Poche luci e tante ombre sugli Oscar 2013. I nostri voti

Sono trascorsi quasi due giorni dalla notte di fuoco degli Academy Le luci si sono spente ed è calato il sipario per l’edizione 2013 degli Oscar, tenutasi presso il Dolby Theatre di Los Angeles.

Una cerimonia, quella di quest’anno, che a parte alcuni (bei) momenti non ha regalato chissà quali emozioni. Non una di quelle edizioni che rimarranno indelebili.

Con un pizzico di campanilismo, in altri termini, non c’è stata nessuna Sofia Loren che ha urlato “Roberto” dopo la vittoria di Benigni, ma visti i tempi che corrono (e come corrono!) vale la pena accontentarci di una formale Michelle Obama che in collegamento dalla White House si congratula con Ben Affleck.

Proprio lui, Affleck, vince la sfida per il Miglior Film con il suo “Argo”, che dopo aver sbancato conquistando i premi pre-statuetta batte come da copione anche “Lincoln”.

Diciamolo, un po’ si sapeva. Ci sono, però, alcune cose che non potevamo sapere. Diamo, dunque, i voti:

Seth MacFarlane  – voto: 6+

Presentazione decisamente sottotono per Seth. Da lui ci si aspettava qualcosa in più, vista la sua ‘parlantina’, la sua irriverenza e la sua ironia.

Jennifer Lawrence  – voto 8

7 per la performance ne “Il lato positivo” e 1 per la caduta sulle scalette che dalla platea portano al palco.

Giuria – voto 6

Ok. Christoph Waltz meritava. Moltissimo anche. Ma siamo proprio sicuri che l’eccellente cattivo di “Django Unchained” Leonardo Di Caprio non doveva figurare nella rosa dei candidati? Era già successo ai tempi di “Inception” e “Shutter Island”. Fosse una questione di Stato italiano, qualcuno avrebbe già gridato al “Complotto!”.

Resta qualche dubbio anche sulla poca considerazione dello strepitoso esordio di Suraj Sharma in “Vita di Pi”, sul non aver premiato (anche per risollevare le sorti di un’edizione poco sensazionalistica) la bimba Quvenzhane Wallis e sull’aver snobbato Joseph Gordon-Lewitt o Marion Cotillard.

Autori – voto 4

Premessa: ormai basta un niente per dimenticarsi di chi se ne va. Le stelle, così come i talenti e i veterani, sono sempre rimpiazzati dal prossimo con una stretta di mano e un pianto ipocrita che sottende un gelido “avanti un altro”.

In altri termini, non ci si può dimenticare di commemorare, durante il momento dedicato ai filmmaker scomparsi nel 2012, personaggi del calibro di  Nagisa Oshima, Gore Vidal, Mel Stuart. Non nella patria del cinema, non durante la Notte degli Oscar.

Lincoln – voto 7 (di consolazione)

Due Oscar su dodici nomination. Forse non è più tempo di biopic su personaggi lontani dallo spazio e dal tempo moderno. Forse..

Paperman – voto 10

Lo dicevamo prima, lo ripetiamo ora. I tempi corrono (e come corrono!). A volte, bastano sei minuti (che non tutti hanno) per emozionarsi. Prendi “Paperman”: il corto della Disney è pura poesia. Onore al suo regista, John Kahars.