Alien Anthology, dal 27 ottobre la saga in Blu-ray

Il prossimo 27 ottobre i cultori del fanta-horror Alien avranno un altro prezioso oggetto da aggiungere alla loro collezione, per non  parlare della valanga di contenuti speciali che accompagneranno le due uscite dedicate alla saga lanciata da Ridley Scott nel 1979 e che ha figliato ad oggi tre sequel, un crossover ed una moltitudine di fan.

Il 27 ottobre con la prima uscita che vedrà disponibile l’intera saga in Blu-ray contenuta in un impressionante Monster Box, gli appassionati potranno tuffarsi negli ansiogeni meandri dello spazio profondo supportati dall’immersività dell’alta definizione e ben sei dischi, quattro dedicati ai film e due agli extra, il tutto contenuto in una replica delle uova da cui nascono i famigerati Facehugger.

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Alien, saga e crossover

Alien_2_(Aliens),_1986,_Sigourney_Weaver,_Michael_Biehn []

Oggi vogliamo dare uno sguardo alla filmografia completa dedicata al capolavoro fanta-horror di Ridley Scott Alien, nel 1979 il regista del cult Blade Runner gira quello che sarebbe diventato il più inquietante e claustrofobico thriller/horror/sci-fi di tutti i tempi.

Alla base l’idea geniale di ricreare un thriller nello spazio profondo, una sorta di limbo dove ogni via di scampo sembra preclusa, e affidare ad una mostruosa macchina per uccidere xenomorfa il ruolo del villain.

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David Fincher: l’esteta del male

David fincher è un regista che come i fratelli Ridley e Tony Scott, Michael Mann, ed altri colleghi provenienti dal mondo dei videoclip, ha uno sguardo particolare ed una visione che poco ha a che fare con un certo cinema d’autore che tralascia il contesto  estetico e dell’immagine per puntare tutta l’attenzione sulla recitazione, il cinema di Fincher è più incentrato su una visione fisica della pellicola, una lettura visiva che utilizza la fotografia, l’illuminazione e gli effetti visivi per affrescare ogni scena e  per curare maniacalmente ogni singola inquadratura, meticolosità figlia di spazi e tempi  estremamente ridotti e condensati tipici del mondo della pubblicità e dei videoclip musicali, che dà al lavoro di Fincher un’impronta visiva ben riconoscibile, un peculiare look, il suo Seven ne è un esempio, dark, gotico, ed estremamente inquietante.

Fincher è un cineasta originario di Denver (USA) classe 1962, il suo esordio nel mondo del cinema è nella società di effetti speciali Industrial Light and Magic dI George Lucas, il futuro regista si occupa degli effetti visivi de Il ritorno dello Jedi (1983), ed Indiana Jones e il tempio maledetto (1987), una gavetta coi fiocchi.

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Il curioso caso di Benjamin Button: Natale in casa Fincher

La genesi de Il curioso caso di Benjamin Button è stata lunga e non priva di problemi, ma siamo certi che la trasposizione di questo intrigante racconto breve di Scott Fitzgerald datato 1922, non poteva capitare in mani migliori, il genio dark  di David Fincher e la bravura di Brad Pitt coadiuvati da una splendida fotografia, una scenografia dai tratti gotici e retrò e una corposa dose di effetti digitali e make-up ci caleranno in questo mondo che per alcuni tratti caratteristici ci ricorda il surreale stile visionario del fiabesco universo di Tim Burton.

La storia narra di un certo Benjamin Button, a cui la natura in combutta col destino gioca un brutto tiro, immaginate che il tempo improvvisamente scorra in senso inverso, ma non il tempo che scandisce la vita di tutti i giorni, quello che regola giorno e notte, estate e inverno, solo quel particolare orologio interno che ognuno di noi ha, quell’orologio biologico che scandisce con invisibili e costanti rintocchi lo scorrere della nostra esistenza, bene adesso fermatelo e fate scorrere le lancette al contrario.

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