Marigold Hotel, recensione in anteprima

Marigold Hotel è un titolo che lascia presagire poco: infatti, questo film ruota intorno a una residenza per la terza età a Jaipur, una caotica e assolata città in India, in cui il giovane proprietario sogna di trasformare l’hotel in un luogo migliore per un anziano (trasformazione ancora in corso quando i primi clienti si presentano alla residenza) che voglia trascorrere gli ultimi anni della propria vita in modo diverso.

Diverso è il termine più adatto, che compare metaforicamente addosso ai volti -oltre che sui vestiti, così diversi da quelli indiani, dei sette malcapitati che hanno la sventura di inaugurare l’attività dell’hotel-, che fin dalle prime immagini impone allo spettatore un sereno approccio a tutto ciò che è anticonvenzionale per un film (le frasi interrotte d’improvviso con cambi di scena netti) come per l’intreccio delle vicende personali dei protagonisti, mentre aleggia alla fine un tono lontanamente banale del classico happy ending americano.

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La vita è una cosa meravigliosa, recensione

Il quotidiano tra fatti, misfatti e velleità di un gruppo di italiani da commedia: Cesare (Enrico Brignano) è un poliziotto che si occupa delle famigerate intercettazioni che scoprirà per puro caso durante una sessione di lavoro che Doina (Yulita Mayarchuk), la sua fidanzata ungherese fa la escort. Tra gli intercettati c’è Antonio (Vincenzo Salemme), presidente di un importante gruppo bancario, al quale i politici chiedono con insistenza copertura e fondi neri per finanziare i loro intrallazzi. Tra le personalità che Antonio copre ed assiste c‟è anche il proprietario di una clinica dove lavora Claudio (Gigi Proietti), un chirurgo sposato con Elena (Nancy Brilli), il quale finirà suo malgrado coinvolto nell’inchiesta insieme a Vanessa (Virginie Marsan) la figlia di Antonio, Marco (Emanuele Bosi) un giovane elettricista e Laura (Luisa Ranieri), una massaggiatrice che si innamora di Cesare senza sapere nulla ne dell’inchiesta ne del suo lavoro.

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Prospettive di un delitto, recensione

Il Presidente degli Stati Uniti Henry Ashton (William Hurt), scortato dagli agenti segreti Thomas Barnes (Dennis Quaid) e Kent Taylor (Matthew Fox), partecipa ad un vertice politico a Salamanca, in Spagna per promuovere un trattato internazionale. Scopriremo come si è consumato un attentato ai suoi danni attraverso otto diversi punti di vista in un arco di tempo di 23 minuti. Ad ogni nuovo punto di vista mostrato si aggiungeranno dettagli inediti che insieme mostreranno, come in una sorta di rompicapo temporale, cosa è realmente accaduto in quei fatidici minuti prima, durante e dopo l’attentato e soprattutto il complotto che vi si cela dietro. I diversi punti di vista saranno narrati anche attraverso la produttrice televisiva Rex Brooks (Sigourney Weaver), il turista americano Howard Lewis (Forest Whitaker), l’ufficiale di poliza spagnolo Enrique (Eduardo Noriega) e il terrorista Suarez (Saïd Taghmaoui).

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10 regole per fare innamorare, recensione

Marco (Guglielmo Scilla) è uno studente fuori sede che ha lasciato l’università per dedicarsi all’insegnamento ai bambini e alla poesia e che un bel giorno si prende una cotta stratosferica per Stefania (Enrica Pintore) una neolaureata in lettere, bellissima e decisamente fuori dalla sua portata, perchè Marco ha un enorme problema, è una frana nell’approciare le donne e questo per lui è un continuo motivo di derisione da parte dei suoi tre vivaci coinquilini Mary (Fatima Trotta), Paolo (Pietro Masotti) e Ivan (Piero Cardano). Visto che non bastava la fase depressiva post-colpo di fulmine, a complicare la vita del povero Marco ci si metterà la visita a sorpesa del padre Renato (Vincenzo Salemme), chirurgo plastico marpione e divorziato che non solo è ancora convinto che il figlio frequenti l’università e stia preparando la tesi, ma si metterà in testa di dargli una mano impartendogli 10 infallibili regole per conquistare Stefania e visto che l’amore è tutt’altro che una scienza esatta il disastro è dietro l’angolo.

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Romanzo di una strage, recensione in anteprima

Milano 12 dicembre 1969, la deflagrazione di una serie bombe di quello che sembra a prima vista un altro attentato a scopo dimostrativo messo in atto dagli anarchici, stavolta va oltre mietendo 17 morti e ferendo gravemente altre 88 persone tutte presenti all’interno della sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Dopo il fermo di alcuni volti noti dell’ambiente politico milanese di matrice anarchica tra cui Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), il commissario Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea) si troverà di fronte ad un’ambigua evoluzione delle indagini, strani suicidi, testimoni imboccati e connessioni volutamente ignorate con movimenti di destra collusi con poteri economici e statali. Purtroppo ancora oggi, dopo trentatrè anni di processi, quella che viene definita come la strage di piazza Fontana non ha ancora nessun colpevole è resta un delle pagine nere della storia italiana, che fungerà da preambolo alla cieca violenza degli Anni di piombo.

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Cosa piove dal cielo?, recensione

Roberto (Riccardo Darin) gestisce una ferramenta in quel di Buenos Aires. meticoloso sino al compulsivo, solitario e dal carattere scontroso l’uomo si ritrova a dover fronteggiare due eventi che mineranno la sua asocialità conclamata mettendo in pericolo il suo microcosmo da burbero eremita. Gli eventi in questione sono due persone in carne ed ossa, la prima è Mari (Muriel Santa Ana) un’amica da sempre innamorata di lui che arriva dalla campagna agguerrita e con la ferma intenzione di farlo capitolare, l’altro è Jun (Ignacio Huang) un ragazzo cinese giunto in Argentina in cerca di uno zio che risulta irreperibile e che costringerà Roberto, accorso in suo aiuto ad ospitarlo. Queste due persone, entrambe ben consce che sotto la scorza dura di Roberto si cela un grande suore, lentamente e faticosamente cominceranno a far breccia nella sua quotidianità costringendolo a fare i conti con se stesso e un carattere indurito dal tempo e dalla solitudine.

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The Raven, recensione

Baltimora 1849, lo scrittore e poeta Edgar Allan Poe (John Cusack) dedito alla bottiglia ha perso la sua vena creativa e si aggira di bar in bar bevendo sino allo sfinimento e imprecando contro un destino crudele e beffardo che gli ha tolto l’amata moglie ed ora infierisce su di lui negandogli anche lo sfogo della pagina scritta. Dopo l’ennesimo rifiuto di pubblicazione a Poe accadrà l’imprevedibile, un serial-killer piuttosto creativo e senza dubbio suo grande ammiratore decide di mietere vittime in città modellando i suoi efferati crimini sulle storie dello scrittore, che si troverà suo malgrado coinvolto in una caccia al mostro al fianco dell’ispettore Emmett Fields (Luke Evans). La posta in gioco si alzerà ulteriormente e le parti si invertiranno quando il msiterioso omicida seriale costringerà Poe a scrivere nuove storie ispirandosi ai suoii delitti e per farlo rapirà il nuovo amore e futura sposa del poeta, la bellissima e facoltosa Emily Hamilton (Alice Eve).

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Quijote, recensione in anteprima

Dal 23 marzo Quijote, l’opera prima di Mimmo Paladino, arriva finalmente nelle sale italiane grazie a Distribuzione indipendente: l’artista/regista mette in scena una perforazione multipla di arti, in cui ogni espressione creativa si fonde con tutto quello che è già stato creato e tale fusione rende allo spettatore un oggetto nuovo, un documento filmico, un audiovisivo d’arte che colpisce ogni parte sensoriale; una pellicola come Quijote può anche non piacere a molti, ma è un’opera suadente e platonica, a tratti onirica, intoccabile e suscettibile alla grande arte del passato che si reincarna nel nuovo.

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Puncture, recensione in anteprima

Mike Weiss (Chris Evans) e Paul Danziger (Mark Kassen) sono due giovani avvocati, il primo brillante, ma con un grave problema di tossicodipendenza il secondo più posato con una moglie e un figlio in arrivo. I due hanno deciso di dedicarsi a cause risarcitorie per negligenza e incidenti d’auto, questo almeno era l’intenzione di Danzinger, perchè Weiss si ritrova per le mani il caso di una vita, di quelli che potrebbero distruggerti la carriera e mandarti sul lastrico oppure proiettarti nell’olimpo delle class-action che hanno fatto la storia, rendendoti molto ricco ed altrettanto celebre. Il caso in questione è quello di un’infermiera (Vinessa Shaw) che ha contratto l’HIV dopo la puntura accidentale di un ago di siringa durante un intervento in pronto soccorso, questo caso all’apparenza di routine rivelerà al suo interno una delle più nefaste macchinazioni ordite nel sistema sanitario americano, colluso con gli interessi multimiliardari di una potente associazione medica. Weiss e Danzinger decideranno così di affrontare questo mostruoso golem partorito da un sistema fallace fino al midollo, pagandone invitabilmente tutte le conseguenze.

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17 Ragazze, recensione in anteprima

Camille e le sue amiche hanno 17 anni, un’età di mezzo in cui non si è né grandi né piccoli, un’età in cui i sogni regnano incontrastati sebbene non si sia ancora pronti per realizzarli; dal titolo originale 17 Filles, la storia di 17 ragazze di 17 anni in una piccola città francese sull’Atlantico (storia tratta da un episodio accaduto realmente) che decidono di restare incinte tutte insieme.

Quellache inizialmente sembra essere una forte provocazione, si rivela presto un gesto d’amore e di ribellione, una scelta di libertà capace di andare oltre ogni pregiudizio: 17 Ragazze è la riscoperta del cinema francese, di un cinema rivolto alle donne, alla Donna e all’universo femminile.

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Spy Kids 4, recensione in anteprima

Marissa Cortez Wilson (Jessica Alba) è una neo-mamma che ha sposato un reporter televisivo vedovo (Joel McHale) con due figli e per riuscire ad occuparsi a tempo pieno del suo bebè e della sua famiglia ha deciso di lasciare il suo impiego di super-agente segreto dell’OSS, si perchè la bella Marissa è una spia di quelle alla Mission impossible. Purtroppo gli sforzi di Marissa per conquistarsi l’affetto dei figli del marito, i gemelli Rebecca e Cecil (Rowan Blanchard e Mason Cook) sembrano funzionare solo in parte, perchè se Cecil sembra apprezzare le attenzioni di Marissa, Rebecca reagisce invece con terribili scherzi e scostanza. Ben presto però l’OSS avrà nuovamente bisogno dei servigi di Marissa costringendola a tornare in azione per sventare il folle piano del Timekeeper, un cattivo da manuale che ha deciso di rubare tutto il tempo rimasto all’umanità, secondo lui incapace di sfruttarlo in maniera adeguata. Questa nuova missione sarà l’occasione per Marissa e i gemelli di conoscersi meglio e di stabilire finalmente un legame, naturalmente dopo aver salvato il mondo da un’imminente apocalisse temporale.

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Ti stimo fratello, recensione

Giovanni (Giovanni Vernia), figlio di un maresciallo della finanza, è un neo-laureato in ingegneria elettronica che si trasferisce a Milano in cerca di un lavoro. Giunto in città si troverà di fronte ad una sequela interminabile di infruttuosi colloqui fino a che, costretto per sbarcare il lunario a lavorare come tecnico/riparatore di fotocopiatrici, non verrà assunto come creativo in un’agenzia pubblicitaria. Giovanni trovato un appartamento ed una fidanzata, che è anche la figlia del suo capo, vedrà il suo tran tran quotidiano sconvolto dall’arrivo del fratello gemello Jonny (Giovanni Vernia), giunto a Milano per sostenere un esame per entrare nel corpo della Guardia di finanza. Considerato da sempre la pecora nera della famiglia Jonny, che ha ha la mentalità di un adolescente e vive solo per il ballo e la discoteca, diventerà invece uno degli animatori più famosi e richiesti di Milano, conquistando anche la bella cassiera Alice (Susy Laude), che ingannata dalla somiglianza e da qualche omissione penserà che Jonny e Giovanni siano in realtà la stessa persona…

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The Lady, recensione in anteprima

Aung San Suu Kyi (Michelle Yeoh) ha poco più di due anni quando suo padre, importante esponente politico che contribuì all’indipendenza della Birmania dal Regno Unito, viene ucciso da alcuni avversari politici. Divenuta adulta si costruisce una vita felice in Inghilterra con un marito amorevole (David Thewlis), ma le precarie condizioni di salute della madre la costringono sul finire degli anni ’80 a tornare in patria, dove riprenderà contatto con una realtà di oppressione che risveglierà in lei una forte coscienza politica. Ben presto Suu Kyi diventa una spina nel fianco per il regime militare che reagisce con la forza costringendola agli arresti domiciliari, negandogli una netta vittoria conquistata alle elezioni ed espellendo dal paese i suoi famigliari. Suu Kyi comincerà così la sua lunga lotta non-violenta per la libertà della sua nazione che la trasformerà in un’eroina e nella prima donna asiatica a cui verrà assegnato un Nobel per la pace.

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Machine Gun Preacher, recensione in anteprima

Sam Childers (Gerard Butler) è un ex-detenuto eroinomane, con moglie e una figlia che si ritrova a toccare il fondo per l’ultima volta con il suo amico di sempre Donnie (Michael Shannon), l’uomo seguirà l’esempio della moglie ex-spogliarellista (Michelle Monaghan) che mentre lui era in carcere ha cominciato frequentare una chiesa locale ed ha trovato conforto nella fede. Childers darà un taglio con la droga, verrà battezzato, troverà un lavoro nel campo dell’edilizia e aprirà una piccola impresa riuscendo a tirarsi fuori dal pozzo senza fondo in cui stava precipitando e dopo essersi salvato darà una mano anche all’amico Donnie aiutandolo a disintossicarsi. Durante uno dei sermoni domenicali tenuti nella sua chiesa, Childers ascolterà la richiesta d’aiuto di un missionario che si occupa di bambini africani e in particolare della piaga dei bambini soldato nell’Uganda e nel Sudan, dove ogni anno a causa di una sanguinosa guerra civile ne muoiono a centinaia ed interi villaggi vengono distrutti.

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