Poseidon: recensione

Durante la notte di Capodanno la lussuosa nave da crociera Poseidon proprio nel bel mezzo dei festeggiamenti e dell’Oceano Atlantico viene colpita da un’onda anomala cogliendo impreparati equipaggio e passeggeri, l’impatto è cosi devastante che capovolge il Transatlantico imprigionando parte dell’equipaggio e un centinaio di passeggeri scampati all’annegamento all’interno della sala da ballo.

L’idea del vice-capitano è di rimanere nel salone in attesa dei soccorsi, la maggioranza dei presenti sembra d’accordo, ma uno sparuto gruppo di passeggeri capitanati dal giocatore d’azardo Dylan (Josh Lucas) decide di trovare una via d’uscita prima che l’acqua penetri nella sala uccidendo tutti. Del gruppo fanno parte il miliardario gay Richard Nelson (Richard Dreyfuss), un cameriere che conosce bene la nave, la madre single Maggie (Jacinda Barrett) con il figlio Conor ed il politico Robert Ramsey (Kurt Russell) in cerca della figlia Jennifer dispersa durante il capovolgimento.

Il piano consiste nell’attraversare tutti i ponti che li separano dalla sala motori dove forse c’è l’unica via d’uscita dalla nave che lentamente e inesorabilmente si sta inabissando. Non tutti riusciranno a salvarsi, così tra incendi, esplosioni, allagamenti e scontri il gruppetto guadagnerà la via d’uscita non senza che qualcuno lungo la strada inevitabilmente perda la vita.

Poseidon, ipertecnologico remake del classico dell’epoca d’oro dei disaster-movie L’avventura del Poseidon datato 1972. Il regista Wolfgang Petersen avvezzo ai kolossal aveva già filmato un naufragio ne La tempesta perfetta e qui torna in mare sfornando un film esteticamente ineccepibile ma privo dello spessore umano necessario ad innalzarlo dalla media del genere.

Poseidon è l’ennesima prova che il genere catastrofico con i suoi cast gremiti di star ha nella coralità e nella spettacolarità il suo punto di forza e al contempo il suo tallone d’Achille. Infatti il pathos che all’inizio della tragedia coinvolge va lentamente scemando man mano che ci si accorge della bidimensionalità dei personaggi che vengono emotivamente sacrificati in favore di un susseguirsi di rocambolesche e spettacolari sequenze.

Così anche una coppia d’attori carismatici come Kurt Russell e Richard Dreyfuss si perdono nel frastuono generale, che questo sia un merito del genere o un demerito, dipende dai punti di vista, fatto sta che il film si trascina limitandosi solamente ad inannellare scene d’azione dimenticandosi di caratterizzare e differenziare i vari personaggi, ma Stephen King non ha insegnato nulla?

Resta comunque il fatto che per il genere a cui fa riferimento Poseidon rimane un discreto divertissement, se cercate un passatempo in cui gli effetti speciali e l’azione la fanno da padrone allora vi divertirete, se invece pretendete anche un minimo di caratterizzazione che esuli da il duro, il buono, il cattivo e il simpatico, cercate altrove.