The Grandmaster: la video intervista a Wong Kar-wai

Quello uscito ieri nelle sale cinematografiche italiane è un film d’azione che racconta l’epopea del leggendario maestro di kung fu Ip Man. La storia è ambientata nella difficoltosissima epoca repubblicana che succedette alla caduta dell’ultima dinastia cinese: un’epoca di confusione, divisioni e guerre che fu nel contempo anche l’età dell’oro delle arti marziali cinesi.
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Stockholms film festival e Festival Internacional de Cine de Gijon

Tornando ai festival, non potevamo dimenticarci di due appuntamenti fondamentali che prendon il via proprio in questi giorni. Iniziamo dal primo: sto parlando del mitico Stockholms film festival, che si svolge tra il 20 e il 30 Novembre.

Proiezioni speciali ed eventi saranno al centro della celebre manifestazione ambientata a Stoccolma, che quest’anno ha il grande onore di ospitare due leggende viventi: Wong Kar Wai e Charlotte Rampling, venuti in Svezia per accettare lo Stockholm Visionary Award e lo Stockholm Lifetime Achievement Award rispettivamente.

Assolutamente da non perdere la sezione Face2Face, un faccia a faccia con i filmmaker. Tali incontri si svolgeranno in concomitanza con la proiezione di The Duchess di Rampling e Ashes of Time Redux di Kar Wai.

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Dalla Cina con passione

Il cinema cinese gode di una lunga tradizione che affonda le sue radici alla fine del 19mo secolo, quando le prime “ombre elettriche”, così venivano chiamate, vennero proiettate per la prima volta a Shangai. La tumultuosa storia di questo immenso Paese non mancò di influenzare la produzione cinematografica degli anni successivi, quando le pellicole assunsero connotati patriottici e propagandistici, pur non trascurando l’ispirazione data dalla corrente hollywoodiana e sovietica.

L’occupazione giapponese di Shanghai avvenuta nel 1937 interruppe di fatto l’epoca d’oro delle pellicole cinesi, tornò comunque agli antichi splendori nel dopoguerra, poi il comunismo rese il cinema uno strumento di informazione e propaganda nei confronti delle masse contadine, eludendo possibili contaminazioni dall’estero con l’importazione di soli prodotti sovietici.

Negli anni ’70 si ebbe nelle sale di casa nostra e non solo l’invasione di film basati sulle arti marziali, ma che in realtà venivano realizzati non dalla Repubblica Popolare ma da Taiwan e Hong Kong non ancora possedimento di Pechino, influenzando di fatto il nuovo cinema cinese, opera di registi formatisi negli Stati Uniti e in Europa: una corrente innovativa che passando da Taiwan raggiunse finalmente la Cina continentale nel 1984 grazie alle pellicole Tudi (1984) di Chen Kaige, Daoma Zei (1986) di Tian Zhuangzhuang e Sorgo rosso (1987) di Zhang Yimou.

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