Rec 2, recensione

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IERI: in un palazzo in cui è chiamata ad intervenire una squadra di emergenza si scopre un virus simile alla rabbia che trasforma uomini ed animali in infetti, letali  e deformi veicoli di contagio. Il palazzo in questione viene messo in quarantena ed isolato, nessuno entra e nessuno esce senza autorizzazione, mentre all’interno il virus si diffonde ed una reporter televisiva con cameraman al seguito testimonia l’avanzare inarrestabile dell’infezione che si scoprirà avere origine sovrannaturale.

OGGI: una squadra di agenti scelti scorta all’interno del palazzo un esperto in malattie infettive, dopo aver scoperto che nell’attico dell’edificio si portavano avanti esperimenti su alcuni bambini posseduti e che l’esperto virologo è in realtà un prete esorcista, il team cercherà il sangue del paziente zero, la ragazzina posseduta che ha dato il via all’infezione, per poterne trarre un vaccino, ma la loro ricerca si tramuterà ben presto in un terrificante bagno di sangue.

Finalmente approda nelle sale italiane l’atteso sequel del cult spagnolo Rec girato a quattro mani da Jaume Balalguerò e Paco Plaza, e diventato in breve tempo un vero cult per gli amanti dell’horror e del filone zombie.

Dopo lo scialbo remake made in usa Quarantena, tornano gli zombie/posseduti del primo capitolo spagnolo in questo Rec 2, sequel altrettanto claustrofobico ed ansiogeno che miscela con dovizia suggestioni da survival horror di videogame di ultima generazione, vedi Resident Evil e affini, allo stile mockumentary che ha fatto la fortuna di film come The BlairWitch Project, Cloverfield e il recente fenomeno americano Paranormal Activity.

Sembra che il budget sia aumentato in questo secondo capitolo che perde un pò in genuinità, il predecessore possedeva più caos visivo, assumendo una patinatura per nulla fastidiosa, ma percettibile sin dalle prime immagini, che ne smorza il realismo in favore di sequenze, suoni e sporcature sin troppo ricercate.

Comunque sia l’effetto terrore atavico resta intatto, il buio, le inquadrature sghembe, quelle immersive in prima persona che in alcune sequenze fanno il verso a videogame cult come Doom, gli omaggi a classici come L’esorcista e Aliens-Scontro finale, la bravura dei protagonisti tutti pronti a sciorinare input ansiogeni a comando, insomma tutto il baraccone è allestito ad arte, talento e passione per il genere trasudano dalla pellicola e questo non fa che amplificare piacevolmente il terrore sullo schermo.

Consigliatissimo agli amanti del genere, meno a chi decide di approcciarsi al genere per la prima volta senza previa preparazione, speriamo anche che il finale aperto non si trasformi in una scusa per sfornare una serie di sequel che potrebbero rovinare l’ottimo lavoro sin qui fatto, in favore di un cinema da catena di montaggio in stile Saw.