Cinecittà a rischio chiusura, si muovono anche i giornalisti cinematografici

In queste ultime ore sono rimbalzate in rete notizie sul rischio che si starebbe palesando di una possibile chiusura della società Cinecittà Luce, a lanciare l’allarme l’amministratore delegato Luciano Sovena che parla di un rischio tangibile, figlio di repentini e inarrestabili tagli ai finanziamenti che hanno visto il Fondo unico dello spettacolo passare dai 29 milioni erogati nel 2004 ai 7,5 previsti per il 2011.

A reagire al rischio chiusura e ad unirsi alle proteste anche i giornalisti cinematografici del sindacato SNGCI:

No alla chiusura, no ad ogni rischio di ridimensionamento per Cinecittà: non è neanche immaginabile che un patrimonio di valore storico non solo per il cinema e per la cultura sia condannato dai tagli che stanno mettendo in ginocchio ogni attività paradossalmente insignita di un valore di interesse culturale nazionale.

Sovena palesa un futuro nero per la società:

Siamo a un passo dal chiudere i battenti. Dal licenziare dipendenti. Dal sospendere un’attività preziosissima per il cinema contemporaneo e la memoria audiovisiva italiana…È in gioco il futuro non di una qualsiasi società per azioni, ma del marchio audiovisivo più prestigioso d’Italia e tra i più antichi del mondo, sicuramente dello stesso Disney. Tutto ciò avviene mentre si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia rischiando di chiudere un insostituibile archivio storico, un’agenzia di promozione del cinema italiano all’estero e impedendo di valorizzare nuovi talenti con la distribuzione di film d’autore.

L’amministratore delegato ipotizza anche possibili soluzioni ad una situazione che va affrontato con tempestività visto che sono a rischio molti posti di lavoro:

Potremmo immaginare una mobilità di parte del personale verso il ministero dei Beni culturali, l’intensificazione di accordi già avviati con Telecom, Fastweb e Google per il video on demand…con i contributi statali a questa quota, la nostra capacità imprenditoriale si riduce a pochissimo…» (fonte Corriere della sera)