Nightmare, recensione

Un gruppo di ragazzi comincia a soffrire di incubi ricorrenti in cui compare un uomo orribilmente ustionato e con un guanto artigliato, ben presto avranno il terrore di addormentarsi e cosa peggiore inizieranno a morire misteriosamente proprio durante il sonno.

Due di loro Nancy Holbrook (Rooney Mara) e Quentin Smith (Kyle Gallner) decideranno di approfondire la storia e cominceranno ad investigare su alcune connessioni che li vedono insieme dai tempi delle scuole elementari, circostanza di cui i ragazzi non hanno alcun ricordo e che i genitori negano, fino alla scoperta di un foto che ritrae un’intera scolaresca che oltre a Quentin e Nancy comprende tutti i ragazzi sino a quel momento spirati nel sonno.

Di fronte all’evidenza la madre di Nancy e il padre di Quentin raccontano di un uomo, un certo Freddy Krueger (Jackie Earle Haley) che lavorando nella scuola ne aveva molestato tutti i piccoli alunni e che una volta scoperto era stato bruciato vivo da un gruppo di genitori infuriati.

E’ proprio Krueger che dopo la sua morte è tornato per reclamare ciò che è suo, i piccoli ragazzini da lui molestati ora diventati adolescenti e vendicarsi sui responsabili del suo assassinio e per farlo ha scelto di tornare in forma di incubo e prendersi le anime di ognuno, a partire dalla sua preferita di allora la piccola Nancy.

Non c’è nulla che funzioni in questo nuovo Nightmare diretto dall’esordiente Samuel Bayer e prodotto da Michael Bay, non si riesce a capire cosa si intendesse fare con il personaggio/icona creato da Craven se non forse ripescarne il lato più horror degli esordi che ritroveremo solo nel settimo film della serie Nightmare 7: Il nuovo incubo diretto ancora da Craven, nel mezzo cinque film e l’ironica versione made in Englund che col passar degli anni si è avvicinata pericolosamente ai territorio della parodia per culminare nel peggior film della serie, il pessimo Nightmare 6: La fine.

Lodevole l’intenzione, disastroso il risultato, il film è soporifero oltre ogni limite, è più facile che ci si addormenti in platea che sullo schermo, alcune sequenze fotocopia tratte dall’originale, vedi il guanto artigliato nella vasca e l’assalto notturno di Freddy attraverso la parete buttate via, la prima diventa una parodia, la seconda cartonizzata in maniera indecorosa grazie all’imperante mania da CGI che sembra aver reso tutti ad Hollywood maghi degli effetti speciali e stendiamo un velo pietoso sul tentativo, in seguito abortito di utilizzare la CGI anche per le ustioni di Krueger, roba da far venire davvero la pelle d’oca.

Salviamo il talentuoso Jackie Earle Haley, memorabile il suo Rorschach in Watchmen, che fa del suo meglio con un quintale di pessimo make-up sul volto, ma sembra che per realizzare il nuovo look di Krueger ci si sia voluti basare su ferite reali da grandi ustionati, creando così di fatto un danno irreparabile per l’espressività del protagonista che purtroppo non possiede neanche il fisico del boogeyman con cui sopperire, l’altezza di Haley su schermo è un limite insuperabile, un metro e sessantasei che in scena si nota subito, questi ed altri piccoli particolari che messi insieme decretano un fallimento su tutta la linea di quello che si può tranquillamente inserire tra i peggiori remake/reboot horror mai realizzati.

Bayer non è Craven e nessuno si aspettava che lo diventasse di colpo, ma poteva essere supportato da una messinscena e un cast di spessore che rendessero il suo lavoro più efficace, i personaggi si aggirano nelle scene senza alcuna meta in attesa della prossima battuta o del prossimo urlo, una volta si sarebbe detto che i caratteri possedevano un taglio palesemente televisivo, ma oggi con il livello qualitativo raggiunto dai serial tv non ci si può azzardare a fare neanche il paragone.

Note di produzione: Critiche negative su tutta la linea, ma anche incassi notevoli per il film di Bayer che costato 35 milioni di dollari, alla fine ne incassa in totale oltre 100.