Analisi Finale, recensione

Il fascinoso psichiatra freudiano Isaac Barr (Richard Gere) ha in analisi la splendida e tormentata Diana Baylor (Uma Thurman) che non riesce a metabolizzare alcuni terrificanti ricordi d’infanzia che riguardano un padre alcolizzato e la sua morte durante un incendio, considerato dalle autorità una tragica fatalità per cui la donna non è mai stata accusata.

A metter pepe nelle sedute di Diana arriva l’altrettanto affascinante sorella di Diana Heather (Kim Basinger), che inizia un gioco di seduzione con lo psichiatra con la scusa di voler approfondire le motivazioni delle sedute a cui regolarmente partecipa la sorella.

Heather che aveva lamentato con Barr alcuni vuoti di memoria dovuti all’uso di alcol viene accusata in seguito di aver ucciso il marito, un uomo moralmente ambiguo e molto violento, sarà Baar a far scagionare la donna dalle accuse accorgendosi però troppo tardi che è stato oggetto di una complessa macchinazione ordita dalle due sorelle/pazienti.

Il regista Phil Janou con all’attivo qualche pellicola minore e il rockumentary con protagonista la band degli U2 Rattle and Hum, si affida ad una sceneggiatura di Wesley Strick che nel curriculum sfoggia il remake di Scorsese Cape Fear e l’adattamento del videogame Doom, per allestire un thriller dalla forte connotazione noir che ammicca ad Hitchcock, ma che purtoppo non va oltre una curatissima e sin troppo patinata confezione.

In Analisi finale tutto è troppo manieristico e soprattutto pecca imperdonabile per un thriller prevedibile, la storia arranca tra dialoghi troppo costruiti e protagonisti distanti, la splendida fotografia e la cura per la messinscena non riescono a sopperire ad una mancanza di scrittura, ad un trama che riesca ad andare oltre l’eleganza della messinscena.

Note di produzione: il regista si è palesemente ispirato al Vertigo di Hitchcok, il film è stato candidato a tre Razzie Awards: peggior film, peggior sceneggiatura e peggior attrice per Kim Basinger che quell’anno verrà candidata anche per Fuga dal mondo dei sogni di Ralph Bakshi.