Walter è un Muppet cresciuto come un bambino in carne ed ossa insieme al fratello maggiore di nome Gary (Jason Segel) nella ridente cittadina di Smalltown. Gary però è davvero un ragazzino in carne ed ossa e dopo i primi anni d’infanzia, col passare del tempo e con Gary che cresce a vista d’occhio Walter comincia a percepire la differenza e a sentirsi fuori posto, almeno fino a quando non conoscerà il Muppet Show e ne diventerà il fan più sfegatato. Purtroppo anche per i suoi idoli il tempo segnerà il passo e presto in tv verranno rimpiazzati da cartoni all’ultima moda e reality. Fortuna vuole che Gary abbia in programma una vacanza con la fidanzata Mary (Amy Adams) a Los Angeles, proprio dove si trova il leggendario Muppet Theater e che abbia preso un biglietto in più facendo la felicità di Walter, ma non quella di Mary che sperava in qualcosa di un tantinello più romantico. E’ a Los Angeles, proprio durante una visita all’ormai vetusto teatro del Muppet Show che Walter scoprirà le mire del malvagio e avidissimo Tex Richman (Chris Cooper) che intende demolire il teatro per trivellare petrolio, ma potrà farlo solo se i Muppet non impugneranno il contratto riscattando la location con 10 milioni di dollari.
Dizionario dei film
Una lista completa delle recensioni del Cinemaniaco. Centinaia di film recensiti e ordinati in ordine alfabetico per la consultazione.
True Justice-Guerriglia urbana, recensione
Tornano in campo il veterano Elija Kane (Steven Seagal) e il suo team di agenti sotto copertura al servizio del dipartimento di polizia di Seattle, impegnati a ripulire le strade da spacciatori, psicopatici serial-killer, mafie di varia provenienza e gang di ogni foggia e colore. Stavolta i casi di cui si occuperà la squadra sono tre, il primo parte dalla morte di una ragazza per overdose durante un rave, decesso che si scoprirà causato da una nuova droga sintetica che contiene un principio attivo letale, che rischia di causare un’ecatombe tra tossicodipendenti e consumatori occasionali. Visto che i guai non vengono mai da soli a Kane e compagni toccherà anche investigare sull’omicidio un’operativa dell’antidroga e fare da baby-sitter ad un regista e alla sua troupe che vogliono girare in una delle bidonville più pericolose della città.
The Woman in Black, recensione in anteprima
Arthur Kipps (Daniel Radcliffe) è un giovane avvocato londinese costretto, su ordine del suo datore di lavoro, a lasciare il figlioletto di tre anni per recarsi in un remoto villaggio onde assistere ai funerali della vedova Alice Drablow, una facoltosa cliente dello studio per cui lavora e sbrigare le pratiche legali inerenti al suo lascito ereditario, lascito che include anche una lugubre e vetusta villa sperduta tra le nebbie della campagna inglese. Kipps al suo arrivo troverà una strana atmosfera, gli abitanti del villaggio appaiono inquieti e terrorizzati da un qualche pericolo incombente di cui non è chiara la natura e all’avvocato, che deciderà di alloggiare nella villa della defunta vedova Drablow, cominceranno a manifestarsi episodi che hanno tutto l’aspetto di eventi sovrannaturali, accadimenti che saranno accompagnati da una vera e propria manifestazione spettrale che prenderà le sembianze di una misteriosa donna vestita di nero, che porta con sè un terrificante e oscuro segreto che riguarda una misteriosa e inspiegabile serie di decessi.
Paradiso Amaro: recensione in anteprima
Paradiso Amaro, titolo originale The Descendants, è la storia dell’avvocato Matt King -interpretato da George Clooney-, un hawaiano discendente della famiglia reale da cui ha ereditato, insieme ai suoi cugini, una spiaggia tropicale su una delle isole delle Hawaii e ha deciso, insieme al resto della famiglia, di vendere l’inestimabile proprietà; un evento tragico irrompe nella quotidianità di Matt: la moglie entra in coma a seguito di un incidente in barca, per praticare uno dei tanti sport estremi di cui la donna era appassionata, ma presto Matt scoprirà che di estremo c’era anche un rapporto passionale extraconiugale…
Dream House, recensione in anteprima
Will Atenton (Daniel Craig) è un editore di successo che decide di abbandonare la città e il suo lavoro per trascorrere più tempo con sua moglie Libby (Rachel Weistz) e le sue due bambine Dee Dee e Trish, per questo ha acquistato una deliziosa villetta dove finalmente può raggiungere e restare con la sua famiglia che l’attende con ansia. Già dai primi giorni successivi al suo arrivo intorno alla casa comincia ad aggirarsi uno strano tipo che Will, per quanto si sforzi, non riesce ad identificare, poi la scoperta una sera, per puro caso che proprio la casa che ha scelto per crescere le sue due bambine è stato teatro dell’omicidio di un’intera famiglia. L’ex-proprietario, un certo Peter Ward una notte ha ucciso a colpi di pistola la moglie e le sue due bambine. Will in seguito scoprirà che l’uomo è ancora vivo e deciderà di saperne di più su di lui e sugli eventi di quella tragica notte.
The Iron Lady: recensione in anteprima
The Iron Lady è un film che ripercorre la vita e le gesta di Margaret Thatcher, la prima donna a diventare primo ministro in Gran Bretagna, un’icona della nostra epoca.
In questo film sono almeno tre i temi narrativi che ruotano intorno al personaggio interpretato da Meryl Streep: il legame affettivo ancora vivo con il defunto marito Denis; la lotta di classe che Margaret ha combattuto fin da quando era ragazza per emancipare la figura della donna nella politica al potere nel mondo occidentale; il connubio tra l’essere donna, madre e leader di un paese come la Gran Bretagna degli anni dell’IRA.
Analizziamo la vicenda cinematografica.
ACAB, recensione in anteprima
Cobra (Pierfrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro) e Mazinga (Marco Giallini) sono i nomi di battaglia di tre agenti di polizia del reparto mobile di Roma, tre celerini con il pelo sullo stomaco, un’indole per la violenza e un credo politico che li tiene uniti come fratelli, intenti a coprirsi le spalle a vicenda sia quando sono in servizio tra stadio, manifestazioni e sgomberi di case popolari, sia quando inevitabilmente qualcuno di loro calca la mano e rischia un richiamo formale o peggio ancora di essere buttato fuori dal corpo. Alla squadra dei tre agenti da qualche tempo si è unita la giovane recluta Adriano (Domenico Diele) che ha scelto il reparto mobile per questioni economiche e che si ritrova a dover scendere a compromessi con la sua moralità e con la divisa che indossa, solo per poter far parte di una sorta di squadra nella squadra formata dai suoi tre colleghi, tutti reduci dal famigerato G8 di Genova e tutti con i loro problemi personali: Cobra sta affrontando una denuncia per aggressione, Negro ha divorziato dalla moglie che non gli vuol far vedere la sua bambina e Mazinga si trova alle prese con un figlio adolescente ribelle, che odiando tutto ciò che il padre rappresenta si troverà coinvolto con un movimento di estrema destra composto da facinorosi.
Un poliziotto alle elementari, recensione
Il losco Cullen Crisp (Richard Tyson), noto trafficante di droga psicopatico, grazie ai suoi agganci riesce a scoprire dove la sua ex-moglie Rachel (Penelope Ann Miller) è fuggita con il loro figlioletto e così dopo aver ucciso il suo informatore decide di andare sul posto per riprendersi il figlio. Crisp però non farà in tempo perchè finirà dietro le sbarre grazie alle dichiarazioni di una testimone che l’ha visto assassinare l’informatore e dovrà perciò contare sull’aiuto della madre per recuperare il bambino. Nel frattempo visto il pericolo tangibile che incombe su madre e figlio il detective John Kimble (Arnold Schwarzenegger) e la sua collega, l’agente Phobe O’Hara (Pamela Reed), saranno inviati sotto copertura nella piccola cittadina dove l’ex-moglie di Crisp risiede. Qui O’Hara si fingerà una maestra d’asilo per entrare in contatto con i bambini della scuola onde individuare il figlio di Crisp, ma proprio il primo giorno di scuola O’Hara si ammalerà costringendo Kimble a sostituirla e vista la totale inesperienza del poliziotto, il primo approccio con i piccoli e pestiferi alunni sarà a dir poco traumatico.
Underworld-Il riveglio 3D, recensione
Dopo aver scoperto l’origine della sanguinosa faida sovrannaturale tra vampiri e licantropi nel prequel Underworld 3: La ribellione dei Lycan, si torna ai giorni nostri o meglio in un futuro non meglio precisato in cui la vampira Selene (Kate Beckinsale), esperto agente di morte e cacciatrice di Lycan dopo aver tradito la sua razza per amore ed essersi scontrata con il vampiro che l’ha generata, prova a ricongiungersi con Michael Corvin, l’ibrido che funge da anello di congiunzione tra le due razze e che potrebbe rappresentare un nuova ed inaspettata svolta nella guerra. Purtroppo il tentativo di riunirsi a Corvin fallisce e i due vengono ancora una volta separati con Selene che si risveglierà dopo un coma di dodici anni scoprendo di essere stata il soggetto di una sperimentazione genetica atta a creare una sorta di super-Lycan, ma quello che la sconvolgerà di più sarà la scoperta di essere diventata madre durante il suo lungo sonno criogenico.
L’incredibile Hulk, recensione
Un incipit che ci racconterà la genesi dell’Incredibile Hulk ci mostra il Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (William Hurt) che si incontra con il dottor Bruce Banner (Edward Norton), collega ed amante di sua figlia Betty (Liv Tyler), in vista di un esperimento ideato per rendere gli esseri umani immuni alle radiazioni gamma. In realtà l’esperimento è stato finanziato dall’esercito e dal governo americano con lo scopo di sviluppare un siero capace di creare un super-soldato. L’esperimento non solo fallirà, ma trasformerà Banner in Hulk, mutandone il DNA in modo tale che ogni volta che Banner sarà colpito da attacchi di rabbia, contro la sua volontà si trasformerà in questo gigantesco essere verde dalla forza devastante e dalla furia incontrollabile. Hulk/Banner dopo l’accidentale metamorfosi distruggerà il laboratorio, ferirà Betty e si darà alla fuga. Tornato allo stato umano lo scienziato comprenderà di non poter tornare alla sua vita nelle condizioni in cui versa e resterà latitante in cerca di una cura, braccato nel frattempo da una squadra delle forze speciali guidata da capitano Emil Blonsky (Tim Roth).
Succhiami, recensione
Bella (Heather Ann Davis) fervente sostenitrice, in tutti i sensi dell’intera squadra di basket della scuola, sta per convolare a nozze con l’effeminato vampiro Edward (Eric Callero), membro della famiglia di succhiasangue vegetariani noti come i Cullen. Bella si troverà contesa tra l’attrazione che prova per Edward, un bello che decisamente non balla e l’amico Jacob (Frank Pacheco) che con il suo clan di licantropi sovrappeso è in aperto conflitto con la stirpe dei vampiri dalla notte dei tempi. Purtroppo il matrimonio dovrà essere rinviato perchè Bella è in pericolo, sullle sue tracce c’è una gang di vampiri neonati che hanno intenzione di eliminarla, questo pericolo imminente farà si che accada l’impensabile, vampiri e licantropi uniranno le forze per salvare la futura sposa. Così dopo un’epica battaglia nella foresta in cui faranno la loro apparizione anche i millenari Vulturi, le nozze tra Edward e Bella avranno finalmente luogo e dopo una focosa prima notte nell’esotico Brasile, la neo-signora Cullen si ritroverà incinta di un pargolo che però riserverà alla coppia qualche imprevista sorpresa…
True Justice-La vendetta, recensione
La squadra di poliziotti sotto copertura guidata dal veterano Elija Kane (Steven Seagal) si trova di nuovo per le mani un doppio caso scottante e dopo mafia russa e droga del primo episodio dal titolo True Justice-Incrocio mortale, ora è il turno di uno spietato serial-killer che predilige le bionde che lavorano come ballerine e una gang di motocliclisti alla Sons of Anarchy che contrabbandano armi. Per quanto riguarda l’omicida seriale da notare il suo peculiare ed inquietante modus operandi e la propensione per la magia nera e in particolare quella legata al folklore cinese. Tutte le sue vittime vengono strangolate post mortem ed esposte come trofei, la cosa che attirerà l’attenzione di Kane è l’incredibile somiglianza con le ragazze assassinate della nuova arrivata Sarah (Sarah Lind).
Shame, recensione
Brandon (Michael Fassbender) è un trentenne di New York che vive la sessualità in modo compulsivo ed anaffettivo, il suo continuo bisogno di appagare quella che si mostra da subito come una vera e propria patologia, lo ha portato negli anni ad assumere una serie di comportamenti borderline che lo hanno imprigionato in un quotidiano fatto di materiale pornografico, rapporti sessuali occasionali spesso e volentieri rappresentati dai servigi di svariate prostitute, tutto per sfogare quello che la sua mente gli impone come istintivo bisogno primario. Brandon pur se non lo palesa e nonostante le sue numerose conquiste è di fatto un asociale e quando arriveranno due figure femminili a scuotere il suo abitudinario tran tran quotidiano, la tormentata sorella Sissy (Carey Mulligan), cantante con il suo carico di disperazione e una fascinosa collega d’ufficio che gli mostrerà il lato emotivo del relazionarsi con l’altro sesso, per John i problemi si acuiranno con l’incrinarsi del suo precario e virtuale equilibrio mentale che subirà un traumatico contatto con la realtà, portandolo sempre più in basso, ma anche verso una disperante consapevolezza della situazione in cui versa.
50/50, recensione in anteprima
Adam (Joseph Gordon-Levitt) è un ragazzo posato, salutista e ligio alle regole con un tran tran quotidiano che scorre piuttosto sonnolento condiviso con la sua egocentrica ragazza Rachael (Bryce Dallas Howard), che ha da poco deciso di trasferirsi da lui e il suo migliore amico e collega di lavoro Kyle (Seth Rogen) che lo sprona da sempre a godersi la vita senza pensare troppo alle conseguenze. Insomma nulla di che, se non fosse per il fatto che il destino o se preferite il caso farà si che Adam diventi una cifra statistica, uno di quei casi citati dalle ricerche mediche che si trovano a lottare in giovane età con una rarissima forma di cancro, che in questo caso colpisce la spina dorsale. Così da un giorno all’altro Adam si troverà catapultato in una specie di surreale incubo ad occhi aperti, che lo vedrà costretto a confrontarsi con l’idea di una morte non più così lontana (il 50/50 del titolo si riferisce proprio alla probabilità di sopravvivere al tumore) e tutto il percorso che purtroppo ogni paziente affetto da tumore si trova ad affrontare e che include una prima forma di negazione, i deleteri effetti collaterali della chemioterapia, la paura e infine l’accettazione di una realtà tanto inconcepibile quanto ineluttabile, percorso questo che nel caso di Jack lo vedrà affidato alle cure della graziosa ed inesperta laureanda in psicologia Katie McCay (Anna Kendrick).