Il regno di Ga’Hoole-La leggenda dei guardiani, recensione

In un regno popolato da diverse razze di gufi, i temibili barbagianni denominati I puri terrorizzano e schiavizzano i loro simili mietendo prigionieri di nido in nido, trasformando le loro vittime a seconda delle capacità e soprattutto della razza chi in manovalanza, chi in guerrieri con cui rinforzare le fila del proprio esercito.

Il giovane barbagianni Soren, suo fratello Kludd e il piccolo gufo elfo Gylfie finiscono accidentalmente nelle grinfie di una pattuglia di barbagianni finendo nel covo dei Puri dove verranno sottoposti ad una selezione, Gylfie e Soren diventeranno estrattori, schiavi adibiti alla raccolta di misteriosi frammenti di metallo, mentre l’ambizioso Kludd deciderà di abbandonare il fratello al suo destino e unirsi all’esercito dei Puri.

Fortunatamente Soren e Gylfie troveranno tra gli schiavisti un’inaspettato alleato, un gufo a cui è stata rapita la famiglia e che suo malgrado è dovuto soccombere alla dittatura, sarà proprio lui che insegnerà ai due prigionieri a volare e poi ne coprirà la fuga.

Una volta liberi Soren e Gylfie dovranno intraprendere un lungo viaggio per trovare i leggendari guardiani di Ga’Hoole, gli unici in grado di riportare la pace nel regno, liberare i fratelli prigionieri e sconfiggere l’esercito dei Puri.

Zack Snyder dopo l’ipertrofico 300 e l’intrigante Watchmen continua a cimentarsi con massicce dosi di effetti visivi e CGI debuttando anche lui nel modaiolo formato 3D, adattando i primi tre volumi di una fortunata saga fantasy per ragazzi scritta dall’autrice americana Kathryn Lasky e illustrata da Richard Cowdry.

Il film di Snyder è tecnicamente ineccepibile, splendide le caratterizzazioni dei protagonisti a cui si aggiunge uno dei migliori e piu immersivi 3D visti in un film d’animazione, elementi vincenti che fanno della pellicola di Snyder una vera gioia per gli occhi.

Il lavoro svolto dalla Animal Logic, la stessa compagnia di effetti visivi di Happy Feet, lascia davvero stupefatti, ogni singolo elemento dai personaggi all’ambientazione è curato nei minimi dettagli, per non parlare delle sequenze di volo che per una volta il 3D esalta senza trasformarle in un rutilante ottovolante da luna park come accaduto a suo tempo per alcune sequenze del Canto di Natale di Zemeckis.

Il fatto che ai botteghini il film non abbia convinto il pubblico è una semplice conseguenza di alcune coraggiose scelte stilistiche, come l’impronta dark per un  fantasy decisamente più adulto della media, e un’approccio alla narrazione che in alcuni casi potrebbe risultare ostico per il pubblico dei più piccini, senza contare la scelta, peraltro azzeccata, di mantenere una costante seriosità nel racconto che in un prodotto indirizzato ad un pubblico di famiglie potrebbe rivelarsi un tallone d’Achille.

Premesso ciò, considerando la non poca difficoltà di inglobare in un film tre romanzi e che Snyder con la sua regia muscolare è un outsider per quanto riguarda l’animazione, Il regno di Ga’Hoole-La leggenda dei guardiani non andrebbe sottovalutato, attenzione a snobbarlo come una delle tante pellicole per ragazzi perchè in realtà su schermo c’è molto di più.

Note di produzione: Il regno di Ga’Hoole-La leggenda dei guardiani ha avuto come da copione la sua controparte videoludica grazie all’omonimo videogame, mentre ai botteghini a fronte di 80 milioni di dollari investiti, la pellicola di Snyder ne incassa worldwide poco più di 104.