Recensione: Il disegno

Opera prima del regista Mario Mottola, che da corpo alla sua passione cinematografica attraverso il cortometraggio: Il disegno; opera drammatica dalla durata di 14 minuti, prodotta da Andrea Carbone.

Tre personaggi per ricostruire la vita dimenticata per colpa di un’amnesia del protagonista Michele (William Angioli), soccorso da Gianni (Riccardo Rigamonti), un giovanotto che vive, dopo la morte dei genitori, con sua sorella Angela (Ilaria Bellante), sordomuta, la quale esprime la voglia di vivere attraverso i disegni.

Gianni cerca di assemblare i cocci di vita di Michele e scopre che, grazie ad un articolo di giornale, il ragazzo è un soldato missionario di guerra in congedo. A questo punto il puzzle comincia ad essere più chiaro, tanto che si precipita dalla sorella Angela per riferirle la grande scoperta; ad attenderlo in casa troverà solo matite, colori ed un disegno raffigurante rotaie, alberi, un uomo con la borsa che si allontana ed una ragazza che lo insegue.

Il disegno, cortometraggio a tratti angosciante e scontato, che ci porta alla scoperta di un mondo parallelo, vissuto da chi crede di non aver mai vissuto, perdendo la propria identità, ma riscoprendo i valori della vita attraverso un altro dramma, quello del sordomutismo.