Recensione: Ti stramo

Bambi (Carlotta Tesconi) è una bruttissima secchiona, temuta dagli stessi professori che, in occasione di una festa di compleanno, decide di rifarsi il look e finisce per rifarsi totalmente. Alla festa arriva, non invitato Stram (Marco Rulli), accompagnato da Tacchino (Pinto Stefano) e la sua banda.

In mezzo al caos totale, mentre Tacchino cerca di rubare un po’ di soldi e viene scoperta dalla logorroica Didi (Ughetta D’onorascenzo), Stram rimane impressionato dalla bellezza di Bambi e seppur inizialmente la voglia soltanto come compagna di chiacchiera (esordisce analizzando il problema della fame nel mondo) alla fine decide di tentare di relazionarsi con lei, che lo desidera ardentemente. Peccato, che per Stram, prima delle ragazze, vengano i suoi amici e la moto e che Bambi abbia bisogno di prendere nove in italiano all’esame di maturità, per poter accedere all’università tanto desiderata.

Ti stramo, sottotitolato Ho voglia di un’ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo è un film parodia sulle commedie giovanilistiche italiane degli ultimi anni diretta da Pino Insegno, in collaborazione con Gianluca Sodaro.

E’ vero: il film non è un granché, ma non è colpa del regista o della storia, che a volte vorrebbe far ridere senza riuscirci, ma della difficoltà di rendere ridicolo la materia da parodiare, i film per teenager, spesso troppo superficiali e vuoti, per essere presi di mira.

Intendiamoci: a parte qualche giro a vuoto (non capisco, ad esempio, perché proporre Raul Bova in versione Dr. House, buttare in mezzo Hostel e non mi è piaciuta molto la parte dello speaker napoletano), Pino Insegno, che con Ti Stramo esordisce alla regia, non fa un brutto lavoro (è divertente la presa in giro del classico fighetto bagnato dalla pioggia, o la rappresentazione della ragazza che riceve per regalo una sfilza di porta cellulari, o la descrizione dello slang dei ragazzi di oggi, spesso senza senso e composto da frasi fatte o sigle), ma manca di graffiare fino in fondo.

Tante sono le citazioni, che si possono ritrovare all’interno del film, dagli ovvi mocciani Tre metri sopra il cielo , Ho voglia di te e Scusa ma ti chiamo amore, a Manuale D’amore e Melissa P. da Notte prima degli esami a Come tu mi vuoi (grazie ai tanti gli attori che si prestano a mettersi in gioco come Corinne Clery, Giampiero Ingrassia, Roberto Ciufoli, Patrizia Pellegrino e lo stesso Insegno nella parte di Extramarcio), ma il film non ne beneficia: pur di colpirne il più possibile, si sparano una raffica di gag, che sfilacciano la storia.

Concludendo: Ti stramo è un buon tentativo di rilanciare la comicità italiana, che ha il grande pregio di tentare di divertire senza utilizzare volgarità inutili e non ha niente da invidiare agli ultimi Movie americani (che sono ancor più deludenti visto il materiale e il budget che hanno a disposizione), ma, purtroppo, fa solo sorridere, non ridere.