Cash: recensione in anteprima

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Cash è un truffatore gentiluomo, elegante e raffinato, che alla morte del fratello decide che qualcuno dovrà pagare per l’accaduto e organizza così un piano per trafugare una valigia piena di diamanti.

Il lavoro sarà complicato e decisamente rischioso, ma non è il rischio il sale di ogni buona truffa? così Cash inizia l’iter con la pianificazione, gli escamotage, le esche e la costruzione di labili ma necessarie alleanze.

Nel frattempo avviene un piccolo imprevisto, la conoscenza del futuro suocero, che sembra aver attirato l’attenzione di una determinata e volitiva agente dell’Interpol, tutta questa attenzione non fa certo bene al piano che comincerà a mutare seguendo l’evolversi degli avvenimenti.

Comincia così il gioco delle parti, tra cambi di fronte, alleanze che saltano, altre che si consolidano, tra schermaglie amorose, raffinate location e una buona dose di humour.

Il problema di un film di questo tipo è proprio il genere a cui fa riferimento, che è ricco di cult e classici che hanno molto ben rappresentato la categoria negli anni lasciando poco spazio a vere sorprese o a script che spiazzino piacevolmente lo spettatore.

Consapevole di questo il regista Eric Besnard si affida a due protagonisti decisamente carismatici,  un Jean Reno che ormai sembra innestare una sorta di pilota automatico che lo rende malleabile e adatto ad interpretare villain, eroi e buffoni con un invidiabile nonchalance, e Jean Dujardin, il Cash del titolo, attore molto noto in Francia, meno da noi, ma che risulta simpaticamente sbruffone quanto basta a renderlo credibile nel suo ruolo.

Il resto è una serie di avvenimenti modereratamente brillanti che però scorrono sullo schermo troppo prevedibilmente, non lasciando nessuna traccia, nonstante lo script tenti volenterosamente di sparigliare a più riprese le carte, instillando dubbi e regalando certezze da utilizzare a fine corsa a proprio piacimento.

Cash è un divertissement a tutto tondo che non graffia, che lascia  soddisfatti per la bella confezione e meno per il contenuto, e come la classica cravatta regalata a Natale, cambi il pacchetto, cambi il colore, magari il tessuto, ma sempre della solita cravatta si tratta.