Il colore della libertà, recensione

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Sudafrica 1968, James Gregory (Joseph Fiennes) da bambino ha avuto compagni di giochi di colore da cui ha imparato la lingua Xhosa, lingua con cui si esprimono e scrivono molti abitanti del Sudafrica, capacità che gli ha permesso di avere un posto di lavoro sull’isola- penitenziario di Robber Island, dove è detenuto anche il leader politico Nelson Mandela (Dennis Haysbert).

Con moglie e figli al seguito Gregory si traferisce sull’isola dove viene incaricato di censurare i contenuti delle lettere dei detenuti, lettere appunto scritte in Xhosa, Gregory come peraltro la moglie Gloria (Diane Kruger), ha un’idea ben precisa dell’Apartheid, un sistema che approva e sostiene.

Gregory sull’isola comincerà a toccare con mano le conseguenze della segregazione razziale e a capire gli ideali e la lotta che hanno portato Mnadela in carcere, in lui lentamente la coscienza e una percezione di ingiustizia prenderanno il sopravvento, innescando un cambiamento inarrestabile che gli causerà non pochi guai, sia sul lavoro che in famiglia.

Il regista danese premio Oscar Billy August, dopo la saga familiare de La casa degli spiriti, e altre due trasposizioni letterarie, il classico I miserabili e il best seller Il senso di Smilla per la neve, si cimenta con un altro grande successo editoriale che alla sua uscita non fu risparmiato da qualche polemica, il libro autobiografico Goodbye Bafana: Nelson Mandela, my prisoner, my friend, scritto da James Gregory, uno dei carcerieri del leader sudafricano.

Billie august è un regista decisamente convenzionale, ma anche molto elegante ed asciutto sia nella messisncena che nello stile visivo, a per questa sua formalità a volte  viene accusato, a torto di un uso eccessivo di retorica che se nelle pagine di un romanzo viene tollerata, sul grande schermo non subisce lo stesso destino.

August sceglie per questo riuscito adattamento l’inglese Joseph Fiennes, nel curriculum  il romance in costume premiato con sette statuette Shakepeare in love e attualmente nel cast del serial sci-fi Flashforward, e Dennis Haysbert carismatico Presidente degli Stati Uniti nel serial 24. Due attori di una certa solidità e dotati di una recitazione pacata e volutamennte sottotono, poco inclini all’istrionismo, e proprio per questo adatti alo stile di August, e capaci di trasmettere emozioni senza lanciarsi in performace urlate.

Pacatezza ed eleganza nella narrazione e due efficaci protagonisti, Il colore della libertà è un ottimo film che non mancherà di regalare emozioni, e per una volta costruito emotivamente sulla storia, e non solo sul carisma dei protagonisti.