Splice, recensione

Clive Nicoli (Adrien Brody) ed Elsa Kast (Sarah Polley) sono due brillanti genetisti che hanno creato per un multinazionale farmaceutica un’ibrido di diverse specie animali alllo scopo di estrarne una miracolosa proteina, ma la coppia di scienziati ha raggiunto un confine difficile da non oltrepassare, un solo gradino per unire all’esperimento del DNA umano, ma a frenarne l’ambizione i limiti imposti dalla bioetica e dalla legge.

La tentazione sarà più forte dei dubbi e un passo dopo l’altro, una violazione dopo l’altra i due scienziati daranno vita ad un ibrido umano-animale che se in principio sembra destinato a morte certa, rivelerà invece una resistenza straordinaria e in brevissimo tempo si trasformerà in un’affascinante creatura che Clive ed Elsa chiameranno Dren.

Dren se nella prime fasi della sua crescita accellerata svilupperà un attaccamento verso Elsa grazie ad un naturale imprinting materno, in seguito durante quella che dovrebbe rappresentare la sua adolescenza in cui proverà le prime pulsioni sessuali sposterà le proprie attenzioni verso Clive.

Naturalmente la percentuale di DNA umano presente in Dren ben presto soccomberà all’istinto predatorio e alla repentina mutazione che il suo corpo subirà, sino a che i due scienziati non perderanno definitivamente il controllo dell’esperimento e Dren mostrerà la sua vera natura.

Vincenzo Natali, all’attivo l’ansiogeno Cube-Il cubo e l’intrigante Cypher, dimostra di essere un notevole ottimizzatore di budget e di saper maneggiare con una certa efficacia il genere fantascientifico, in questo caso aggiungendo elementi horror e suggestioni dal classico Frankenstein, il capolavoro della Shelley aleggia su tutta l’opera di Natali e questa sua inquietante rilettura hi-tech si dimostra all’altezza delle aspettative.

Splice raccoglie un bel pò di inquietudini di fine millennio e Natali le confeziona in  un suggestivo fanta-horror che omaggia diversi cult vedi gli incubi mutageni de La mosca di Cronenberg o l’elemento sessuale-predatorio della splendida ibrido umano/alieno Sil nella serie Species-Specie mortale.

Effetti speciali di alto profilo con un’intelligente commistione di CGI, make-up tradizionale e performance live-action, una coppia di protagonisti efficaci, un messaggio di fondo chiaro e messo in scena senza fronzoli, qualche sequenza disturbante e una strizzatina d’occhio al cinema più commerciale con suggestioni da B-movie.

Guillermo Del Toro che qui è co-produttore ha senza dubbio l’istinto allenato dell’appasionato e fa centro, anche se Splice da noi meritava sicuramente una collocazione meno sacrificata nella programmazione, ma come al solito l”horror viene usato spesso e volentieri a mo di riempitivo estivo, ma almeno il film è giunto in sala il che è quasi una vittoria, il consiglio è se non si ha la possibilità di visionarlo in sala è di ripescarlo comunque in DVD, perchè il film di Natali una visione la merita senza dubbio.