Dopo l’autista – poeta a Cannes arriva la casalinga che scrive: la manda Almodòvar

Si chiama Julieta ed è l’ultimo capolavoro di Pedro Almodóvar. Il regista lo ha presentato in concorso al Festival di Cannes, dove si è presentato in splendida compagnia ‘scortato’ dalle attrici Emma Suárez eAdriana Ugarte, entrambi interpreti, in due momenti diversi, della Julieta del titolo: una donna che vorrebbe continuare a comunicare con la figlia che ha perso di vista, e per la quale scrive i suoi ricordi.

almodovar

Il regista spagnolo, dunque, presenta una figura affascinante. Romantica. Degna delle sue opere migliori. E Julieta, con la quale a differenza di Woody Allen e Steven Spielberg Almodòvar si è presentato in concorso, lo è assolutamente. Sulla scelta di gareggiare e sul confronto con i suoi colleghi, Pedro è molto chiaro e anche abbastanza umile nel rispondere ai giornalisti:

Non ho il loro talento, rispetto la loro posizione, ma siccome sono a Cannes mi piace essere in concorso, è più eccitante, anche a livello mediatico. Non mi sento tanto sacro.

Julieta è il suo ventesimo film, sicuramente un traguardo importante, ma anche in questo caso Almodòvar vola basso:

Non cambia nulla per me, ho realizzato che era il ventesimo solo alla fine, quello che conta è la storia.” Apprezza che alcuni abbiano coniato per il suo stile il termine “almodrama” o che abbiano parlato di “metamelodramma. Julieta è però un dramma sobrio, contenuto, nei limiti del possibile. E’ la madre più vulnerabile, più debole, le altre combattevano. Lei è vittima delle perdite. E’ quasi uno zombie, senza direzione o speranza. La sceneggiatura è la fusione di tre racconti di Alice Munro contenuti nella raccolta In fuga. E’ una casalinga che scrive, un po’ come me. Alla fine dei suoi racconti so sempre meno di quel che sapevo all’inizio, adoro questa sensazione, ma in un certo senso è tutto mio, io non sono mai troppo fedele quando adatto, ammiro molto la Munro, ma dovevo modificarla per portarla in Spagna.

Dopo la prima stesura, Pedro aveva pensato di raccontare la storia in inglese, a New York, ma ha abbandonato l’idea, nonostante un’attrice americana fosse molto interessata al progetto. Oggi il suo film ha invece ricevuto il calore del pubblico francese.