Recensione: Operazione Valchiria

Durante la seconda guerra mondiale, il Colonnello Claus Von Stauffenberg (Tom Cruise), perde un occhio una mano e due dita, durante una missione nell’Africa del nord. Quell’episodio per lui non è che l’ennesima conferma che i tedeschi perderanno la guerra e che l’insistenza bellica e le atrocità di Adolf Hitler sono degli errori.

Rientrato in patria, Claus viene contattato da un gruppo di soldati e politici, pronti all’alto tradimento pur di far cadere Hitler e poter negoziare con gli alleati la resa prima che sia troppo tardi. La loro idea è quella di assassinare il Fuhrer e nominare un nuovo governo.

Il colonnello Von Stauffenberg ha, però, un’idea più brillante e ambiziosa: utilizzare il piano di emergenza pensato dallo stesso Kaiser, denominato Operazione Valchiria, per far incriminare di tradimento tutto il gruppo dirigente delle SS e togliersi di mezzo, così, in un colpo solo, coloro che avrebbero messo in discussione il futuro della Santa Germania.

Operazione Valchiria (Valkyrie) è un film drammatico, basato su fatti realmente avvenuti il 20 luglio 1944, diretto da Bryan Singer che, seppur impreziosito dalle interpretazioni di Kenneth Branagh, Tom Wilkinson, Bill Nighy e Terence Stamp, non è del tutto convincente.

La storia è ben raccontata, ma non approfondita: sono state inserite le scene di vita quotidiana per dare più profondità al protagonista (a mio avviso superflue) e non c’è stata una descrizione più attenta dei personaggi di contorno, così da far sembrare il tutto uno scontro a due tra Hitler e Von Stauffenberg. Ho trovato molto gradevoli i momenti concitati della messa in atto dell’operazione, affascinanti i preparativi (anche se forse troppo chiacchierati), ma da tutto ciò non si evince la vera natura della decisione di ribaltare il governo (solo scelta politica o volontà di redimersi? La contrarietà ai campi di concentramento e alle scelte del Fuhrer quando sono nate?).

Concludendo: la pecca di Operazione Valchiria è nell’idea di fondo: non è pensabile riuscire a creare la suspance necessaria per quasi due ore, se la storia si basa su qualcosa di cui si sa già il finale. Per questo motivo il film rimane una buona pellicola bellica, che racconta una pagina interessante della storia della seconda guerra mondiale, ma non va oltre.