Entrapment: recensione

Robert MacDougal (Sean Connery) è un raffinato e imprendibile ladro specializzato in opere d’arte ed in furti all’apparenza impossibili, utilizza tutto ciò che la tecnologia più all’avanguardia offre per realizzare i suoi colpi, zero rischi e zero vittime per uno stile d’altri tempi.

Virginia Baker (Catherine Zeta-Jones) è una investigatrice di una compagnia d’assicurazioni, bellissima esperta e determinata a mettere al fresco MacDougal, ed inizia una serie di indagini che la porteranno a scovare il ladro, ma invece di arrestarlo la bella investigatrice si coalizzerà con quest’ultimo per realizzare tre furti impossibili nel giro di quindici giorni.

L’alleanza si mischierà con i sentimenti che si confonderanno con presunti tradimenti e strategie da doppiogioco, l’infatuazione di Virginia per l’attempato e fascinoso MacDougal è una strategia? O è lo scaltro MacDougal ad utilizzare la giovane e bella Virginia per sfruttarne contatti e capacità? Chi dice la verità, chi mente, e chi è veramente innamorato dell’altro?

Romance, thriller e aria da cinema d’altri tempi, il duetto amoroso tra i due protagonisti risulta, nonostante la notevole differenza d’età, molto credibile, molto del merito va al fascino evergreen di Sean Connery. Entrapment è un film dalle piacevoli atmosfere vintage che sfrutta appieno le nuove tecnologie.

Connery è gigione come al solito e ormai il suo carisma basta e avanza a tenere in piedi anche produzioni di mediocre qualità, Catherine Zeta-Jones è bellissima e ha quall’aria furbetta che farebbe capitolare anche il piu scaltro dei latin-lover, la coppia ci accompagna in questo coinvolgente e raffinato thriller a tinte romance che non deluderà nessuno, perchè è quel tipo di cinema che vive al di sopra dei generi sfruttandone comunque con efficacia tutti i clichè, consigliato.