Indovina chi sposa Sally, recensione in anteprima

Freddie (Tom Riley) e Maura (Sally Hawkins) si ritrovano di fronte all’altare pieni di dubbi e con mille paure, il primo sta per convolare a seconde nozze con la stessa donna che ha già contribuito una volta ad avvicinarlo al baratro della depressione, mentre Maura a causa di impellenti problemi economici si trova a dover mettere in scena un matrimonio di comodo con un uomo che  ha bisogno di un permesso di soggiorno e disposto a pagarla novemila sterline.

Le cerimonie avverranno come da copione in chiesa con tutto il repertorio di abiti d’ordinanza e schiera di parenti pronti a banchettare e festeggiare i novelli sposini, ma nessuno ha messo in conto quello che il caso ha riservato alle due coppie e in special modo a Maura e Freddie, visto che i due banchetti di nozze finiranno per collidere quando si scoprirà che avvengono nel medesimo hotel.

Dopo un primo vis a vis tra le spose che mostreranno quanto siano diverse tra loro e quanto sia diversa la loro idea di matrimonio, entrambe le unioni ognuna a suo modo figlie di forzature e necessità ben lontane da un sentimento genuino, finiranno lentamente e inesorabilmente per sgretolarsi e così tolti merletti, smoking e torta nuziale la verità alla fine riuscirà a venir fuori con il suo carico di disastrosi, ma anche divertenti effetti collaterali.

Indovina chi sposa Sally è una frizzante comedy-nuziale diretta dall’irlandese Stephen Burke che vede protagonista la deliziosa Sally Hawkins de La felicità porta fortuna, film in cui grazie ad un inedito Mike Leigh l’attrice si tramutava in una sorta di Amelié formato british.

Per Burke non è semplice approcciare un genere con dei solidi precedenti e un background così ricco, se si evita di sbirciare oltreoceano dove il filone ai fiori d’arancio è sfruttato oltremodo, basta citare Quattro matrimoni e un funerale di Mike Newell per avere un punto di riferimento europeo per il genere ben difficile anche solo da eguagliare.

Il volenteroso Burke prova a miscelare entrambe le visioni, quella americana più classica e romantica e quella europea, sempre pronta a dissacrare l’istituzione senza però smorzarne gli imprescindibili effetti romance e grazie ad una Hakwins sempre pronta a giocare ed ironizzare sui suoi personaggi il regista riesce a mantenere alto il livello del divertimento con gag e battute che però ha volte puntano all’eccesso facendo debordare cast e protagonista in più di un’occasione.

Insomma inutile negare che il film, nonstante gli eccessi possieda la giusta leggerezza per intrattenere, strappare qualche risata e affrontare l’argomento fiori d’arancio in maniera meno tradizionale del solito, grazie ad una gradevole impronta tipicamente europea che scardina la stucchevole confezione bomboniera di molte recenti produzioni d’oltreoceano.

Note di produzione: la distribuzione italiana per sfruttare al meglio la fama dell’attrice protagonista Sally Hawkins, unico nome di richiamo della pellicola,  ha pensato bene di trasformare il titolo originale Happy ever afters in Indovina chi sposa Sally.