Natale a Beverly Hills, recensione

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Aeroporto di Los Angeles, Cristina (Sabrina Ferilli) con il figlio figlio Lele (Emanuele Propizio) e il suo nuovo compagno il Marchese Aliprando (Massimo Ghini) sono in procinto di trascorrere una bella vacanza in famiglia, mentre nello stesso istante in aereoporto arriva anche Carlo (Christian De Sica) in compagnia della sua  ultima ottuagenaria conquista con tanto di sedia a rotelle, si perchè l’uomo è ormai un gigolò sul viale del tramonto.

Cosi quando l’uomo intravede Cristina e lei intravede lui, la donna è stata abbandonata incinta diciassette anni prima, c’è un inseguimento nella toilette degli uomini con un colorito scambio di battute che lascia Carlo dolorante e senza partner, si perchè nel frattempo l’arzilla nonnina ha rimorchiato un aitante ragazzone pronto a sostituire l’ormai anzianotto Carlo.

Così Carlo si ritrova senza un soldo e senza un biglietto di ritorno a girovagare per Los Angeles dove incrocierà nuovamente Cristina, che lo spaccerà per il fratello missionario laico, e dovrà suo malgrado invitarlo ad unirsi da bravo zietto alla famigliola in vacanza.

Nel frattempo durante un addio al nubilato la bella Serena (Michelle Hunziker) in preda ai fumi dell’alcol finisce nella stanza d’albergo di Rocco (Gianmarco Tognazzi), amico d’infanzia del fidanzato e futuro sposo di lei Marcello (Alessandro Gassman),

Rocco si innamorerà perdutamente di Serena e pur non avendo fatto nulla con la ragazza completamennte sbronza, non solo le farà credere di aver passato una notte di passione insieme, ma architetterà una serie di escamotage per far fallire l’imminente matrimonio.

Certo bisogna dire che quando si esce dalla sala dopo la visione di questo Natale a Beverly Hills non si può non pensare a tutte le dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati o da qualche collega che continua a giustificare il vuoto e la volgarità in escalation del cinepanettone per antonomasia, con affermazioni del tipo sono film sinceri che non ingannano il pubblico, come ho letto da qualche parte

Io mi sento invece ingannato, perchè qualcuno dovrebbe spiegare a De Sica e  colleghi cos’è un film natalizio, e in particolare un film per famiglie, una lezioncina su come non infarcire due ore di copione assolutamente inesistente con una sequela imbarazzante di doppi sensi da caserma. volgarità assolutamente gratuite e una serie di situazione pecorecce che non hanno alcun ragion d’essere, e che fanno sembrare le sexy-comedy del simpatico Alvaro Vitali e colleghi, dei gioielli di raffinatezza e fine humour britannico.

Andiamo con ordine e vediamo cosa non funziona nel film di Parenti, stavolta l’esperto regista ha potuto ben poco con il materiale a dsposizione, la tranche De Sica/Ghini/Ferilli/Propizio oltre ad avere il record personale di volgarità dell’anno in corso, con un De Sica che tocca vertici pecorecci davvero memorabili per gli amanti del genere, e ce ne sono molti, si da il via ad una sequela trita di gag senza mordente, con attori che si sbracano in maniera incredibile, un Ghini ormai perduto e per l’occasione fine spalla del collega De Sica, un Propizio imbambolato, Conticini/Quattrociocche non pervenuti e una Ferilli che tra un taccitua e l’altro è quella che forse ne esce meglio.

Seconda tranche l’apoteosi della macchietta, Gassman che fa il verso a De sica accentuandone quanto possibile il lato truce, Tognazzi che con un imbarazzante parrucchino posticcio gioca a fare il milanese sfigato con una delle performance più irritanti di sempre, la Hunziker gioca a fare l’attrice e vista l’atmosfera goliardica della situazione è autorizzata ad esagerare.

Un inciso, anche quest’anno siamo andati in sala con tutte le buone intenzioni, sperando di venire sorpresi da un cambio di rotta, di guardare una commedia cui non si chiedeva altro che di fare il proprio dovere, cioè incarnare il cinepanettone per famiglie e non propinarci  una passeggiata per Beverly Hills all’insegna della trivialità, ma visto che in sala si rideva della grossa e gli incassi premieranno comunque il film, vi diamo solo un consiglio spassionato, il film non è adatto ad un pubblico di bambini, per il resto fate vobis.