Come eravamo”. Lo ha fatto nella serata di Adele, vincitrice con la sua “Skyfall” della statuetta come Miglior Canzone.

Gino Strada felice solo a metà

Tra i corti documentari campeggiava “Open Heart”, dedicato alla attività in Sudan da parte di Emergency. L’opera, malgrado la presenza dello stesso Gino Strada al Dolby Theatre, non è riuscita però ad accaparrarsi l’ambito premio.

Bilancio

Appare, infine, interessante dare uno sguardo alle statistiche. Ecco quali erano i  film con più nomination e quante di queste si sono tradotte in statuette. Noteremo che “Lincoln” è stato letteralmente snobbato e che “Vita di Pi” è, forse, il film che esce a testa alta dopo questa edizione:

Vita di Pi: 4 su 11

Les Misérables: 3 su 8

Argo: 3 su 7

Lincoln: 2 su 12

Skyfall: 2 su 5

Django Unchained: 2 su 5

Il lato positivo – Silver Linings Playbook: 1 su 8

Amour: 1 su 5

Zero Dark Thirty: 1 su 5

Anna Karenina: 1 su 4

Oscar 2013: cosa ricorderemo di questa edizione

Era una sfida tra Argo e Lincoln, ma nell’aria il primo era il favorito sul secondo. E alla fine ha vinto. Trionfando. Il capolavoro di Ben Affleck, “Argo”, batte “Lincoln” e si porta a casa il premio Oscar come Miglior Film per questa avvincente edizione del 2013.

Tanto per non farsi mancare niente, “Argo” vince anche due statuette meno prestigiose ma comunque importanti: quella per la sceneggiatura non originale e quella per il montaggio.

E “Lincoln”?

Si diceva che Spielberg dovesse vincere l’Oscar per la Miglior Regia, che invece è stato appannaggio di Ang Lee per “Vita di Pi“.

Il film sul presidente che ha combattuto la schiavitù, concentrato sugli ultimi mesi della sua vita, trionfa. Ma non come ci si aspettava. Come da pronostici, Daniel Day-Lewis, che al Lincoln di Spielberg ha prestato il volto, vince l’Oscar come Miglior Attore Protagonista. Scontato.

Meno scontato è che il suo terzo Oscar di questa categoria vinto in carriera. Tra le donne il medesimo premio è andato a Jennifer Lawrence per “Il lato positivo”. Il suo, però, più che un trionfo è stato un tonfo, data la caduta rovinosa rimediata al momento di ricevere la statuetta.

Vita di Pi sconfigge l’italiano

Ci ricorderemo di questa notte degli Oscar 2013 per tante cose. Una di queste è indubbiamente la rivincita a sorpresa di Ang Lee, il quale si aggiudica la miglior regia per il suo “Vita di Pi”, e porta a casa nel complesso il maggior numero di riconoscimenti, quattro: gli altri sono fotografia, effetti speciali e colonna sonora. Con l’ultimo “Vita di Pi” batte l’unico candidato italiano, Dario Marianelli, autore delle musiche di “Anna Karenina”.

Seth MacFarlane sottotono, ‘salvato’ da Michelle Obama

Principalmente, però, sono i due momenti per i quali ricorderemo questa Notte delle Stelle.  Senza ombra di dubbio il primo concerne la presenza, assolutamente fuori programma, di Michelle Obama. Che sorpresa! Quando siamo giunti al momento della proclamazione del miglior film in gara, infatti, il Dolby Theatre si collega in diretta con la Casa Bianca. Sul maxi schermo del luogo in cui si svolge la cerimonia appare, in tutta la sua bellezza la first lady, in abito da sera, che apre la busta dell’Academy e annuncia la vittoria di Affleck.

Polemiche da Teheran

Non è tutto oro quello che luccica sulla statuetta ad “Argo” per il Miglior Film.

A Teheran, come prevedibile, non l’hanno presa bene. Le due agenzie stampa principali del Paese, Mehr e Fars, stigmatizzano il successo del film, ambientato nel Paese all’epoca del sequestro degli ostaggi all’ambasciata americana, poiché influenzato da motivazioni di natura politiche.

Così, anche Michelle Obama presente (secondo le agenzie in maniera non casuale) diventa bersaglio delle critiche.

Perché, si chiedono a Teheran, la Obama era presente proprio quando c’era da premiare un film anti-iraniano?

La presenza della moglie del Presidente Usa ha sicuramente risollevato le quotazioni di una cerimonia avvincente ma ‘incolore’. Ci si aspettava qualcosa in più già dal suo presentatore, Seth MacFarlane. Un pizzico di irriverenza e un po’ di coraggio non avrebbero di certo guastato.

La caduta di Jennifer Lawrence

Chi ha invece avuto bisogno di essere risollevata è Jennifer Lawrence, trionfatrice con il tonfo al momento in cui doveva salire sul palco e ricevere l’ambito riconoscimento come Miglior Attrice protagonista. La sua caduta (non è peraltro la prima volta che la Lawrence da spettacolo in questo senso) è sicuramente il secondo momento per il quale ricorderemo questa edizione degli Academy.

Oscar 2013: “Argo” batte “Lincoln”

Alla fine ce l’ha fatta “Argo” di Ben Affleck a vincere l’Oscar come miglior film. Steven Spielberg è il grande sconfitto. Ma questa edizione sarà ricordata per il grande equilibrio che ha regnato: non ci sono veri trionfatori. Ang Lee e il suo “Vita di Pi” portano a casa quattro Oscar, tra cui quello per la migliore regista.

Michelle Obama annuncia che “Argo” è il Miglior Film

Come nelle previsioni il premio Oscar per il miglior attore protagonista è andato a Daniel Day-Lewis per “Lincoln”, per lui terza statuetta vinta da protagonista, un record. La statuetta per la miglior attrice a Jennifer Lawrence per “Il lato positivo”.

Il premio Oscar per il miglior attore non protagonista è andato a Christoph Waltz per “Django Unchained”, l’attore austriaco ha battuto tutte le teste di serie della sua sessione: Robert De Niro, Philip Seymour Hoffman, Alan Arkin e Tommy Lee Jones.

Scontata anche la statuetta per miglior attrice ad Anne Hathaway per “Les Miserables”.

Per la miglior regia l’Oscar lo vince Ang Lee per “Vita di Pi”, mentre Tarantino si aggiudica il premio per la miglior sceneggiatura originale.

Tutti i premi Oscar 2013

L’attesa durava dal 10 gennaio, giorno in cui sono state annunciate le nomination delle varie categorie, proprio dallo stesso Seth MacFarlane in coppia con l’attrice Emma Stone.

Ora, i verdetti di una serata che ha festeggiato degnamente il cinquantesimo anniversario della saga dedicata a James Bond con un tributo.

Miglior film

Nomination:

Amour, regia di Michael Haneke

Argo, regia di Ben Affleck

Django Unchained, regia di Quentin Tarantino

Il lato positivo – Silver Linings Playbook (Silver Linings Playbook), regia di David O. Russell

Lincoln, regia di Steven Spielberg

Les Misérables, regia di Tom Hooper

Re della terra selvaggia (Beasts of the Southern Wild), regia di Benh Zeitlin

Vita di Pi (Life of Pi), regia di Ang Lee

Zero Dark Thirty, regia di Kathryn Bigelow

VINCITORE: Argo, regia di Ben Affleck

Oscar 2013: i bookmaker dicono “Argo”

Gli Oscar? Sembrano le elezioni italiane. Il favorito cambia di mese in mese. Così, quando la conquista della Premiership sembrava essere ormai appannaggio di Bersani ecco tornare sotto dalle retrovie Silvio Berlusconi.

Lo stesso può dirsi per gli Academy. Inizialmente “Lincoln” era uno dei favoriti ai prossimi Oscar, che saranno assegnati questa domenica a Los Angeles.

Argo?

Attualmente, però, di gran carriera “Argo” macina posizioni nelle statistiche fino a trovarsi in testa alla tabella dei bookmaker per la statuetta al Miglior film. Negli ultimi trenta giorni, il film diretto da Ben Affleck ha guadagnato tutti i premi più importanti assegnati alla vigilia degli Oscar. Così, ogni bookie dice che ad “Argo” andrà l’Oscar più prestigioso, sceso 1,14 sulla lavagna di Paddy Power, dinanzi al biopic di Steven Spielberg che, secondo i bookmaker, si consolerà con il premio alla Miglior regia (dato a 1,25) e al Miglior attore, Daniel Day-Lewis, (dato a 1,02).

Protagonisti

Appare di poco più alta la quota per Jennifer Lawrence, protagonista de Il lato positivo. L’Oscar come Migliore attrice è dato a 1,62.

Attori non protagonisti

Più combattuta è la lotta per la conquista del premio al Miglior attore non protagonista, con Tommy Lee Jones (“Lincoln”) a 2,20, seguito da Christoph Waltz (“Django Unchained”) a 2,50.

Attrici non protagoniste

Non ha rivali Anne Hathaway: l’Oscar come non protagonista per la sua interpretazione di Fantine nel kolossal “Les Miserables” vola basso a 1,02.

Amour

Ha poche chance per il premio al Miglior Film e per quello alla Migliore regia, ma “Amour” di Michael Haneke è in testa alla lavagna (a 1,03) per il Miglior film straniero.

Pixar vs Disney

Il duello tra Pixar e Disney si gioca per la statuetta al Miglior film d’animazione: “Ribelle – The Brave” è dato a 2,20, seguito da “Ralph Spaccatutto” a 2,25. Tra i cortometraggi, salgono le quotazioni de “Simpson: Maggie Simpson in the Longest Day”, dato 13,00, lontano anni luce dal cortometraggio “Paperman” a 1,33.

Oscar 2013: scatta il countdown

Possiamo partire con il conto alla rovescia. Mancano poco meno di tre giorni a domenica 24 febbraio, giorno in cui presso il Dolby Theatre di Los Angeles verrano consegnati gli ambitissimi Academy Awards, per 2013 .

Siamo dunque pronti a ripassare le nomination e a immaginare chi arriverà alla vittoria finale dei prestigiosissimi Oscar nelle principali categorie.

Vale la pena ricordare chi sono i film con più nomination:

Lincoln“: il capolavoro di Steven Spielberg è pluri-nominato. Vanta 12 candidature:

– Attore protagonista;

– Attore non protagonista;

– Attrice non protagonista;

– Miglior film;

– Regia;

– Costumi;

– Scenografia;

– Colonna sonora originale;

– Fotografia;

– Sonoro;

– Montaggio;

– Sceneggiatura non originale;

Vita di Pi“: il film di Ang Lee vanta 11 nomination:

– Film;

– Regia;

– Sceneggiatura non originale;

– Fotografia;

– Scenografia;

– Montaggio;

– Colonna sonora;

– Canzone;

– Effetti speciali;

– Sonoro;

– Montaggio sonoro.

8 candidature per “Il lato positivo” di David O. Russell, (candidato nelle sezioni Film, Regia, Attore protagonista, Attrice protagonista, Attore non protagonista, Attrice non protagonista, Sceneggiatura non originale e Montaggio) e “Les Misérables“: il film di Tom Hooper è in corsa per:

– Film;

– Attore protagonista;

– Attrice non protagonista;

– Scenografia;

– Canzone;

– Sonoro;

– Costumi;

– Trucco.

Il valore delle Nomination

Appare opportuno fare alcune distinzioni sulle candidature. “Lincoln” è in lizza per gli Oscar più prestigiosi, mentre sicuramente “Vita di Pi” vincerà una sorta di ‘premio della critica’ visti i tecnicismi presenti nella pellicola, i cui dettagli storici e i cui riferimenti al romanzo tracciano una via ben precisa, verso la vittoria.

In corsa per il Miglior film, non dimentichiamolo, ci sono anche “Amour” del regista Michael Haneke, il già fortunato “Argo” di Ben Affleck, “Re della terra selvaggia” di Benh Zeitlin, “Django Unchained” di Quentin Tarantino e “Zero Dark Thirty” di Kathryn Bigelow.

I protagonisti

Chi sarà il miglior attore? Il favorito della vigilia è senza dubbio “Daniel Day-Lewis”, che ha indossato in maniera egregia i panni del Presidente Lincoln. Per lui potrebbe trattarsi del terzo Oscar in carriera.

Con lui ci sono Bradley Cooper (“Il lato positivo”), Hugh Jackman per “Les Misérables”, Joaquin Phoenix per “The Master” e l’ottimo ‘pilota’ di Flight, Denzel Washington.

Attenzione alle donne: in corsa per il ruolo di miglior attrice c’è la piccolissima Quvenzhané Wallis, che con il suo debutto a 9 anni in “Re della terra selvaggia” si porta già a casa l’entrata provvisoria nel guinnes per la candidatura più ‘giovane’ all’Oscar.

Di contro, troviamo a controbilanciare la presenza dela Wallis, l’anziana (ma non diteglielo) Emmanuelle Riva, splendida attrice di 86 anni che recita in Amour. Curiosità: il suo compleanno è il 24 febbraio. Quale miglior regalo per lei, se non la vittoria di un Oscar?

Tra i due ‘estremi’ anagrafici troviamo le attrici americane più in forma del momento: Jessica Chastain per “Zero Dark Thirty” e la ventiduenne Jennifer Lawrence per “Il lato positivo”. Non dimentichiamoci di Naomi Watts, 40 anni, per “The Impossible”. Le ultime tre nominate non hanno mai vinto un Oscar e quella di quest’anno è la loro sseconda candidatura.

Verso gli Oscar 2013: la sfida è tra “Argo” e “Lincoln”

Mai dare nulla per scontato. Sembra essere questo il motto che accompagna la spasmodica attesa degli Oscar 2013.

Qualcuno pensa che i giochi siano già fatti, che i vincitori siano già annunciati. Non è così, anche a giudicare dalle nomination agli Oscar, che di per sé sono state già abbastanza emblematiche sotto questo punto di vista.

Prendiamo ad esempio “Argo“. Nelle ultime settimane le quotazioni del film sono salite vertiginosamente.

Oggi, l’opera di Ben Affleck ‘rischia’ seriamente di vincere la Statuetta come Miglior Film, “Lincoln” permettendo (?).

I bookmaker ci scommettono. Occorrerà naturalmente fare i conti con la giuria degli Academy Awards, composta da elementi che non si fanno trascinare dal vento che tira fuori dal Dolby Theatre.

I giurati, questo è certo, hanno assegnato 12 candidature al “Lincoln” e qualcosa vorrà pur dire.

Molti, però, sono pronti a metterci la mano sul fuoco.

Danno “Argo” miglior film e “Lincoln” capace di conferire l’Oscar per la miglior regia a Steven Spielberg.

In questo caso, però, bisognerebbe comunque fare i conti con Ang Lee e Michel Haneke, che hanno le loro (forti) chance di vittoria.

In fondo, la speranza che vinca un outsider, è radicata nel cuore dei più passionali e non è detto che la giuria non accontenti questi ultimi.

Per quanto riguarda gli attori, la sfida sembra essere tra Daniel Day-Lewis e Anne Hathaway, con il benestare dei bookmaker e della critica mondiale.

Intanto, Jennifer Lawrence punta alla statuetta come Miglior Attrice protagonista, ma dovrà vedersela con Jessica Chastain, sulla cresta dell’onda ma penalizzata dalle molte polemiche intorno a “Zero Dark Thirty“, film che ha impreziosito con un’ottima interpretazione.

Non dimentichiamoci, però, della ‘veterana’ Emmannuelle Riva, altra possibile vincitrice, le cui quotazioni sono schizzate negli ultimi giorni.

Intanto “Amour“, film in cui Riva recita, rimane il super favorito come miglior pellicola straniera.

E “Django“? Digerita l’assenza dal tabellino dei miglior registi candidati grazie ad incassi strabilianti in tutto il mondo, Quentin Tarantino è in lizza per la sceneggiatura originale, statuetta che contende a “Zero Dark Thirty” e (tanto per cambiare) “Amour”.

Le sorprese, dunque, non finiscono mai. Bisogna aspettare ancora una settimana per capire come andrà.

Box Office Italia 31 gennaio – 3 febbraio 2013: Lincoln scavalca Django

Pronti, via, ed è subito “Lincoln“. Il box office italiano ha un podio da Oscar dopo il fine settimana nelle sale.

Tutti e tre i film sono in lizza per una o più candidature.

Al primo posto si piazza l’ultima fatica di Steven Spielberg, dopo la seconda settimana nei cinema. Un altro milione e mezzo di euro portato a casa, per un totale di 4.1 milioni. “Django Unchained” viene superato e finisce al secondo posto, benché continui a macinare incassi portandosi sulla soglia dei dieci milioni.

Anche “The Impossible” completa alla grande il suo esordio, partendo dal bottino di 1.2 milioni al quale si aggiunge un’ottima media per sala.

“Flight” perde qualche posizione, ma continua a reggere. “Looper – In fuga dal passato” esordisce al quinto posto, poco più avanti rispetto a “Les Misérables“.

Per entrambe le pellicole, il punto di partenza è 700mila euro, un dato discreto.

Certo è che avevano una gran concorrenza, visti i primi posti.

Sprofonda in classifica “Pazze di me”, mentre “La migliore offerta” è con un piede fuori ma con 8.1 milioni nelle tasche. Giuseppe Tornatore, sempre più internazionale, non potrà di certo lamentarsi. Esordio incolore per “The Last Stand – L’Ultima Sfida”.

Top Ten

1 Lincoln  € 1.549.814

2 Django Unchained € 1.512.390

3 The Impossible € 1.272.686

4 Flight  € 835.067

5 Looper €  723.518

6 Les Misérables € 720.495

7 Pazze di me € 526.872

8 La migliore offerta € 382.588

9 The Last Stand – L’ultima sfida € 344.955

10 Quartet € 329.457

Box Office Italia 24-27 gennaio 2013: clamoroso flop per “Pazze di me”

Il mese di gennaio volge al termine, gli Oscar si avvicinano e si sente. In sostanza, l’ultimo fine settimana al botteghino premia i film candidati alle Statuette e boccia in maniera sonora l’Italia. Com’è andata? “Django Unchained” si conferma in cima alla classifica, incassando ulteriori 2,5 milioni di euro. Il film di Quentin Tarantino, complice un cast da urlo (Samuel L. Jackson, Leonardo Di Caprio, Christoper Waltz, Jamie Foxx) continua a strabiliare, portandosi a 7,2 milioni totali ed è prossimo dunque ad arrivare a quota 10. Non saranno i 125 milioni di dollari guadagnati negli States, ma in proporzione il dato conferma che l’Italia ha apprezzato lo Spaghetti-Western in salsa Usa.

In seconda posizione l’esordio per il “Lincoln” riletto da Steven Spielberg può considerarsi trionfale. Due milioni di euro al primo giro e applausi. In terza piazza troviamo il rientrante Robert Zemeckis che ha sfornato l’ottimo “Flight“, film impreziosito dalla presenza di Denzel Washington. I due si trovano sul gradino più basso del podio, a quota 1,3 milioni di euro.

Ed eccoci arrivati alla delusione di questa ‘giornata’ di campionato del botteghino. Il nuovo film di Fausto Brizzi, “Pazze di me“, si accontenta di poco meno di un milione di euro e del quarto posto. Un enorme flop: se si considera che la pellicola era distribuita in 450 copie gli occhi dinanzi ai maxi-schermi erano veramente pochissimi per questo debutto di uno dei due Soliti Idioti (Francesco Mandelli) al fianco di sette donne.

Dal quinto posto in poi troviamo un “Ghost Movie” giunto a quota 2.5 milioni, in leggera discesa a giudicare dalla media delle scorse settimane. Non si può, per fortuna, dire la stessa cosa per “La migliore offerta”. Il film di Tornatore continua ad essere molto apprezzato, reggendo il confronto e rimanendo in classifica con 7,5 milioni di euro di incassi. Male, invece, in proporzione “Quello che so sull’amore”, di Gabriele Muccino, ‘congelato’ a quota 4,2 milioni.

Entra timidamente in top ten “Quartet”, esordio di Dustin Hoffman alla regia. 300.000 euro, spesi dai …più curiosi. In attesa di “Les Misérables”, “Looper – In fuga dal passato”, “The Impossible” e “The Last Stand”, che sono i film main-event in uscita durante la prossima settimana, osserviamo la classifica completa:

Box Office Italia 24-27 gennaio 2013

1 Django Unchained – € 2.529.148

2 Lincoln – € 2.029.524

3 Flight – € 1.338.440

4 Pazze di me – € 1.338.440

5 Ghost Movie – € 792.928

6 La migliore offerta – € 681.437

7 Quello che so sull’amore – € 414.693

8 Cloud Atlas – € 338.589

9 Quartet – € 309.165

10 Mai Stati Uniti – € 267.387

 

Il giorno di “Lincoln” è arrivato: un video per ripercorrere le fasi salienti della sua lotta alla schiavitù

Il gran giorno è arrivato. Oggi, 24 gennaio, esce nelle sale cinematografiche italiane “Lincoln“, nuovo film di Steven Spielberg, che vanta la candidatura a ben 12 Premi Oscar, tra i quali miglior film e miglior regia.

Interpretato da un immenso Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook e Tommy Lee Jones, il film è prodotto dallo stesso Steven Spielberg di concerto Kathleen Kennedy.

La sceneggiatura di Tony Kushner, che aveva già lavorato con Spielberg per la realizzazione di “Munich”. La sceneggiatura, peraltro, è tratta parzialmente dal libro “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin”.

Probabilmente non tutti conoscono le vicende presidenziali che hanno contraddistinto l’operato di Abramo Lincoln.

Per coloro che andranno al cinema, è disponibile un video che riassume i momenti salienti della Guerra di Secessione e del processo di abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d’America. Un ottimo antipasto prima della portata principale.

“Path to Freedom”

Al cinema dal 24 gennaio: “Lincoln”, “Flight”, “In Darkness”, “Quartet”, “Pazze di me”

Sarà un week-end molto speciale nei cinema d’Italia. Uno di quelli in cui “arrivano i nostri” e sono carichi più che mai.

Potremmo ribattezzarlo il week-end degli eroi. Eroi come il pilota di volo che salva molte vite in “Flight”, il nuovo capolavoro del redivivo Robert Zemeckis. Eroi come Abramo Lincoln, Presidente degli Usa raccontato da Steven Spielberg sul grande schermo.

Eroi come l’uomo che salva gli ebrei dalla persecuzione dei nazisti in Polonia, nel film “In Darkness”.

Eroi, dicevamo. Eroi veri.

E’ dunque un week-end di emozioni allo stato puro, come quelle regalate da “Quartet”, primo film di Dustin Hoffman dietro la macchina da presa. Protagonisti sono quattro cantanti d’opera in pensione, che decidono di riunirsi malgrado le complicazioni e i problemi tra di loro.

I registi

Che dire? Non capita tutti i giorni che due pellicole, una diretta da Robert Zemeckis e una diretta da Steven Spielberg, arrivano nelle sale italiane.

Per di più, il signor Zemeckis è accompagnato (in volo) da un certo Denzel Washington (candidato all’Oscar), il quale avrà da sbrigare una missione di natura umana difficile da portare a termine: salvare vite umane prima e salvare la sua vita poi.

Spielberg per Abraham Lincoln ha scelto niente di meno che Daniel Day Lewis (anch’egli in nomination per l’Oscar)

Tra i due colossi c’è un esordiente di lusso. Dustin Hoffman ha dato tutto come attore. Ora ha scelto di farsi vedere anche come regista, rilegendo una piece teatrale in chiave cinematografica. Come se la caverà?

La storia

Se Lincoln è un quadro perfettamente riuscito degli ultimi 4 mesi di vita del Presidente che abolì la schiavitù, “In Darkness” è una fotografia delle sofferenze procurate dal nazismo. Esce tardi nei cinema italiani, a distanza di un anno dalla sua candidatura all’Oscar come miglior film straniero. Guardandolo però, sorge spontaneo usare la seconda frase fatta in poche righe: “Meglio tardi che mai”. Peraltro, forse, è proprio questo il senso sotteso dell’intera pellicola.

Un idiota in un harem

C’è gloria anche per la produzione italiane. Francesco Mandelli, più noto come Ruggero De Ceglie de “I soliti idioti”, dopo aver sbancato il box office con il secondo episodio della saga uscito un mese fa, si è messo al servizio di Fausto Brizzi per “Pazze di me”. Perché ha accettato? I motivi sono tanti, ma di certo quello di lavorare con sette splendide donne è uno di quelli in cima alla lista.

Spielberg racconta il ‘suo’ Lincoln

Nel tempo, Abramo Lincoln è diventato un simbolo di speranza che il potere possa essere esercitato con giudizio. Una speranza nutrita da generazioni e generazioni.

Una speranza, altresì, scaturita dalla capacità di quest’uomo nel guardare in faccia la realtà, metabolizzando la paura che l’Unione Americana potesse tornare ad essere un’utopia.

Abramo Lincoln ha condotto una vita speciale, una di quelle vissute da esseri umani che hanno, si, pregi e difetti, ma che hanno realizzato l’impensabile. Lincoln ci è riuscito, e quando ci è riuscito non si è fermato. Ha fatto di più: ha ispirato coloro che erano persi dietro le sbarre della guerra, intrappolati in oscuri retaggi, a cambiare marcia insieme per trovare un trade d’union.

Per queste ragioni, Steven Spielberg, che oltre ad essere un cittadino americano (particolare non trascurbaile) è anche un uomo come pochi, ha pensato a Lincoln in un momento storico in cui il suo Paese vive difficoltà apparentemente insuperabili.

Spielberg racconta Lincoln, perché Lincoln ha raccontato ‘ante litteram’ al mondo quale forza d’animo possiede il suo popolo. Un popolo che oggi uno come Spielberg rappresenta in larga parte.

La storia del Presidente è densa di avvenimenti ancora attuali. Profondamene attuali. Anche per questa ragione, l’attenzione per le location di “Lincoln” è stata massima. C’era da rendere onore ad un mito di sempre e tutto doveva essere curato nei minimi dettagli, anche perché occasioni così capitano solo una volta nella vita.

Spielberg ha dichiarato che il suo amore per Lincoln lo coltiva già da qualche tempo: “Mi è sempre interessato narrare una storia su Lincoln”.

Il regista considera il Presidente come una delle figure più importanti e avvincenti della storia americana e della sua vita e poi si lascia andare nel racconto di un aneddoto:

Ricordo che avevo quattro o cinque anni quando ho visto il Lincoln Memorial per la prima volta e mi sono spaventato per le dimensioni della statua ma poi, man mano che mi avvicinavo, sono rimasto affascinato dal suo volto. Non dimenticherò mai quel momento, che mi ha sempre lasciato un senso di curiosità per quell’uomo seduto là in alto davanti a me”.

Il tempo passava e Spielberg continuava ad immagazzinare informazioni su Lincoln, colto da un forte senso di meraviglia: “Lincoln ha guidato gli Usa attraverso i momenti più difficili e ha fatto sopravvivere gli ideali della democrazia americana, ponendo termine allo schiavismo. Ma nel mio film volevo mostrare qualcosa in più. Lincoln era uno statista e un leader militare, ma anche un padre, un marito e un uomo fortemente incline all’introspezione. Volevo raccontare una storia su Lincoln evitando d’incappare nel cinismo e nell’esaltazione eroica, restando fedele allo spessore dell’uomo, agli aspetti più intimi della sua vita e ai tratti più bonari della sua natura”.

Spielberg ritrova per “Lincoln” un vecchio amico, lo sceneggiatore Tony Kushner, con il quale aveva dato alla luce il film “Munich”.

I due hanno impiegato dieci lunghi anni per trovare la storia giusta, bella da da raccontare, e la modalità giusto per trasmettere.

Poi hanno preso una decisione: concentrare tutto su alcuni intensi mesi nella vita di Lincoln, i quali però hanno messo in evidenza l’essenza dell’uomo. Pochi mesi per raccontare un’intera vita. La vita di genio politico, padre e marito angosciato e, soprattutto, la vita di strenuo difensore degli Stati Uniti d’America. Un combattente dal viso calmo.

Spielberg ha motivato così la scelta di concentrarsi sugli ultimi quattro mesi della vita di Lincoln: “ciò che ha realizzato in quel breve periodo è stato grandioso. Tuttavia, volevamo mostrare che anche lui era un uomo. Abbiamo pensato che il miglior modo per rendere giustizia a quest’essere umano immensamente complicato fosse di descriverlo nel pieno della sua battaglia più difficile: l’approvazione del 13° Emendamento in discussione alla Camera dei Rappresentanti”.

Meno 2 giorni a Lincoln: una nuova featurette

Mancano due giorni all’uscita di “Lincoln” nelle sale cinematografiche. Da giovedì, finalmente, anche gli italiani potranno apprezzare questa pellicola in Nomination per ben 12 Premi Oscar, diretta da Steven Spielberg e arricchita dalla presenza di Daniel Day-Lewis.

Guardare Lincoln vuol dire immergersi nel profondo delle fasi più difficili ed emblematiche della vita del protagonista, il leader americano vissuto in un’epoca in cui c’era da abbattere un gigante che tramava nell’ombraç lo schiavismo, una piaga così profonda da cambiare per sempre il volto americano.

Featurette: Untold Story

Come se non bastasse, Lincoln prese le redini di un’America dilaniata dalla guerra, sfiduciata, capace a stento di effettuare quel ‘colpo di reni’ che avrebbe potuto rimetterla nella giusta carreggiata, prima umanamente e poi economicamente.

La sfida più grande

Abramo Lincoln vive in prima persona, da Primo Cittadino, il dramma americano, sforzandosi per porre fine al conflitto bellico civile. Ci riuscirà.

Sforzandosi, inoltre, per far approvare il tredicesimo emendamento. Ci riuscirà.

Sforzandosi, infine, per abolire la schiavitù, la sfida più difficile. Che vincerà.

Questo era Abramo Lincoln, un uomo che ha dedicato la sua intera vita al servizio della comunità mondiale più difficile da gestire per via delle etnie che la formano. L’America è un Paese che ha sperimentato prima di ogni altro il ‘Multi-Culti’, le discrepanze tra i popoli e l’integrazione razziale, malgrado la sua giovine età rispetto agli altri continenti.

In questa America, Abramo Lincoln è stato l’ago di una bilancia oscillante tra idee diverse e stili di vita difficili da gestire.

Le sue azioni avevano un peso difficilmente misurabile, In primo luogo per la sua stessa famiglia.

L’occhio-meccanico di Steven Spielberg è riuscito a cogliere le fasi tormentate del mandato presidenziale di Lincoln? Qui si trattava di far vedere come un presidente, un uomo come gli altri sulla carta, poteva e doveva ‘alzare la voce’ per costringere a tutti gli effetti un intero popolo a cambiare prospettiva e anteporre il bene dell’intera umanità a quello personale. Un’impresa più facile a scriversi che a farsi.

Spielberg lo sa. Da par suo, per quanto riguarda la sceneggiatura, ha potuto contare sul valido aiuto del Premio Pulitzer Tony Kushner, nonché sull’interpretazione di Daniel Day-Lewis, ammiraglio alla guida di un cast strepitoso.

Tra due giorni conosceremo il risultato di tale connubio, proiettati nel cuore della vita di Abramo Lincoln.

Spielberg e Daniel Day-Lewis portano Lincoln a visitare il Senato italiano

Sono arrivati ieri, giovedì 17 gennaio 2013, con l’aereo privato del regista, per rendere speciale la presentazione italiana del film Lincoln. Proprio loro.

Parliamo del regista Steven Spielberg e dei protagonisti Daniel Day-Lewis e Sally Field, i quali hanno trascorso una giornata speciale sotto tutti i punti di vista.

Da dove partiamo?

Beh, dal fatto che Lincoln è candidato a ben 12 Premi Oscar 2013. Ma volendo potremmo partire anche da Abramo Lincoln stesso. La sua figura, la sua lotta allo schiavismo e il suo operato per gli Usa rimarranno per sempre incastonati nella dimensione storica più educativa per il presente e per il futuro.

La visita in Senato

A dimostrazione dell’importanza che un’opera del genere di Lincoln può rivestire in un Paese culturalmente avanzato come il nostro, ieri durante la loro ‘capatina nella Capitale’ Spielberg, Day-Lewis e Sally Field sono stati ricevuti a Palazzo Madama dal Presidente del Senato, Renato Schifani, nonché dal Presidente della Commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini.

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(Ph: Ufficio Stampa Twenty Century Fox)

Un onore, sicuramente un onore. Anche per celebrità di prima classe (anzi, da Jet privato) come Sua maestà Spielberg.

Il regista, affiancato dal suo prode cavaliere Daniel Day-Lewis (un Signore che ha già vinto 2 Premi Oscar e ne rischia un terzo), ha parlato con Schifani e Vizzini di Lincoln.

(Ph: Ufficio Stampa Twenty Century Fox)

Un film drammatico, dedicato agli ultimi terribili mesi in cui il sedicesimo Presidente Usa è stato in carica alla Casa Bianca.

L’ultima America di Lincoln era una America frantumata dalla guerra, in preda ad un cambiamento ancora troppo poco organizzato.

Lincoln aveva solo un obiettivo: abolire la schiavitù.

A ben vedere aveva anche due obiettivi, ieri di uguale importanza e oggi interpretabili come correlati: unire il Paese (oggi chi ci pensa più?) e risolvere una volta per sempre il conflitto bellico.

Lincoln, il Presidente Abramo Lincoln, sapeva di avere in mano il futuro dei ragazzi che sarebbero nati da lì in avanti.

Per parlare di una storia così preziosa, non potevano non essere chiamate a raccolta alcune tra le gemme più luminose del panorama di Hollywood. Da Daniel Day-Lewis, a Sally Field, da David Strathairn a Joseph Gordon-Levitt, da James Spader a Hal Holbrook e Tommy Lee Jones.

Steven Spielberg crede così tanto in questo film da essere stato lui stesso a co-produrlo insieme a Kathleen Kennedy.

 

Box Office Usa 11-13 gennaio 2013: la sorpresa è Ghost Movie

E’ stato un fine settimana ricco di sorprese per il cinema americano, che dopo le Nomination per gli Oscar 2013 e la consegna dei Golden Globe entra in uno dei periodi più caldi dell’anno.

In America l’effetto Academy si fa sentire forte e chiaro. Il film che più ne sta ‘approfittando’ è sicuramente Zero Dark Thirty. Dopo il primo periodo in uscita limitata in poche sale, il film diretto da Kathryn Bigelow è primo in classifica con 24 milioni di incasso ed una media da far paura per ogni sala.

Il podio è poi arricchito da due new entry, Ghost Movie e Gangster Squad. Ghost Movie parte a razzo, a dimostrazione del buon momento dell’horror (eccezion fatta per un caso che vedremo tra poche righe) e delle parodie. Da vero e proprio outsider, questo film fatto con 2,5 milioni di euro ne guadagna 29 in una settimana. Gangster Squad incassa ben 16 milioni e raggiunge la terza posizione. Questo film doveva uscire in estate, ma la strage nel cinema Aurora ha obbligato i produttori al rinvio.

L’effetto film di Natale invece sta pian piano esaurendosi. In altri termini Django e Les Misèrables sono pressoché fermi (su ottimi incassi), ma sicuramente sfrutteranno la coda proveniente da Golden Globe e Oscar per risalire la classifica.

Bene, invece, Lo Hobbit, che arriva a quota 840 milioni in tutto il mondo, anche se al Box Office Italiano non va così bene. Lincoln, invece, scende di qualche posizione, poco sopra  Parental Guidance e Non aprite quella porta 3D. Eccoci al caso emblematico di cui parlavamo prima.  Non aprite quella porta 3D è stato primo al Box Office Usa della settimana precedente con un incasso spaventoso. Ora è nono. Stranezze della vita? O ‘effetto Academy’?

CLASSIFICA BOX OFFICE USA 11-13 gennaio 2013

1  Zero Dark Thirty  – € 24.000.000

2 Ghost Movie – € 18.817.000

3 Gangster Squad – € 16.710.000

4 Django Unchained  –  € 11.065.000

5  Les Misérables –  € 10.127.000 

6  Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato –  € 9.080.000

7  Lincoln –  € 6.314.000

8  Parental Guidance – € 6.100.000

9  Non aprite quella porta 3D –  € 5.150.000

10 Il lato positivo – Silver Linings Playbook –  € 5.000.000