I bruttissimi, The Avengers-Agenti Speciali

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Oggi per I bruttissimi vi segnaliamo The Avengers-Agenti Speciali, uno dei remake meno riusciti di sempre per quanto riguarda le serie tv trasposte su grande schermo, il tentativo per quanto ammirabile è inesorabilmente naufragato, infatti il film di Jeremiah Chechick, regista tra l’altro dell’ottimo Diabolique, mostra tutti i limiti di un serial tanto intrigante, quanto anacronistico e impermeabile a qualsivoglia tentativo di aggiornamento.

L’operazione vede ricollocare i due personaggi principali, gli agenti segreti Emma Peel e John Steed, nella medesima location della serie originale, una credibile Londra anni’60, per poi arenarsi inevitabilmente nel tentativo di rendere digeribili ad un nuovo pubblico elementi retrò tipici della serie mantenendone intatti il tocco british e lo humour, sfoggiando due fascinosi protagonisti, Uma Thurman e Ralph Fiennes, in evidente difficoltà e ben poco credibili, la Thurman resiste stoica nella sua tutina fetish a dialoghi imbarazzanti, mentre il partner sguardo vitreo e bombetta d’ordinanza, sciorina una performance monocorde da dimenticare.

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Terapia d’urto, recensione

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David Buznick (Adam Sandler) è un creativo pubblicitario mite e pacato, che per l’ennesima volta si vede soffiare il merito di una campagna pubblicitaria dal suo capo, e se questo non bastasse durante un volo aereo David si ritrova a confrontarsi con un bullo per un posto a sedere, un confronto che avrà delle conseguenze disastrose.

David per sbaglio colpirà una hostess finendo prima sotto la custodia di un agente della sicurezza aerea, per poi essere processato e condannato a scontare una pena per tentata aggressione, pena che verrà commutata in una serie di sedute per il controllo dell’aggressività.

La terapia di gruppo presieduta dallo squinternato dr. Buddy Rydell (Jack Nicholson) sarà l’inizio di un incubo, incubo che porterà Rydell a convivere con il suo paziente, impartendogli quotidianamente una serie di lezioni che vedranno tra le altre cose, il povero David costretto ad uscire con un iperattivo patito della rissa, e assistere impotente alla avance del Dr. Rydell nei confronti della sua ragazza, il tutto in un’escalation di situazioni al limite della sopportazione umana.

Insomma una stramba terapia quella del dr. Rydell all’insegna della continua e gratuita provocazione, che però non farà altro che peggiorare le cose, tanto che l’idea di un periodo in prigione sembrerà al disperato David un’alternativa non poi così terribile.

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30 giorni di buio, recensione

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Alaska, la piccola cittadina di Barrow sta per affrontare un mese di oscurità, un appuntamento con cadenza annuale che alcuni dei cittadini affrontano stoicamente, mentre altri, viste anche le temperature proibitive, preferiscono trascorrere altrove, per tornare quando il sole spunterà di nuovo a dare un pò di colore al desolante paesaggio ghiacciato.

Quest’anno però Barrow, e i cittadini che hanno deciso di rimanere, riceveranno  un’inaspettata visita, qualcuno o meglio qualcosa ha deciso di sfruttare questa lunghissima nottata per pasteggiare, si tratta di un branco di famelici vampiri che decideranno di fare un pò di provviste, dissanguando e massacrando i pochi cittadini rimasti.

Toccherà allo sceriffo Ben Oleson (Josh Hartnett) e a sua moglie Stella (Melissa George) resistere all’assedio del branco di letali predatori, che non ha intenzione di lasciare alcun superstite, ma l’alba è troppo lontana e gli uomini al fianco di Oleson troppo spaventati, increduli e spiazzati dall’orrore piombatogli addosso, per aiutarlo in nua missione all’apparenza impossibile:  sopravvivere.

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Festival di Berlino 2010, settimo giorno

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Ancora cinema e ancora Festival di Berlino quest’oggi, ma prima di passare al programma odierno qualche news direttamente dalla rassegna, sembra che Scorsese dopo l’accoglierza positiva del suo Shutter Island abbia già in mente due progetti, un nuovo gangster-movie e addirittura un remake del cult Taxi Driver, che pare potrebbe essere diretto da Lars Von Trier, e ancora reazioni per alcune sequenze shock nel film giapponese Caterpillar, in cui una moglie fa sesso con il marito mutilato di guerra e privo di arti.

Ed ora passiamo al programma odierno con le canoniche sei proiezioni e tre film da approfondire, iniziamo con la comedy fresca di Sundance The kids are all right di Lisa Cholodenko, la regista esplora le dinamiche di una famiglia alternativa formata da una coppia lesbo, con figli concepiti con l’ausilio di  una banca del seme. Tutto sembra filare liscio, almeno sino a quando uno dei figli della coppia non decide di contattare il padre/donatore, il quale porterà un bel pò di scompiglio nel sino a quel momento tranquillo menage familiare. Protagoniste della pellicola Annette Bening e Julianne Moore.

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Quentin Tarantino pensa ad uno spaghetti-western

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Il regista Quentin Tarantino in attesa degli Oscar rilascia qualche anticipazione al sito americano NY Daily News, parlando di un’idea ancora in fase embrionale riguardo un genere molto amato, ma non ancora affrontato dall’eclettico cineasta, il western.

La sua dichiarazione come i suoi film è un bel frullatone di entusiasmo, concetti e ispirazioni varie, è palese che si tratti di un’idea forse tirata fuori al momento, che però potrebbe avere un fondo di reale interesse nell’approcciare lo spaghetti-western, genere che Tarantino ha dimostrato di apprezzare in più di un’occasione, citando tra l’altro tra i suoi cult di sempre Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone, oltre al classico Un dollaro d’onore di Howard Hawks.

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Silvio Soldini: sesso, bugie e clandestinità

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Sembra proprio che il Festival di Berlino quest’anno parli italiano, nonostante nessun film in concorso, ma grazie ad una corposa rappresentanza nelle numerose sezioni collaterali, vedi il corto Come si deve di Davide Minnelli, le Mine vaganti di Ferzan Ozpetek, ma soprattutto Cosa voglio di più di Silvio Soldini, il film narra le peripezie erotico-sentimentali di una coppia di sconosciuti, travolti dalla passione in una grigia periferia italiana.

Soldini non risparmia nudi e scene osée, ma senza sguardi voyeuristici come ci tien a precisare il regista, che ispirato dalla storia di un’amica impiegata, ci racconta di una coppia clandestina che si lascia andare ad un rapporto travolgente, che ben presto diventerà impossibile da gestire.

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Defendor trailer

Il 26 febbraio a Los Angeles esordirà Defendor, il film scritto e diretto da peter Stebbings, con Woody Harrelson, Elias Koteas, Kat Denning e Sandra …

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Lourdes, recensione

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Christine (Sylvie Testud), una ragazza affetta da sclerosi multipla che affronta la vita su una carozzella, decide di intraprendere un viaggio della speranza per il santuario di Lourdes, dove nel corso degli anni alcuni hanno ritrovato miracolosamente la salute, altri il conforto di una fede che sembrava perduta.

Christine è una ragazza che ha un gran voglia di comunicare che prescinde dalla sua condizione fisica, così giunta a destinazione cercherà il contatto umano, cercando di relazionarsi con quel microcosmo fatto di varia umanità utilizzando il proprio volto come mezzo di comunicazione, e insolito strumento di percezione dell’altro.

Così mentre la sua esplorazione prosegue, con tutta la gamma di emozioni positive e negative che fede e sofferenza trasmettono, questo suo estemporaneo viaggio le regalerà un miracolo di cui non sarà solo testimone, ma anche protagonista, un avvenimento inspiegabile che le donerà di nuovo la capacità di muoversi e camminare.

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Vita da camper, recensione

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La famiglia Munro, papà Jack (Robin Williams) mamma Jamie (Cheryl Hines) e i figlioli Carl e Cassie, non stanno attraversando un gran periodo, Jack è sempre più assorbito dal suo lavoro, i rapporti con la moglie mostrano qualche incrinatura, e la comunicazione con i due figli è diventata un miraggio.

Così da buon padre di famiglia Jack pianifica un bel viaggio alla Hawaii con consorte e prole al seguito, onde riavvicinarsi ai suoi familiari e tornare all’armonia di un tempo, ma il lavoro incombe e lo zelante boss di Jack ci mette lo zampino.

Viaggio alle Hawaii rimandato causa imminente fusione con piccola, ma strategica società, fusione che Jack sarà costretto a supervisionare di persona, ma niente paura perchè il vulcanico marito e genitore ha in serbo un asso nella manica, noleggiato un mastodontico camper imbarcherà figli e moglie coinvolgendoli in un viaggio all’insegna dell’avventura formato famiglia.

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Festival di Berlino 2010, sesto giorno

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Inauguriamo la sesta giornata del Festival di Berlino 2010 segnalandovi l’entusiasmo e gli applausi riservati al cortometraggio Come si deve di Davide Minnella con Piera Degli Esposti e Diane Fleri, Minnella racconta della cucina di un carcere, e di una cuoca addetta all’ultimo pasto dei condannati a morte che passa le consegne ad una giovane ragazza. Il corto è stato presentato fuori concorso nella sezione speciale Culinary cinema.

Ora passiamo al concorso ufficiale, tre le pellicole di cui ci occupiamo oggi, iniziamo con Honey del regista turco Semih Kaplanoglu, Yusuf un ragazzino di sei anni, dopo la scomparsa di suo padre apicoltore sparito tra le montagne, intraprenderà un viaggio per ritrovarlo, e reduce dal Sundance la comedy di Nicole Holofcener Please Give con Catherine Keener e Oliver Platt, coppia decide di ampliare il proprio appartamento acquistando quello confinante, ancora abitato da una coriacea vecchietta.

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ADG Awards 2009: vincono Avatar, The Hurt Locker e Sherlock Holmes

Art Directors Guild

Si è tenuta sabato al Beverly Hilton Hotel la cerimonia degli ADG Awards, i premi consegnati dal sindacato degli scenografi di Hollywood ai propri colleghi, giunto alla quattordicesima edizione.

A gioire sono stati Rick Carter e Robert Stromberg per la miglior scenografia fantasy, quella di Avatar, Sarah Greenwood, per la miglior scenografia di un film d’epoca, quella di Sherlock Holmes, e Karl Juliusson, per la miglior scenografia di un film contemporaneo, The Hurt Locker. Tra gli altri premi assegnati, vi ricordo quelli alla carriera, dati a Terence Marsh, Michael Baugh e Warren Beatty.

Di seguito potete leggere la lista di tutti i vincitori.

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Box Office: in Italia Avatar davanti a Scusa ma ti voglio sposare, negli States stravince Valentine’s Day

Valentine's Day

Nel weekend di San Valentino in Italia rimane in vetta Avatar, mentre negli States stravince Appuntamento con l’amore. Cominciamo proprio dai risultati americani: Valentine’s Day esordisce in testa alla classifica con 52,4 milioni di dollari (media di ben 14.300$ per sala), coprendo interamente l’investimento della produzione. Alle sue spalle altre due novità: Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: il ladro di fulmini, secondo con 31,1 milioni di dollari (9.267$ a sala) e Wolfman, terzo con 30,6 milioni di dollari (9.506$ a sala). Al quarto posto c’è ancora l’inossidabile Avatar che perde un’inezia rispetto a settimana scorsa e incassa bel 22 milioni toccando quota 659 milioni solo in patria (2,350 miliardi di dollari in tutto il mondo).

In Italia nemmeno la festa degli innamorati riesce a spazzare via Avatar: il film di James Cameron si conferma in prima posizione totalizzando 3,7 milioni di euro (nuovamente miglior media per sala, 6.908€ e 54,2 milioni totali da quando è uscito). Esordisce al secondo posto, senza infamia e senza gloria Scusa ma ti voglio sposare, che è vero, guadagna 2,94 milioni di euro, ma oltre un milione e mezzo in meno di Scusa ma ti chiamo amore. Scende in terza posizione, ma crolla come incassi Paranormal Activity, che si porta a casa 1 milione di euro (5,89 totali). Non possono esultare nemmeno Baciami ancora, quarto con 874mila euro (8,2 totali), Amabili resti, quinto con 846mila euro all’esordio e Maga Martina e il libro magico del draghetto, decimo con 296mila euro. Male Lourdes, fuori dalla top ten con soli 118mila euro, mentre sorprende Il concerto ottavo con 484mila euro (1,16 milioni totali) e la terza media per sala della settimana (3.482€).

Andiamo a vedere la consueta tabella riassuntiva con i primi cinque posti della classifica settimanale italiana e di quella americana.

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