Negar e Askhan sono due ragazzi iraniani appena usciti di prigione, hanno già avuto a che fare con il regime ultranazionalista del loro paese, ma l’amore per la musica e il desiderio di fuga sono troppo forti per riuscire a contenerne l’energia, quindi decidono di formare clandestinamente una band indie-rock ben consapevoli delle severi leggi emanate dal regime teocratico riguardo la musica, e di suonare nei posti più improbabili, onde evitare che la loro passione finisca per costargli di nuovo la prigione
Mentre inizia la ricerca degli altri componenti della band in un’inedita Teheran che vive nel sottobosco musicale, dove la libertà ha la forza delle note, i due pianificano anche una fuga in Europa grazie a passaporti falsi che dovrebbe fornirgli un tipo ben poco affidabile.
Intanto la musica comincia a prendere forma come la band, le note appenna accennate diventano canzoni, i giri di chitarra il suono di una gioventù che cerca di urlare il proprio no ad un regime che ne soffoca la libertà di espressione, la musica aumenta di volume tra stalle, cantine, tetti e qualche rocambolesca fuga, una colonna sonora in divenire, per una libertà che non smetterà mai di essere cercata.