Splice, recensione

Clive Nicoli (Adrien Brody) ed Elsa Kast (Sarah Polley) sono due brillanti genetisti che hanno creato per un multinazionale farmaceutica un’ibrido di diverse specie animali alllo scopo di estrarne una miracolosa proteina, ma la coppia di scienziati ha raggiunto un confine difficile da non oltrepassare, un solo gradino per unire all’esperimento del DNA umano, ma a frenarne l’ambizione i limiti imposti dalla bioetica e dalla legge.

La tentazione sarà più forte dei dubbi e un passo dopo l’altro, una violazione dopo l’altra i due scienziati daranno vita ad un ibrido umano-animale che se in principio sembra destinato a morte certa, rivelerà invece una resistenza straordinaria e in brevissimo tempo si trasformerà in un’affascinante creatura che Clive ed Elsa chiameranno Dren.

Dren se nella prime fasi della sua crescita accellerata svilupperà un attaccamento verso Elsa grazie ad un naturale imprinting materno, in seguito durante quella che dovrebbe rappresentare la sua adolescenza in cui proverà le prime pulsioni sessuali sposterà le proprie attenzioni verso Clive.

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Splice, foto di Dren la creatura protagonista del film di Vincenzo Natali

Splice Dren 7

Elsa e Clive sono due giovani scienziati ribelli che sfidano i confini etici e giuridici per portare a termine un esperimento pericoloso, quello in cui uniscono il DNA umano con quello degli animali in modo da creare un nuovo organismo. La nuova creatura si chiama Dren, ha l’aspetto di una bambina deforme e si sviluppa molto velocemente. Peccato che da adulta sia molto bella, ma anche molto letale.

Quello che avete letto è il plot di Splice, il fantascientifico horror diretto da Vincenzo Natali, prodotto da Guillermo del Toro, con Adrien Brody, Sarah Polley e David Hewlett.

Oggi, dopo il salto, potete vedere una ricca e spettacolare galleria di immagini del film (alcune un po’ forti), che uscirà in Italia, probabilmente nella primavera del 2010.

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Isabel Coixet: l’altra metà del cielo

Isabel Coixet nasce a Barcellona (Spagna) il 9 Aprile 1960, gli esordi sono nella pubblicità prima in veste di copywriter, poi realizzando alcuni spot pubblicitari.

Dopo aver fondato la casa di produzione Miss Wasabi Films,  la Coixet si avvicina al mondo del cinema nel 1983 come sceneggiatrice, per poi esordire dietro la macchina da presa tre anni più tardi con il film Demasiado viejo para morir joven.

E’ subito chiara l’intenzione della regista di narrare l’universo femminile nel suo quotidiano e prosegue su questo percorso narrativo anche con il secondo lungometraggio, e prima produzione in lingua inglese, Le cose che non ti ho detto.

Dopo il melò del 1998 A los que aman inedito in Italia, la regista gira nel 2003 La mia vita senza di me, ancora melò ed una malattia che incrina un quotidiano fatto di normalità e famiglia,

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