Netflix: Dave Bautista si fa avanti per Gears of War, bannato Chris Pratt

Il creatore di Gears of War Cliff Bleszinski ha espresso sul suo profilo twitter alcune idee per gli attori da scegliere nell’adattamento Netflix della famosissima serie di giochi a cui ha dato i natali. Seppur non coinvolto nella produzione dell’adattamento, si è comunque divertito a fare alcuni nomi graditi ed uno non particolarmente gradito. Oltre a Dave Bautista ci avrebbe visto bene nei panni di Marcus Fenix, Karl Urban noto alle cronache odierne per il ruolo di Butcher nella serie tv The Boys, mentre per Dom gli piacerebbe vedere un attore latino. Per Baird invece ha fatto due nomi: Ryan Reynold e Scott Porter. Infine, non so fino a quanto abbia scherzato, c’è un nome che proprio non vorrebbe mai vedere accostato a Gears of War, in nessun modo, ed è quello di Chris Pratt. Su questo qualcuno ha deciso di rispondergli e scherzarci molto sopra.

Alma: la nuova miniserie thriller spagnola prodotta da Netflix

Alma, è la nuova miniserie targata Netflix, sceneggiata da Sergio G.Sanchez: un perfetto mesh-up tra le dinamiche del drama e il misticismo religioso. Un racconto che ha il sapore del thriller, ma che allo stesso tempo, divaga su tematiche differenti, sempre a metà strada tra il reale e l’irreale. Il titolo originale della serie “The girl in the Mirror”, riflette il tessuto del genere, come se lo specchio, fosse il canale tra due mondi, collegati in qualche modo. Diversi sono gli elementi che fanno di questa serie un potenziale cult: il racconto concentrato e pregnante di tematiche, il teen drama, attorno a cui ruotano vicende di amori e flirt, segreti e incomprensioni, che accende l’interesse di diverse fasce d’età e la variabile misteriosa, che si intreccia con quella mistica, che avvolge tutto il racconto.

 

Alma, è la protagonista della serie: è una giovanissima studentessa spagnola, che parte in gita con i suoi compagni di classe. Alla fine del percorso, il bus sul quale viaggiano i giovano, finisce nel vuoto, avvolto dalla nebbia. Solo alcuni studenti riescono a salvarsi e tra questi, c’è Alma, il suo boyfriend, e pochi altri. I superstiti, si trovano come catapultati in un’altra dimensione: Alma perde la memoria, ma nonostante questo, cercherà, insieme ai superstiti di fare luce sull’incidente che li ha coinvolti. Insieme faranno una serie di scoperte, che renderanno il mistero sempre più fitto e la storia sempre più appassionante.

 

Gli episodi, si svelano l’uno dopo l’altro, svelando particolari legati ad antichi miti e rituali, che vengono raccontati dal nonno di uno dei protagonisti, e che sempre di più sembrano confondersi con la realtà. La fotografia della serie, tende al bluastro, un colore che richiama il cupo e il torbido del thriller, e che spesso, esalta gli aspetti horror, di cui, per alcune scene si caratterizza la serie. Alma, è il titolo della serie, e Alma è la protagonista, ma non solo attorno a lei ruotano le parti principali della storia.

 

La miniserie, è composta da 9 episodi, conclusi su se stessi. L’ultimo episodio della prima stagione, chiude una parte del racconto, ma lascia inconclusi una serie di altri aspetti, che lasciano presagire che se la serie avrà un buon riscontro di pubblico, avrà anche un seguito. E’ dunque lo spazio tra la vita e la morte, tra il detto e il non detto, tra la verità e la menzogna che diventa protagonista nella serie, miscelato ad altri aspetti che la rendono avvincente e vincente allo stesso tempo.

Kleo: la serie thriller di maggiore successo del momento, su Netflix

Prodotta da Netflix, Kleo, è la nuova serie Netflix, di maggiore successo degli ultimi tempi. In uscita ad agosto 2022, ha raggiunto un successo assoluto, in pochissimo tempo. Interpretata dall’attrice Jella Haase, nel ruolo di Kleo, un’ex spia tedesca, a cui viene commissionato l’omicidio di un imprenditore. La giovane spia, effettua l’omicidio, ma immediatamente dopo, viene tradita dai suoi stessi mandanti. Kleo viene arrestata e disconosciuta da tutti coloro che orbitano attorno a lei, amici, famiglia, in particolare da suo nonno, ex militare, a cui Kleo, è particolarmente legata.

 

La storia inizia poco prima della caduta del muro di Berlino, ed è ambientata nella Germania dell’87. Due anni dopo la caduta del muro, Kleo, finalmente libera dalla prigionia, inizia ad indagare sui suoi traditori e sulle motivazioni che hanno spinto gli stessi al tradimento. Il personaggio di Kleo, è molto particolare, ha chiosato l’attrice Jella Haase che la interpreta. Secondo quest’ultima, è un’eroina senza tempo, che richiama vagamente le giovani e imbattibili eroine dei fumetti, ma allo stesso tempo, è un personaggio fragile e scomposto. E’ questa dualità, data dalla sua tenacia e dal suo coraggio, che la spingono ad accettare il ruolo di spia e omicida prima e che le infondono la forza di combattere quando poi subisce il tradimento.

 

Allo stesso tempo però, Kleo è fragile, debole: questa delicatezza, che la rende simile ad un cristallo, è data dai traumi che ha subito durante la sua infanzia. Il racconto dunque, è ricco di Flash back, che spiegano il passato della protagonista, e gli intrecci che sottendono al suo tradimento, che hanno dimensioni stratosferiche rispetto alla sua immaginazione.

 

Kleo è una serie di 8 episodi e una sola stagione, per cui è però giù previsto un prequel, che spieghi la parte dell’infanzia della giovane spia. Appartiene al genere azione, per cui è avvincente e ricco di suspance: è la tipologia di serie, ma anche la struttura della stessa, che l’ha resa assolutamente gradita al pubblico, che l’ha amata immediatamente. E’ la storia di un’assassina, di tradimenti, ma anche di un viaggio, quello reale, effettuato dalla protagonista, alla scoperta della verità, del poliziotto che la insegue, che vuole guadagnarsi il caso che potrebbe essere quello del secolo e di una valigia rossa, attorno alla quale sembra ruoti tutta la storia, che però è avvolta dal mistero. I fan, si aspettano un seguito, già nel 2023, per il successo che la serie ha ottenuto in pochissimo tempo.

Stranger Things: la quinta e ultima stagione è in arrivo su Netflix

Stranger Things, è una serie di successo, una delle più viste della piattaforma streaming. Nel racconto, si mescolano una serie di elementi della cultura degli anni ’80 e ’90, con la fantascienza e il paranormale. Le prime stagioni della serie, hanno presentato i personaggi, le relazioni, la presenza di una realtà oscura, “Il sottosopra”, in cui vivono mostri che attraverso alcune porte, entrano in connessione con il mondo reale. La particolarità di questa serie, è data dai personaggi e dalla componente fantascientifica, che impreziosisce e affascina. Gli ultimi due capitoli della quarta stagione, hanno raggiunto numeri da record sforando tutti i raitings.

 

E’ in questa quarta stagione, che si scopriranno diverse verità: alcuni personaggi, la cui vita è rimasta sospesa nei precedenti capitoli, verranno completamente eliminati, o di contro sopravviveranno. E’ stata questa la questione centrale, ampiamente dibattuta anche dagli stessi sceneggiatori di Stranger Things, i fratelli Matt e Ross Duffer, che intanto hanno annunciato che l’epico finale, è previsto per l’anno 2024. Un’attesa necessaria, dettata dalla pandemia, che ha impedito le riprese dell’ultima parte della serie più amata di tutti i tempi. Sono moltissime le domande che riguardano il finale e la sorte dei 4 amici, ormai cresciuti della cittadina di Hawkins.

I creatori di Stanger Things, hanno spiegato che ci sono dei personaggi, che non torneranno nella stagione finale: tra questi il dottor Brenner, che era stato visto in fin di vita. Il suo personaggio è definitivamente morto, cosi come il personaggio di Eddie Munson, che si sacrifica, dandosi in pasto ai pipistrelli, per salvare il resto del gruppo. E’ in bilico la vita di Max, che si era offerta di affrontare Vecna, e che viene ipnotizzata e ferita gravemente. Max, resta in coma, riportando diverse contusioni: è stata salvata da Undici, ma resta in una sorta di delicato bilico, sospesa, tra la vita e la morte.

 

E’ possibile però, che nell’epico finale, alcuni personaggi vengano uccisi: è quello che ha suggerito Milly BobbY Brown, interprete del personaggio di Undici, che ha spiegato che i personaggi sono davvero troppi, e che i creatori della serie, si sono mostrati troppo sensibili. Il suggerimento dunque, è uccidere di più, calcando la falsariga del “Trono di spade”. Matt e Ross Duffer, hanno risposto che Hawkins non è Westeros, e che la morte deve sempre essere spiegata. L’attesa di più di un anno, sarà dura per i fan, che attendono la conclusione, l’epico finale.

Il mostro dei mari: il nuovo film d’animazione in onda su Netflix

Il mostro dei mari, è il nuovo film d’animazione, prodotto dal colosso dello streaming, Netflix. E’ stato diretto dal regista premio Oscar, Chris Williams, che ha magistralmente curato la regia di Oceania e Big Hero 6, e collaborato ad altri grandi capolavori Disney, come Rapunzel, Frozen-il regno del ghiaccio- Mulan, e Ralph spacca Internet. Il nuovo film d’animazione, prende il nome di “Sea Beast”, dall’originario titolo “Jacobson and the Sea Beast”. E’ un film d’animazione che si presenta come un’eccellenza, sia per la regia che per il cast di attori e doppiatori che ne fanno parte.

 

Il mostro dei mari e un film d’animazione appartenente al genere “avventura”, che racconta di eroi, i cosiddetti cacciatori dei mari, uomini e donne di grande valore e coraggio, che combattono contro mostri marini terrificanti. Tra questi, Jacobson, è certamente il cacciatore più acclamato, per il suo coraggio, la sua forza e il suo ardore. Jacobson è chiamato a compiere una missione estremamente pericolosa, che lo porterà nuovamente in mare, insieme al suo capitano, e ad un’equipe di validi combattenti. Durante il viaggio, scopre che a bordo, si è nascosta una clandestina, Maisie Brumble, una bambina che da tempo desiderava compiere un viaggio alla scoperta dei segreti dell’oceano. Nonostante le numerose insistenze di Jacobson a riportarla indietro, Maisie, sceglie di restare e di aiutare l’equipaggio a combattere i mostri del mare.

La sua presenza, si rivelerà effettivamente preziosa, poiché non solo il coraggio, ma anche la sensibilità di Maisie, si riveleranno armi preziose ai fini della missione. Maisie, riuscirà infatti a comunicare con il mostro dei mari, e creerà un ponte tra i due mondi.

 

Questo meraviglioso film d’avventura, mette al centro diverse tematiche importanti: quella dell’amicizia, del coraggio e anche dell’apertura verso l’ignoto e della possibilità che esista sempre un legame tra mondi diversi.

Nella versione italiana del film il mostro dei mari, la voce del capitano è di Diego Abatantuono, mentre la voce del protagonista Jacobs, è di Claudio Santamaria e Giulia Stabile, l’ex ballerina di Amci, avrà un cameo vocale nel film. Le musiche del film sono di Mark Mancina, che in passato ha curato la colonna sonora di diversi altri film d’animazione come Tarzan, Oceania e la Casa dei fantasmi. Il film sarà disponibile su Netflix l’8 luglio 2022.

Il mostro di mari è l’avventura dell’anno, un film per tutti, grandi e piccini, sull’amicizia, sul coraggio, sull’avventura, che offrirà spunti di riflessione, ma anche di divertimento assoluto.

La Casa di Carta Corea: la nuova serie di Netflix

La Casa di Carta, ritorna con una nuova stagione. La serie spagnola, diventata un cult, viene rilanciata da Netflix con un remake. La struttura di questa nuova stagione, ricalca la falsariga di “Squid Game”: La Casa di Carta Corea, assorbe la formula della serie coreana, creando un perfetto mesh up tra i due racconti, che hanno diversi denominatori comuni: il riscatto. Nella nuova serie, il Professore, è la mente, l’ideatore della rapina più grande della storia, una rapina a cui parteciperanno coreani del Nord e coreani del Sud, per combattere la povertà, a dispetto di una classe sociale, quella dei ricchi, che a seguito dell’unificazione delle due Coree, ha schiacciato la maggioranza della popolazione.

 

La trama de La casa di Carta Corea, ha una struttura diversa dalla serie originale spagnola. Il Professore, decide di ideare una rapina ai danni della Zecca di Stato che si trova in una zona di sicurezza al confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. E’ nella Zecca di Stato che sarà emessa la moneta unica di entrambi i Paesi, per garantire cosi un’economia solida e stabile. Il piano del Professore è quello di rubare le monete non ancora emesse, e di fermare cosi il programma di “unificazione economica” delle due Coree. Sarebbe il colpo più grande della storia, e una rapina che cambierebbe le sorti di tutta la Corea. Per realizzarlo, il Professore recluterà rapinatori di entrambi i Paesi: un nuovo Professore dunque, una nuova Tokyo e un nuovo Berlino.

 

Una nuova banda che indosserà le tute rosse, ma non le maschere di Dalì che erano state indossate dai personaggi della serie spagnola; a coprire i volti dei rapinatori della banda, saranno le maschere di Haoe, artista di spicco del teatro coreano. Anche ne La Casa di Carta Corea, è prevista azione, guerra, sangue, dunque una formula, che ricalca il vecchio e si apre in qualche modo al nuovo.

Un remake che potrebbe rivelarsi una formula di successo o di insuccesso. La conformità e le differenze che si trovano in questa serie, potrebbero essere ancora più esaltanti della serie originale che ha fatto innamorare milioni di fans, ma potrebbe anche non essere apprezzata proprio per le troppe similitudini con la serie madre e con la serie sorella Squid Game, da cui assorbe lo stile, e la tipologia di alcune formule.

 

Netflix ha annunciato che sarà sulla piattaforma dal 24 giugno, attesa breve per un nuovo colpo di Stato.

La Casa di Carta: epilogo finale della serie più amata dal pubblico di Netflix

La Casa di Carta parte finale
La casa di Carta, parte finale

La Casa di Carta giunge all’epilogo: la serie firmata Netflix, è esplosa nel tempo, fin a diventare un fenomeno mondiale. Un racconto rivoluzionario, quello di una rapina alla Zecca di Stato prima e alla Banca di Spagna poi, che si sviluppa attraverso una climax fortissima, fatta di continui picchi e di down profondissimi. La Casa di Carta, nata dalla penna di Alex Pina, è la serie. Ora giunta al suo finale epico. L’ultima inquadratura si chiude su Tokyo, personaggio narrante e cuore pulsante di tutta la narrazione: l’eroina, muore dopo essere stata trivellata di colpi e sorride beffarda a Gandia, prima di schiacchiare il pulsante che la farà saltare in aria, insieme a gran parte dell’esercito spagnolo.

La banda, disperata per la perdita della compagna, è nel panico. Lo stesso Professore, perde il controllo, e in quegli attimi di disperazione, perde di vista Alicia Sierra, che scappa con sua figlia, alla ricerca di Tamayo. In pochi attimi, avviene un cambio di registro: Il professore e Marsiglia, intraprendono un inseguimento disperato: Alicia viene raggiunta dal Professore, e dopo averlo imbavagliato e chiuso nel cofano della sua auto, si dirige a casa di Tamayo, dove prende sua moglie in ostaggio. E’ in questo frangente che si delineano le alleanze: Alicia che è accerchiata dalla polizia, viene aiutata da Sergio, che nel frattempo è riuscito a liberarsi e insieme decidono di proteggersi, fino alla fine del piano.

 

Intanto, la banda, continua ad estrarre l’oro, e attraverso una pompa lo spinge nella rete fognaria all’esterno, dove un’equipe guidata da Benjamin, trasforma i granuli in lingotti. Il piano procede, fino a quando, il Professore si costituisce ed entra nella Banca. Tamayo promette a tutti i membri una vita tranquilla, soldi e una casa, in cambio di collaborazione. Lo scopo era rimettere le mani sull’oro, e riportarlo all’interno della banda. Scatta qui, il nuovo piano del professore: quello di far credere all’intera nazione che l’oro sia stato rubato, e che non esiste modo di poterlo recuperare. La notizia, viene divulgata e i mercati impazziscono, la nazione è in bancarotta. Intanto, Denver, è quasi propenso a collaborare con la polizia, ma alla fine sceglie di proteggere i suoi compagni.

 

Alicia, che ha scoperto che Rafael e Tatiana desiderano mettere le mani sull’oro, cerca di precederli e trovarlo. Il Professore, riuscirà ad accordarsi con Tamayo dopo una serie di tranelli, e consegnerà due camion pieni di oro, in cambio della banda. Il camion arriverà, ma pieno di ottone, mentre la banda sarà libera, diretta verso il Portogallo. Verso la libertà. Il piano, anche se con perdite importanti è stato portato a termine.

“E’ stata la mano di Dio”, il nuovo film di Paolo Sorrentino

E' stata la mano di Dio
E’ stata la mano di Dio

Vincitore del Gran Premio della Giuria del festival di Venezia, candidato agli Oscar per la categoria “miglior film Internazionale”, E’ stata la mano di Dio, è un film che rompe il silenzio, che si racconta senza mistificazioni di genere, senza fronzoli, senza architetture.  La firma, è ancora quella di Paolo Sorrentino, cineasta italiano di spicco, che ha diretto capolavori come “La grande bellezza”, “Le conseguenze dell’amore”, “Il Divo”. Sorrentino è un regista che sporca le sue pellicole, rendendole cosi ancora più interessanti. I suoi film, sono raccontati in modo sublime, delicato, estremamente veritiero.

 

E’stata la mano di Dio, è probabilmente il suo film più autentico, perché richiama uno spaccato della sua stessa vita, e che per questo, diventa ancor più forte, struggente. In ogni senso. E’ un film di verità autentica, svestito di tutti quegli orpelli, che avrebbero potuto dare al racconto un’impronta più articolata, più costruita, e quindi meno realistica. Paolo Sorrentino, sceglie la strada meno sicura, sceglie di regalare allo spettatore un punto di vista “neutrale”, privo di enfasi, di tragedia e di dolore. Cancella dunque il tratto melò e mette a nudo la sua pellicola, rendendola cruda ma terribilmente autentica.

Ancora una volta, nel capolavoro del grande cineasta italiano, c’è Tony Servillo, che però stavolta non è al centro: il suo personaggio, lascia spazio all’interpretazione di Filippo Scotti, che interpreta il giovane Fabio, che da un certo momento in poi della sua vita, si troverà a mettere in discussione tutta la sua vita. E’ un film, che racconta di una famiglia, del dramma della perdita, della gioventù, degli anni delle notti magiche di Maradona, di sogni, speranze.

 

Il film, ambientato a Napoli, racconta della lontana estate dell’84, quando la città, fù sconvolta dall’arrivo del Pibe de oro, Diego Armando Maradona. Un’estate in cui tutto cambiò per i devoti tifosi, che avevano il più grande calciatore di tutti i tempi nella loro città, nelle loro strade, nella loro squadra e nel loro cuore. Fabio, ancora giovanissimo, vede il suo “Dio”, insieme a suo fratello. La città, i rumori, le voci, i clacson, si fermano. E’un evento storico, che segnerà la vita del protagonista, insieme ad un altro evento, che di contro gli cambierà l’esistenza per sempre.

La famiglia di Sorrentino, seduta attorno alla tavola, si racconta come una famiglia comune, in cui tutti possono immedesimarsi. Cosi da quella lunga estate dell’84, passando per dolori, tragedie e speranze, il film snocciola tutta la verità di Sorrentino, il suo amore per Napoli, città senza scampo e senza tempo, bella fino a togliere il fiato.

La casa di Carta: quinta stagione in arrivo

La Casa di Carta 5
La parte finale della serie La Casa di Carta è in arrivo su Netflix

La Casa di Carta, è la serie di Netflix di maggiore successo: una serie che si è trasformata in un fenomeno di portata mondiale. La banda di rapinatori con indosso le tute rosse e le maschere di Dalì, che cantano “Bella ciao” facendo eco alla Resistenza, sono diventati degli idoli. Quattro stagioni di successo, con un attacco alla Zecca di Stato e l’altro alla Banca Spagnola. Una guerra, quella della Resistenza, quella di una banda composta da persone alla deriva, che hanno trasformato una rapina in un colpo di Stato. La quarta stagione, ha raggiunto con le prime due puntate, milioni di visualizzazioni, a testimonianza che il numero dei fan è in crescita, cosi come l’attesa della prossima e ultima stagione.

 

La quinta, sarà infatti la stagione conclusiva, e si articolerà in otto episodi, suddivisi in due parti: una prima verrà trasmessa su Netflix il 3 settembre 2021, la seconda a dicembre. Gli attori protagonisti delle precedenti ti stagioni, confermati anche per la quinta, hanno salutato i loro personaggi postando un messaggio sui loro profili Instagram: particolarmente commovente il saluto di Alvaro Morte, interprete del “Professore” la mente del gruppo e l’ideatore di entrambi i piani: “Sono grato a te mio caro Professore, mi mancherà passare dei bei momenti con te, Grazie”. Questo post, è l’addio del personaggio chiave di una serie che è diventata un cult.

Per la stagione cinque, si ipotizza un gran finale, ma non senza dolore. La banda vorrà vendicare la morte di Nairobi, e si batterà in una lotta all’ultimo sangue, ma sono tante le ipotesi rispetto ai personaggi che potrebbero ostacolare il colpo: in primis Alicia Sierra, incinta, che nella scena finale, punta la pistola al Professore; per alcuni, l’ispettrice, potrebbe passare dalla parte della banda, potrebbe inoltre portare in grembo il figlio di Berlino, potrebbe essere imparentata con quest’ultimo attraverso la moglie Tatiana, con cui ha una somiglianza schiacciante. Inoltre, Gandìa e Arturito, i due antagonisti della serie, potrebbero creare l’ennesimo colpo di scena, mandando all’aria il colpo.

 

Nella quinta stagione, saranno certamente riconfermati tutti i personaggi, compreso Berlino, fotografato sul set durante le riprese. Queste ultime, sono iniziate in Danimarca e sono terminate in Spagna. E’ possibile che ritorni anche il personaggio di Nairobi, cosi come è ritornato attraverso diversi flashback il personaggio di Berlino nella quarta stagione. E’ possibile che dopo la fine della Casa di Carta, verrà girato uno spinoff, che vedrà come protagonista proprio uno di questi due personaggi. I fan aspettano di cantare ancora una volta “Bella Ciao”.

 

Pazzo per lei: una commedia romantica disponibile su Netflix

Pazzo per lei
Pazzo per lei, è su Netflix

Disponibile su Netflix da febbraio 2021, “Pazzo per lei”, è un film romantico e agrodolce, che tratta tematiche estremamente forti, in modo intelligente e delicato allo stesso tempo. Il tocco registico di Natalia Duran ed Eric Navarro, vuole essere differente: si raccontano le malattie mentali, il desiderio di esistere al di là della propria condizione, il bisogno di accettazione e disagio, di verità e di dolore. E’ un mondo parallelo quello della mente, un mondo infinito spesso estremamente fragile e delicato, che in alcuni momenti, si mescola a quello reale.

 

Pazzo di lei, è un film molto particolare, autentico, profondo e veritiero sotto diversi aspetti: una trama significativa e di spessore, raccontata attraverso un escamotage classico, la storia d’amore, che inizialmente è una relazione effimera e leggera, e che si trasforma, cambiando i suoi connotati, attraverso la scoperta di un mondo nuovo, quello dal quale si desidera uscire, senza mai poterlo fare veramente, il mondo della mente.

 

Il film racconta un bisogno, quello di amare senza condizioni e allo stesso tempo, quello di essere al di là del proprio stato: i due protagonisti sono due perfetti sconosciuti, Adrì e Carla, si incontrano e trascorrono la notte insieme. Nella fase iniziale del racconto, si mostrano le loro personalità in modo evidente: lui egocentrico e autocentrato, lei sfuggente e misteriosa. I due, scelgono di comune accordo di non vedersi, fino a quando, Adrì, che è un giornalista molto acuto, scopre le la sfuggevolezza di Carla, è dovuta ad una patologia, il bipolarismo.

Adrì decide di andare a cercare Carla, e cosi, con il supporto di un medico corrotto e fingendosi molto depresso, entra nella clinica dove lei è ricoverata. Qui, il film si spalanca su una nuova realtà, che è poi il fulcro centrale della storia, il bisogno di raccontare una verità, che quella dei malati di mente, degli schizofrenici, depressi, bipolari, che vivono prigionieri in quella clinica, ma soprattutto sono prigionieri della loro patologia. Il bisogno di essere, al di là della loro condizione, è ciò che viene raccontato nel film. Un bisogno forte, che si lega, in ogni caso all’amore.

 

Il film accende una speranza e mostra una realtà, racconta in modo ora forte, ora delicato, una storia, che non è scontata, che è un invito alla riflessione e all’analisi, che spinge a pensare, in modo assolutamente romantico, che l’amore, è l’unico strumento in grado di abbattere ogni barriera.

 

Night Stalker, il diavolo Richard Ramirez su Netflix

night stalker

Di Richard Ramirez oggi non esiste più niente. Il suo corpo è imploso, divorato dal suo stesso male che negli anni si è trasformato in un’insufficienza epatica. 13 vite accertate, ma anche in sede di tribunale il cacciatore della notte si vanta che le vittime siano molte di più. Di questo e altro parla Night Stalker la docu-serie crime disponibile su Netflix, probabilmente uno dei lavori più accurati che siano mai stati fatti su un serial killer.

Night Stalker si fonda su due pilastri: Gil CarilloFrank Salerno, i due poliziotti che riescono a consegnare Ramirez alla giustizia dopo mesi intensissimi fatti di morte, depistaggi, sangue, paura e frustrazione. Dove passa Ramirez, passa la morte. I due agenti ricostruiscono, puntata per puntata, tutta la follia di Richard Ramirez che dal marzo all’agosto 1985 terrorizza gli abitanti di Los Angeles e San Francisco.

Si introduce di notte, assale, violenta, uccide senza pietà e si dà alla macchia senza lasciare tracce, tranne qualche impronta di scarpa e qualche impronta digitale. Riesce a sequestrare una bambina, la porta con sé nella sua abitazione. La piccola riesce a sentire il lezzo dell’inferno, in un appartamento che sa di zolfo, umido, fumo e degrado.

Chi ha visto in faccia quell’uomo non riesce a descriverlo, tanta è stata la paura che ora offusca i ricordi. Di lui si ha solo un identikit. Il volto riprodotto mostra due occhi spiritati, nient’altro. Un giorno Ramirez fa un passo falso. Si arriva a un suo conoscente, questo conoscente fa il suo nome e dopo aver escluso tutti gli omonimi Richard Ramirez viene catturato.

Gli agenti lo salvano da una folla inferocita. Quando la polizia ha scoperto la sua identità i giornali hanno pubblicato una vecchia foto segnaletica. La gente lo riconosce. Il serial killer non è solo e tutto il male causato ora vuole divorarlo.

Tutto bene, se non fosse che Night Stalker propone la classica mitizzazione che il pubblico fa verso il pluriomicida maledetto. Richard Ramirez diventa in poco tempo una rockstar: in aula ammicca verso le ammiratrici, le saluta, si presenta con un paio di occhiali da sole, mostra il pentacolo sul palmo della sua mano. Sorride ai reporter, mostra quel ghigno diabolico che non è fatto apposta: il suo volto è quello del Male, gli occhi cherokee, i denti mancanti, il viso scavato fanno di lui la larva partorita dai bassifondi degli inferi.

“Ci vediamo a Disneyland”, dice Ramirez quando viene condannato a morte. Night Stalker è il racconto di quella follia omicida senza freni, di quella sete di sangue insaziabile e di quella mancanza di coscienza che spinge un uomo a sfidare il tribunale senza cercare alcuna redenzione né fingersi, almeno quello, vinto da un mondo che lo vuole morto.

A Spasso con Bob: la storia che ha ispirato il film di Roger Spottiswoode

a spasso con bob

Prima di guardare A Spasso con Bob devi sapere che probabilmente, dopo la visione, diventerai gattaro. Probabilmente, o forse svilupperai maggiore empatia verso i gatti. In ogni caso il film di Roger Spottiswoode è ispirato a una storia vera che oggi andremo a raccontare.

James Bowen è un senzatetto ed ex tossicodipendente che sta cercando di sbarcare il lunario. Tutto cambia quando il gatto Bob si presenta sull’uscio di casa, solo e ferito. I due scoprono da subito una simbiosi. Bob diventa il suo talismano, il portafortuna che James porta con sé quando suona per strada come busker, fino ad attirare l’attenzione dei media e di un editore che deciderà di scrivere un libro sulla loro storia.

Ecco, James Bowen e Bob esistono veramente. Bob è Bob e James è James. Bob è entrato nella vita di James nel 2007. Ferito, ha subito ottenuto le attenzioni e le premure di James che da quel momento, nel contesto di una vita disastrata e dei continui fallimenti, trova in quel gatto la ragione per svegliarsi la mattina, per ricostruire qualcosa.

I due primeggiano per le strade di Londra tra Covent Garden e Piccadilly Circus. Bob è la vera attrazione, i passanti lo adorano e vogliono scattargli una foto, accarezzarlo, e in questo modo si godono anche la musica di James. Proprio grazie a Bob e all’amore che corre tra i due, James interrompe il ciclo di metadone sentendosi finalmente ripulito.

Nel frattempo James ha anche ritrovato l’amore di suo padre. Bob è ufficialmente il suo angelo custode. Una mattina, mentre si trova a Covent Garden per suonare la chitarra, viene avvicinato da un agente che gli propone di raccontare la sua storia in un libro. Da artista di strada ed ex tossicodipendente squattrinato, James Bowen diventa autore di un bestseller.

A Spasso con Bob racconta proprio questo. L’amore tra James e Bob è qualcosa di palpabile, e lo vediamo anche nei video reali presenti su YouTube come quello di seguito che ci mostra ciò che incanta tutti: il momento in cui il gatto batte il cinque al suo padrone senza mai staccargli gli occhietti di dosso.

Perché Kadaver su Netflix è un horror da assaggiare senza troppe aspettative

L’arrivo di Kadaver su Netflix è stato silenzioso, non come quelle pellicole che hanno riempito i manifesti delle grandi città, i post sponsorizzati sui social e le bocche degli appassionati che su Facebook diventano critici cinematografici da tastiera. Ora, la pandemia ci ha resi tutti più sensibili e famelici, e l’inedia di cui stiamo soffrendo non si limita al semplice desiderio di abbracci, adunate e aperitivi fino a notte fonda (!).

L’inedia, la fame o l’appetito – scegliete voi il vocabolo in base al vostro QI – fanno parte anche della voglia di emozioni. Abbiamo fame di cose buone da vedere, e la presenza di Kadaver su Netflix può risvegliare le papille gustative atrofizzate dai re-watch e da mal riusciti spin-off.

Il contesto è quello del disastro nucleare che ha messo la Norvegia in ginocchio. Leonora, suo marito Jacob e la figlioletta Alice vagano per i relitti delle case alla ricerca di cibo, fanno lo slalom tra i cadaveri abbandonati lungo le strade e si confrontano con altri sopravvissuti. Lerci, impolverati e malnutriti. Un bel giorno il carrozzone del “più grande spettacolo della storia” arriva in città e invita tutti all’hotel dove il magnate Mathias ha creato una piece in cui trovare buon cibo e distrazione da un mondo a pezzi.

I disperati si ritrovano così al centro di uno spettacolo nel quale sono obbligati a indossare delle maschere come “confine tra realtà e finzione”. Le stanze dell’hotel ospitano le varie rappresentazioni e ben presto il confine di cui sopra viene meno fino a diventare un vero e proprio incubo.

Il regista Jarand Herdal ci propone, così, il suo Overlook Hotel post-apocalittico, la sua mascherata attinta da Eyes Wide Shut e il suo labirinto grottesco. Il sangue e i pezzi di carne non mancano, così come l’angoscia che solo i bambini possono offrire quando si parla di horror. Tuttavia, seppur si chiuda un cerchio nel finale, la nostra inedia non trova tutta la sazietà promessa dagli inizi.

Il problema, tuttavia, sono le nostre aspettative: siamo chiusi in casa e abbiamo bisogno di emozioni forti, e queste con Kadaver su Netflix non arrivano. Accettiamo, però, che in un altro periodo storico questo film ci avrebbe ampiamente soddisfatti e anche noi avremmo voluto fuggire da quell’hotel pieno di lampi di follia e claustrofobia esistenziale.

Potrebbero slittare le riprese di Stranger Things 4, parla Gaten Matarazzo

Potrebbero slittare le riprese di Stranger Things 4 per riprendere in autunno. Lo riferisce Gaten Matarazzo, l’interprete di Dustin Henderson nella fortunata serie TV targata Netflix. Ciò è dovuto al blocco delle produzioni a seguito del lockdown globale disposto dai governi per contrastare la pandemia del COVID-19.

L’attore è intervenuto sabato 6 giugno nel podcast GalaxyCon e ha fatto il punto sui lavori per la quarta stagione di una delle serie TV Netflix più amate dal pubblico.

Non un dato confermato al 100%, ma i vertici di Netflix stanno ragionando sulla possibilità di attendere ancora per le riprese della saga di Undici e dei ragazzi che lottano contro il Demogorgone. Gaten Matarazzo, durante il lockdown, è rimasto a casa e ora, racconta, vive l’ansia di riprendere i lavori. Nel frattempo sta per compiere 18 anni e per lui vige la possibilità di lavorare più ore al giorno, non essendo più minorenne.

Sono entusiasta di tornare a lavoro senza pensare agli impegni scolastici. Amo molto il mio lavoro, ma ho voluto assicurarmi che la scuola fosse per me la priorità numero uno. Ora che sono vicino ai 18 anni, le regole d’alternanza sono però finite e potrò dedicare tutta le mie forze e la mia attenzione a Stranger Things, perché avranno bisogno di me senza limiti di tempo.

Le riprese di Stranger Things 4 erano già iniziate ma tutto si è dovuto interrompere per via delle disposizioni governative, per questo tutte le produzioni Netflix sono in fase di riprogrammazione. La quarta stagione della serie potrebbe dunque arrivare nel 2021, saltando completamente l’estate 2020.

Le nuove disposizioni arrivate dalla Georgia, in ogni caso, facilitano la ripresa dei lavori all’interno dello Stato anche se restano obbligatorie alcune norme sulla sicurezza, come il distanziamento tra membri della crew e l’igienizzazione frequente delle mani. Bisogna aspettare, dunque, un’ulteriore decisione dei capi di Netflix.

Le riprese di Stranger Things 4 potrebbero dunque riprendere a partire da settembre e così quelle di tante altre serie TV in lavorazione di cui il pubblico attende con ansia i nuovi episodi. Le riprese di Stranger Things 4 erano state annunciate con un teaser in cui veniva mostrato Hopper, dato per spacciato alla fine della terza stagione.