Populous, cortometraggio

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Su di un pianeta una popolazione indigena vive in armonia con la natura e attende un segno divino dal cielo, mito che nasce da una leggenda che la loro religione, fascinoso mix di misticismo e animismo, tramanda di generazione in generazione, ma dal cielo arriverà per loro solo morte e distruzione.

Notevole l’inmpegno profuso nella messinscena dal regista Fabio Salvati per il suo Populous, molto intrigante l’incipit con voce narrante fuori campo, per poi passare ad un buona prima parte in cui i protagonisti recitano in maniera dignitosa, considerando l’utilizzo di un’altra lingua.

Effetti speciali sopra la media, ben amalgamati con le sequenze live-action, nonostante alcune palesi carenze tecniche dovute al budget, peccato per la seconda parte che scivola  in una retorica decisamente stridente con tutto l’intento iniziale, per poi riprendersi in extremis con un discreto finale ricco di atmosfera.

Populous è un prodotto notevole che sfoggia una preparazione tecnica palesemente superiore, ma pecca di ingenuità nel non implementare nel discorso antimiltarista e pacifista le necessarie sfumature, come l’argomentare meglio la devastazione di un intero pianeta con annesso genocidio, una narrazione minata da qualche semplificazione di troppo, come l’astronave dei militari supercattivi che gira per le galassie vaporizzando pianeti e sterminando popolazioni inermi.

Insomma Populous è visivamente notevole e nonostante qualche ingenuità resta un ottimo cortometraggio, con una prima parte notevole e dall’indiscusso valore tecnico.

POPULOUS PRIMA PARTE

POPULOUS SECONDA PARTE