Moebius-Chi bussa alla mia porta?, cortometraggio

Immagine []Oggi vi proponiamo una gradita sorpresa che abbiamo scovato sul web mentre eravamo alla ricerca di qualche interessante cortometraggio da proporvi. Bisogna dire che non se ne trovano moltissimi di cortometraggi horror/splatter degni di questo nome e in questo caso la nostra ricerca si è rivelata fruttuosa.

Moebius-Chi bussa alla mia porta? del regista Nicola Della Pepa parte da un incipit in puro stile Romero, ricercato bianco e nero compreso, per poi raccontarci le peripezie notturne di un ragazzo che occupato a godersi in tv un bell’horror a base di zombie, si ritrova egli stesso assediato proprio da un’orda di famelici cadaveri antropofagi.

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I bruttissimi, Il bosco 1

ilboscoSe pensavate che al trash ci fosse un limite, se credevate che la Troma avesse il primato per la demenzialità, oggi vi vogliamo stupire con effetti ben poco speciali ed un film di serie Z,  che secondo me potrebbe aspirare a qualcosa di meno, ma l’alfabeto lo salva in calcio d’angolo, stiamo parlando del memorabile Il Bosco 1.

Questo film fu una delle mie fregature di cinefilo in erba, consumato spettatore di horror, ero nel periodo di massimo consumo di filmacci in videocassetta, il mio videoregistratore dava chiari d segni di cedimento, quando in un piovoso pomeriggio invernale notai nella mia videoteca di fiducia questo film, e per nulla intimorito dalla scritta su retro di copertina che descriveva  il regista come l’erede di Frankenstein e Dario Argento (se non ci credete date un’occhiata alla foto dopo il salto), lo noleggiai, benedetta gioventu!

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Drag Me To Hell, recensione in anteprima

locandina-italiana-definitiva-del-film-drag-me-to-hell-128437 []La dolce e sin troppo gentile Christine (Alison Lohman) è un impiegata di banca con velleità di carriera, ma davanti a lei a insidiarle il posto vacante, c’è un  nuovo collega di lavoro che è un vero squalo, il direttore apprezza gli sforzi della ragazza, ma vede in lei un punto debole nel carattere troppo mite, che in un addetta alle richieste di prestiti tende ad essere un tantinello controproducente.

Così Christine che fa? un bel giorno, mentre un’anziana signora dall’aria sinistra la implora di concederle una proroga per un prestito, lei decide che è il momento di farsi valere e gliela nega nonostante la donna si disperi, ma l’ingenua ragazza ignora che la sinistra vecchina in questione è una terrificante zingara dotata di poteri magici, che dopo averla aggredita le infligge un bel maleficio da incubo.

Christine si troverà a combattere con minacciose e inquietanti apparizioni, incubi, strani fenomeni in un’escalation di orrore e violenza, accanto a lei Clay (Justin Long), il suo ragazzo, convinto che Christine soffra di una sorta di sindrome da stress post-traumatico conseguenza dell’aggressione, ma ben presto il male si paleserà in tutto il suo orrore e Christine dovrà combattere per la propria anima.

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La casa, la saga non ufficiale

La Casa 5 []Dopo il successo dello splatter low-budget Evil Dead distribuito in Italia con l’anonimo titolo de La casa, cominciarono a fiorire tutta una serie di capitoli non ufficiali che i distributori italiani spacciavano come presunti sequel del film di Raimi ma che in realtà con quest’ultimo avevano ben poco a che fare.

Fu così che arrivò il nostrano Umberto Lenzi che con La casa 2-Ghosthouse ci racconta di una maledizione e di una casa stregata, mentre il collega Fabrizio Laurenti cavalca l’onda assoldando il divo televisivo di Supercar e Baywatch David Hasselhoff, e ci racconta una storia di stregoneria coinvolgendo nel progetto La casa 4: Witchcraft anche l’ex-posseduta de L’esorcista Linda Blair.

Tra i molti titoli che hanno sfruttato il filone, da segnalare anche l’interessante La casa 7 (The Horror Show) con un Lance Henricksen d’annata alle prese con un demoniaco serial killer immortale.

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B-cult: La Casa

wallpaper_ed1Esempio perfetto del connubio low-budget e film di culto, questo gioiellino horror- splatter, che ci racconta le vicissitudini di un quartetto di amici in vacanza in un’isolata baita che per errore evocano spaventosi demoni lovecraftiani, viene girato da un giovanissimo ed entusiasta Sam Raimi e alcuni compagni d’università con solo 350.000 dollari.

Nato dal cortometraggio Within the woods, in seguito ampliato e poi pompato in 16 mm, Evil Dead, questo il titolo originale, omaggia i grandi cult horror degli anni’70 e lo scrtittore Lovecraft con la sua personalissima mitologia demoniaca fatta di mostruose e invisibili divinità che nel film di Raimi, omaggiando anche il filone della possessione demoniaca, deformano mostruosamente i corpi di cui prendono possesso.

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Necronomicon: il libro dei morti tra cinema, letteratura e leggenda

Il Necronomicon è ormai leggenda, tra i cultori dell’occulto, gli amanti dell’horror e gli ammiratori dello scrittore H.P. Lovecraft con il suo immaginario fatto di dimensioni parallele e abominevoli mostruosità pronte a sconfinare se evocate con parole e riti appropriati.

L’autore presunto del libro originale (Lovecraft ha sempre affermato di averlo inventato di sana pianta), considerato maledetto e ormai introvabile, se non frammentato in tante parti ognuna delle quali di dubbia origine, è un poeta arabo di nome Abdul al-Azhred, musulmano, ma in segreto adoratore di divinità pagane chiamate Yog-Sototh e Cthulhu.

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Evil Dead Trilogy: cronaca di una metamorfosi artistica

Se le famiglie che affollano le proiezioni del cinefumetto Spiderman, del regista Sam Raimi dessero un’occhiata alla trilogia di Evil Dead gli si drizzerebbro i capelli in testa, alla vista della follia e dell’eccesso che i tre piccoli cult, ognuno in maniera completamente diversa, riservano allo sprovveduto spettatore che si inoltra nel folle mondo splatter del geniale regista.

Tutti i fan dell’horror più viscerale e dissacrante sono consapevoli, chi più chi meno, come il primo Evil Dead, distribuito in Italia con il titolo La casa, conquistò una’intera generazione di horrormaniaci con quella nottata fatta di demoni e libri in pelle umana, zombi ed amputazioni, foreste viventi e follia visiva allo stato puro.

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Lunapiena: storie di licantropi italiani

Un brusco risveglio in un bosco, ricordi annebbiati… ma è notte fonda, chissà cosa mi è successo, stavo tranquillamente passeggiando con il mio amico e poi, si, mi sembra di ricordare qualcosa, quello strano cacciatore, un inseguimento, uno sparo. Non lo so non riesco a pensare, forse è meglio che cerchi aiuto…

Lunapiena è un cortometraggio horror diretto da Vincenzo Cervari per la Happymealproduction, il regista ci vuole raccontare di licantropi a modo suo, con mostri diurni, sfatando il mito della pallottola d’argento e condendo il tutto con buoni effetti speciali ed una regia efficace.

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Le traduzioni più brutte dei titoli dei film: trent’anni da dimenticare

Tutto ebbe inizio nei lontani anni ’80 quando una serie di traduttori spinti da alcuni produttori in preda ad una sorta di follia mistico-commerciale ebbero la malaugurata idea di rendere più appetibili le pellicole internazionali che approdavano nelle nostre sale modificandone di sana pianta i titoli che come tutti ben sanno sono l’anima e la summa del pensiero e del contenuto del film stesso, ma a loro la cosa parve non essere vitale.

Si cominciò col massacrare gli horror, dopo che il successo di cassetta Evil Dead di Sam Raimi era diventato La casa, qualsiasi film che seguì divenne una sorta di brochure immobiliare, La casa 2,3, fino al thrillerThe horror show diventato La casa 7, ma non dimentichiamo The Texas chainsaw massacre di Tobe Hooper divenuto Non aprite quella porta che scatenò la fantasia dei produttori sfornando una sequela di risibili e minacciosi avvertimenti come Non entrate in quella scuola (Prom Night), Non aprite quell’armadio (Monster in the closet), ormai si sfiorava veramente il ridicolo.

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