B-cult, Morte a 33 giri

Oggi rispolveriamo la mise metallara anni’80 e qualche vinile da battaglia per parlarvi di Morte a 33 giri, piccolo e ironico metal-horror che a distanza di anni ci permette di rivevere in salsa gore un periodo di grande visibilità per la musica heavy metal e che l’attore e regista Charles Martin Smith portò su grande schermo nel lontano 1986.

Smith, che ricordiamo appare nel classico di Lucas American Graffiti e nello Starman di Carpenter, anticipa alcune suggestioni esoterico-rockettare che ritroveremo anche nell’horror dell’anno successivo Non aprite quel cancello, raccontandoci di un adolescente problematico appassionato di Metal che evoca una luciferina rockstar che lo istruirà su come vendicarsi dei bulli che quotidianamente lo umiliano.

Naturalmente il contatto con l’aldilà avverrà attraverso il classico disco suonato al contrario, uno dei numerosi stereotipi che lo script mette in luce e che accompagnano da sempre non solo chi suona il metal, ma anche chi lo ascolta.

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Nightmare, gli effetti speciali parte prima

Si sono dimostrati giustificati i timori e le perplessità che si erano create intorno al nuovo Nightmare, materializzatesi guardando un attore del calibro di Jackie Earle Haley, memorabile Rorschach in Watchmen,  sepolto da troppo make-up e sprecato in una sorta di opaca imitazione di un originale a questo punto dimostratosi inarrivabile.

Per l’occasione dedichiamo due speciali della nostra consueta rubrica horror agli effetti speciali dei Nightmare della serie originale e al nuovo Freddy Krueger formato reboot, così da poter confrontare l’approccio al personaggio e al make-up nella visione anni ’80 e in quella di ultima generazione.

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10 maghi degli effetti speciali

AlienQueen (500 x 658)

Oggi classifica particolare dedicata ai grandi maestri degli effetti speciali, quelli che ancor prima dell’avvento della più economica e un pò fredda CGI creavano vere e proprie opere d’arte miscelando make-up tradizionale all’animatronica, mix che pernetteva anche agli attori sul set di interagire fisicamente con vere e proprie creature capaci di movimenti e reazioni.

Così dopo il pioniere Ray Harryhausen che con la sua strabiliante stop-motion incantò milioni di spettatori, ecco susseguirsi una serie di talenti spinti dalla passione per un cinema di genere a cui l’etichetta di B-movie andava sempre più stretta e che ancora oggi restano un sicurezza in fatto di professionalità, esperienza e creatività.

Dopo il salto troverete una top ten con quelle figure professionali ed artistiche che secondo noi hanno tracciato un percorso creativo senza il quale il cinema di genere non avrebbe partorito incubi tanto reali da rimanere impressi per sempre nell’immaginario di milioni di spettatori e generazioni di cineasti.

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