Film parodia di Re Artù, Monthy Python e il Sacro Graal

Oggi per lo spazio dedicato alle parodie cinematografiche ci cimentiamo con la leggenda di Re Artù e i cavalieri della Tavola rotonda e il mito del Sacro Graal, elementi della suggestiva mitologia bretone saccheggiati a piene mani e a più riprese dal cinema di sempre spaziando dai classici made in Hollywood come il fantasy epico Excalibur, l’avventuroso terzo capitolo di Indiana Jones, il classico Disney La spada nella roccia e il romance cavalleresco L’ultimo cavaliere, fino alla nostrana versione fantozziana Eschinzibur nel celebrativo SuperFantozzi.

Nel 1975 il gruppo di comici inglesi conosciuti come Monthy Pyton sforna Monthy Python e il Sacro Graal, primo lungometraggio con una trama articolata confezionato a bassissimo costo dal gruppo di scatenati comici britannici e diretto a quattro mani da Terry Gilliam e Terry Jones.

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B-cult, Due strani papà

papaOggi dedichiamo lo spazio B-movie al film Due strani papà, commedia italiana datata 1983 che unisce due talenti di diversa provenienza, il cantautore Franco Califano e l’attore Pippo Franco per una casareccia ed intrigante commedia, che mette in scena la storia di Alberto e Franco due amici che occupano abusivamente un ex-orfanotrofio vivendo di espedienti.

Alberto e lo sciupafemmine della situazione con il vizio del gioco e macchinone troppo costoso, mentre Franco sempre in cerca di qualche soldo, tra un espendiente e l’altro si treveste da suora per far credere che l’orfanotrofio sia ancora in attività, onde evitare che un controllo scopra la verità, e butti in mezzo alla strada entrambi.

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Rugantino, recensione

rugantinoNella roma papalina del 1830, il giovane Rugantino (Adriano Celentano), arrogante e spaccone scansafatiche, ha messo gli occhi sulla bella Rosa (Claudia Mori), sposata con il gelosissimo e violento Gnecco.

Rugantino scommette con tre suoi amici che riuscirà a conquistare e  circuire la morigerata Rosa visto che il marito è in esilio, avendo lui commutato, come spia del governo pontificio, una condanna a morte per omicidio in un esilio forzato oltreconfino.

Gnecco, saputo che la sua Rosa non è indifferente al serrato corrteggiamento di Rugantino, torna a Roma durante il carnevale pronto a vendicarsi in un duello a fil di lama, ma inaspettamente un suo avversario politico lo uccide. Dell’assassinio viene, per ovvi motivi, accusato Rugantino che per dimostrare il suo coraggio decide di immolarsi al boia, invece che perdere la propria dignità di fronte all’amata.

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