Recensione: Il vendicatore

Il professor Robert Burns (Steven Seagal) esperto archeologo si trova nei pressi del confine tra Cina e Kazakistan con la sua assistente Luo Yi (Elaine Tan), durante un’ispezione scopre per sbaglio un grosso traffico di droga messo in piedi dal boss del narcotraffico cinese Wong Dai (Chooi Kheng Beh).

Resosi conto di essere diventato uno scomodo testimone prende la sua assistente e tenta il più velocemente di raggiungere il confine, ma durante il tragitto si ritrova nel bel mezzo di un conflitto a fuoco dove Luo perde la vita.

Fortunosamente Burns riesce a raggiungere il confine con l’intenzione di tornare al più presto in America. Purtroppo alla dogana, le cose si complicano non poco, durante i controlli di routine all’interno della sua macchina viene ritrovata un’ingente quantitativo di cocaina, chiaramente piazzata lì ad arte per incastrarlo, e il professore finisce nelle poco confortevoli prigioni cinesi.

Nel frattempo due agenti della narcotici, la cinese Tommi Ling (Michelle Goh) e l’americano Ed Gray (Corey Johnson), decidono di utilizzare Burns come esca per far uscire allo scoperto Wong Dai, il professore viene rilasciato e appena tornato in America prima di riabbracciare  sua moglie Maya (Kata Dobo), contatta il padre della sua assistente, promettendogli che la morte della figlia sarà presto vendicata.

Purtroppo Wong ha la pessima idea di attentare alla vita di Burns, uccidendone però solo la moglie Maya, questo innescherà la vendetta dell’uomo che non si fermerà fino a quando Wong Dai non avrà pagato per tutti i suoi crimini.

Il Vendicatore è per alcuni versi migliore dei molteplici cloni usciti in questi ultimi anni, la trama è leggermente più impegnativa, gli attori conprimari si impegnano abbastanza nelle loro caratterizzazioni, e ci mettono tutta la professionalità del caso pur avendo dei personaggi sul copione evidentemente appena abbozzati.

Certo l’idea dell’archeologo Seagal stride un tantinello, ma il film geograficamente si muove molto e questo giova al ritmo, poi tutto il cocktail action cui ci ha abituati Seagal è presente e abbastanza efficiente nelle scene più movimentate, poi ci sono i classici stilemi della vendetta e dell’eroe solitario che nel genere hanno sempre funzionato alla grande.

Il vendicatore è un film made in USA prodotto con un budget sopra la media, niente set est-europei, il che alza il livello qualitativo, certo non aspettatevi un capolavoro del genere, ma il connubio thriller-action anche se molto sfumato funziona abbastanza e Mr. Seagal fa il resto.