Ritorno a Cold Mountain, recensione

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Guerra di secessione 1863, durante l’assedio di Pittsburgh e la sanguinosa battaglia che ne seguì il soldato confederato Inman Bails (Jude Law) ricorda i giorni tranquilli nella bucolica Could Montain, villaggio della Carolina del Nord, dove prima della guerra viveva e lavorava e dove conobbe la splendida Ada (Nicole Kidman), figlia del  facoltoso reverendo Monroe (Donald Sutherland).

Folgorato dalla bellezza della donna Bails la corteggiò a lungo riuscendo a strapparle un bacio prima che la guerra giunse spietata a separarne i destini, lei lontana che implora per lettera il suo ritorno, lui ferito e ricoverato in un ospedale mentre l’esercito sudista si appresta a soccombere.

Bails diserterà per amore decidendo di ascoltare il suo cuore e intraprendendo un lunghissimo viaggio che ne minerà corpo e mente, mentre Ada morto il padre, si ritroverà a dover fronteggiare il duro lavoro di una fattoria da portare avanti da sola, ma mentre sconforto e la solitudine staranno per sopraffarla, alla fattoria giungerà un aiuto insperato, portato da una giovane e determinata ragazza (Renée Zellweger) che aiuterà Ada a superare i momenti più difficili.

Il regista Anthony Minghella, premio Oscar alla regia per Il paziente inglese, adatta per lo schermo una storia d’amore d’altri tempi ispirata ad un best seller dello scrittore americano Charles Frazier, miscelando con efficacia il classico pamphlet romantico da grande schermo con il dramma bellico e calando il tutto in una immersiva messinscena, nobilitata da un terzetto d’attori in parte.

La parte più sorprendente del film è proprio l’amore idealizzato che diventa la forza motrice della storia a distanza tra i due protagonisti, Minghella conosce il suo mestiere e con una regia convenzionale, come il genere impone, riesce a trasmettere con efficacia sentimenti e accadimenti che si rincorrono sullo schermo, senza raggiungere vette memorabili, ma ammiccando con intelligenza ai classici della Hollywood che fu.

Ritorno a Cold Mountain riesce a miscelare con dovizia lo spessore narrativo del  dramma bellico con gli elementi tipici dell’intrattenimento romance di classici di origine letteraria che hanno transitato con successo sul grande schermo, vedi Vento di passioni, raggiungendo come quest’ultimo un invidiabile equilibrio che su schermo funziona a dovere.

Note di produzione: il film è stato girato parte in america tra Virginia e Carolina e parte in Romania, nella regione della Transilvania. Nel cast figurano anche Philip Seymour Hoffman, Natalie Portman e Giovanni Ribisi.