Shrek terzo, recensione

shrek_the_third_ver2_xlg []Nel regno di Molto Molto Lontano re Harold muore lasciando il trono vacante, l’unica che possa succedergli è la figlia Fiona e di riflesso il suo verdastro consorte l’orco Shrek, ma la cosa a Shrek non va, troppe responsabilità, e poi l’etichetta e il bon ton…non se ne parla proprio!.

Così lasciata Fiona al castello, Shrek in compagnia dell’inseparabile e logorroico Ciuchino e della letale e pelosa bodyguard Il gatto con gli stivali, parte alla ricerca del più vicino consaguineo di Fiona, il cugino Arthur, l’unico che possa toglierlo da questa  spinosa situazione.

Frattanto il Principe Azzurro in cerca di rivalsa si prepara ad un’offensiva contro il castello per usurpare il trono e vendicarsi dell’immane figuraccia che lo ha reso lo zimbello del regno, e per trovare alleati che possano aiutarlo nell’impresa quale miglior posto della locanda rifugio dei cattivi delle fiabe?

E mentre Arthur scovato da Shrek non ha alcuna intenzione di lasciare gli studi per regnare su Molto Molto lontano, al castello la situazione precipita, una delle principesse delle fiabe fa il doppiogioco e vende tutte le sue colleghe ad Azzurro che riesce ad impossessarsi del castello e a catturare Shrek, ma gli amici dell’orco sono pronti per una rocambolesca missione di salvataggio.

Lo spassoso orco Shrek e la sua gang di alternativi personaggi delle fiabe arrivano al terzo capitolo con qualche affanno, ma riescono comunque a portare a casa il risultato mettendo molta carne al fuoco, aumentando le caratterizzazioni ed esibendo una tecnica in crescendo che migliora di molto le performance dei due precedenti capitoli.

E’ palese la difficoltà degli autori nel far preseguire le avventure dell’orco più famoso di Hollywood, più che altro la stanchezza si percepisce nell’ormai perduta vena dissacrante che ha reso memorabile il primo capitolo e che si trasforma in qualche caratterizzazione sopra le righe e qualche simulato colpo basso, fermo restando che anche il terzo capitolo ci regala altri novanta spassosi minuti che valgono comunque il prezzo del biglietto.

E mentre la Dreamworks indomita ha già annunciato il quarto capitolo, noi già possiamo presagire il futuro del povero Shrek, costretto dagli eventi e dagli infiniti incassi, a ripetersi sino alla nausea nel lucroso regno del direct-to-video.