Identità: recensione

identityDurante una notte da lupi, di quelle da dimenticare, dove preghi se sei in automobile di trovare al più presto un riparo sicuro, dieci persone sotto un’incessante pioggia si rifugiano in un motel.

Dieci persone, dieci storie diverse, dieci personalità differenti che cominceranno ad interagire quando saranno costrette in un luogo isolato e coinvolte in una serie di omicidi tutto questo dopo l’arrivo di un poliziotto con un in custodia detenuto condannato alla pena capitale, in viaggio per un’udienza straordinaria prima dell’esecuzione.

I dieci non sembrano conoscersi affatto, anche se qualche piccolo frammento di verità sembra accomunarli, poi cominciano gli omicidi, uno ad uno gli avventori del motel cominceranno a morire, in modi violenti e per nulla accidentali.

Avrà così inizio una girandola di sospetti, alleanze, indizi e il terrore che lentamente attanaglia il gruppo sempre più esiguo, chi è l’assassino?, chi nasconde qualcosa?, qual’è l’elemento che accomunale vittime?

Il regista James Mangold dopo il dramma a sfondo psichiatrico Ragazze interrotte, e prima del coinvolgente remake di Quel treno per Yuma, esplora il thriller psicologico ispirandosi ai dieci piccoli  indiani di Agatha Christie, vero e proprio manuale per giallisti, regalandoci un bel film teso e originale.

Un bel thriller corale con canonico colpo di scena finale, questo è Identità, dieci personagggi, un segreto in comune, caratteri che si scontrano, si sfidano e si alleano, il naturale istinto di sopravvivenza contro l’istinto per l’omicidio, tutto è cupo, teso e raccontato sotto un’incessante pioggia purificatrice.

Il pregio di Mangold e di utilizzare al meglio i pochi indizi a disposizione, centellinarli e fornirli a piccole dosi allo spettatore, insomma quello che qualunque buon giallista deve fare, vi aggiunge un conflitto di caratteri che ci consente di conoscere, ma non troppo, i personaggi, per poi frammentarne i racconti in un maniera per nulla confusionaria, anzi regalandoci un suggestivo rompicapo, a cui personaggi, interpreti e spettatori, sequenza dopo sequenza, potranno aggiungere nuovi e rivelatori elementi.