Flash of Genius, recensione

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Nella Detroit degli anni ’50 il professor Robert Kearns (Greg Kinnear) con una laurea in ingegneria ed un talento innato per le invenzioni ha quello che si definisce un colpo di genio, concepisce il tergicristallo elettrico ad intermittenza, ispirandosi al funzionamento della palpebra umana.

Kearns con il prototipo in tasca parte alla volta della Ford in compagnia di un paio di volenterosi soci, l’idea del geniale professore è quella di produrre da sè il tergicristallo, e venderlo alla Ford e per questo, un pò l’inesperienza, un pò il troppo entusiasmo, finisce dritto in bocca agli squali del colosso automobilistico che gli rubano l’idea, lasciandolo con il classico pugno di mosche in mano.

Il professore, dopo le iniziali reticenze dei suoi soci a far causa alla Ford, deciderà di procedere per vie legali in solitario, e questa improba lotta impari fra aule di tribunale e uffici legali gli costerà la famiglia, e col tempo lo stress e le lungaggini burocratiche ne mineranno inesorabilmente anche la psiche.

Il neo-regista Marc Abraham ci racconta le difficoltà che si celano dietro il sogno americano proprio attraverso il sogno rubato ad un americano medio, che ribellandosi al sopruso subito, come un disperato Don Chisciotte,  cercherà di lottare contro un sistema che senza batter ciglio gli ha rubato la vita, disposto a sacrificare tutto pur di ridare un senso alla parola giustizia.

Flash of Genius è una solida biopic con un cast molto azzecato e un protagonista, l’attore Greg Kinnear, che si dimostra all’altezza e sfaccetta adeguatamente il suo personaggio con il materiale umano ed emotivo messogli a disposizione dagli sceneggiatori, donando al suo Kearns un’integrità morale da kamikaze che a volte entusiasma ed altre sconcerta.

Il film scorre abbastanza bene, certo ibrida non pochi generi, passando dalla classica biopic minata da una certa formalità di fondo tipica del genere, ad una cronaca giudiziaria che in più di un’occasione toglie ritmo al racconto.

Flash of Genius è tutto questo, un bel film che non riesce a coinvolgere più di tanto, perchè l’irritazione e lo sconcerto per il torto subito dal protagonista delle sequenze iniziali si perderanno nella formalità della messinscena che non farà altro che diluire il pathos nella sin troppo minuziosa ricostruzione degli eventi.