Amabili resti, recensione in anteprima

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La quattordicenne Susie Salmon (Saoirse Ronan) vive la sua tranquilla vita da adolescente assaporando il suo primo amore, amata da una famiglia che la fa sentire protetta, purtroppo come nei peggiori incubi accanto a Susie vive ben celato un mostro, che dopo averla aggredita e violentata la uccide.

Susie si ritrova così in una sorta di aldilà intermedio da dove può scrutare gli accadimenti terreni senza però poter intervenire, e sarà così testimone del dolore dei propri cari, rivedrà il ragazzo che gli ha fatto battere il cuore e scoprirà che il  suo assassino, mentre le autorità brancolano nel buio, si prepara ad uccidere di nuovo.

Susie dovrà superare la rabbia e il desiderio di vendetta per riuscire a superare l’empasse che la trattiene nel suo personale paradiso che è in realtà una sorta di limbo, mentre dall’altra parte il mistero del suo assassinio lentamente va districandosi.

Peter Jackson continua il suo percorso artistico che lo vede sempre più accomunato al collega Sam Raimi, originati entrambi dal brodo primordiale e iperviolento dello splatter, si sono poi evoluti in un variegato percorso che tocca molteplici generi, e come destinati da una sorta di imprinting cinefilo convergere entrambi nel fantastico, genere/calderone che gli permette di maneggiare con una certà libertà l’arte del sogno e del fantasticare.

Così Jackson dopo il monumentale capolavoro fantasy Il signore degli anelli si cimenta con un altro libro molto amato ed un genere decisamente inflazionato, il thriller sovrannaturale, che anche il suo collega Raimi aveva esplorato a suo tempo con ottimi risultati nel suo The Gift-Il dono.

Bisogna dire che Amabili resti è una pellicola intensa che sa toccare davvero le corde giuste, chi ha perso qualcuno in modo tragico sa di cosa parlo, il regista ripesca alcune inquietanti suggestioni del suo disturbante gioiello Creature del cielo miscelandole con la sua personale visione dell’Aldilà, che per alcuni versi ci ha ricordato in maniera speculare il paradiso new age e artistoide del melò sovrannaturale di Vincent Ward Al di là dei sogni, un paradiso autoindotto e a misura di trapassato.

Il film pur avendo qualche tipico difetto di molte produzioni ad alto budget con tutte le limitazioni del caso, mantiene un certo tocco personale che lo differenzia dalla moltitudine di pellicole prodotte in serie che periodicamente saturano il genere.

Concludiamo segnalando la bravura dell’intero cast, tra cui spicca la giovane e talentuosa protagonista Saoirse Ronan, un Mark Wahlberg in un’inedita versione paterna che dimostra la crescita e la bravura di un attore ancora troppo sottovalutato, e il grande Stanley Tucci, l’attore che meglio incarna il delicato equilibrio tra caratterista e interprete, un mix di esperienza, arte e tecnica che non finisce mai di stupirci.