Recensione: Casablanca

Siamo agli inizi del secondo conflitto mondiale, l’americano Rick Blane (Humphrey Bogart) gestisce un locale a Casablanca, in Marocco, nazione all’epoca controllata politicamente dalla Francia filo-nazista. Blane, anche se in passato ha perorato la causa etiope diurante l’invasione italiana ed ha combattuto durante la guerra civile spagnola, gli anni e le esperienze ne hanno fatto uomo cinico e dichiaratamente neutrale, senza più alcun vigore rivoluzionario di sorta.

Nel locale di Blane arriva Ugarte (Peter Lorre), un criminale intrallazzatore, che questa volta vuole piazzare al miglior offerente alcune lettere di transito rubate, che permetterebbero a chiunque di attraversare l’Europa occupata dai nazisti ed arrivare sino al neutrale Portogallo per poi raggiungere gli Stati Uniti, sembra che Ugarte abbia già un compratore che dovra incontrare quella sera stessa nel locale di Blane.

Un’improvvisata del capitano della polizia francese Louis Renault (Claude Rains), rompe le uova nel paniere ad Ugarte, che prima di essere arrestato affida le lettere a Blane. Nel frattempo una vecchia fiamma di Blane, IIsa Lund (Ingrid Bergman) arriva a Casablanca in compagnia del marito Victor Laszlo (Paul Henreid) leader della resistenza cecoslovacca.

La relazione tra IIsa e Blane era nata durante la prigionia di Laszlo in un campo di concentramento nazista e credendo il marito morto la donna si era consolata tra le braccia di Blane, ma una volta saputo che il marito era in realtà vivo e vegeto, era tornata da lui lasciando improvvisamente Blane senza alcuna spiegazione. ora però la coppia ha bisogno di lui e delle lettere di transito per rientrare in Europa…

Diretto dall’ungherese Michael Curtiz, Casablanca è un indiscusso cult senza tempo, attori incredibili in performance memorabili, un atmosfera da melò d’altri tempi in una suggestiva ambientazione, tutto è perfetto, tutto sembra calato in una sorta di limbo emotivo che innesca ad ogni visione una gamma di emozioni praticamente infinita, cha altro dire se non di accostarsi a questo classico senza pregiudizi di sorta che potrebbero snaturarne la classe e l’efficacia, assolutamente imperdibile.

In conclusione qualche curiosità su questo evergreen cinematografico, tratto da un’opera teatrale, ebbe tre Oscar (regia, sceneggiatura, film). Casablanca nel 1989 è stato inserito tra i film da preservare nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, nel 1998 è stato inserito dall’American Film Institute tra i 100 film americani più belli di tutti i tempi. Esistono centinaia di pellicole in cui Casablanca viene citato ed omaggiato, Suonala ancora Sam è la tra le 100 frasi più citate della storia del cinema, e scusate se è poco..