Venezia 2010, De Laurentiis annuncia Amici miei restaurato e Totò in 3D

Visto che il modaiolo formato 3D con le sue ultime produzioni ha contribuito quest’anno ad un’impennata di biglietti staccati nelle sale cinematografiche italiane, ecco una notizia alquanto curiosa di due progetti in cantiere del produttore Aurelio De Laurentiis che riguardano il classico Amici miei e nientemeno che un film in 3D per il principe Antonio De Curtis in arte Totò.

In occasione di un evento speciale che ieri sera ha preceduto l’inaugurazione ufficiale di quest’oggi della Mostra del Cinema di Venezia, con la proiezione di Profumo di donna di Dino Risi presentato in occasione dell’omaggio della Biennale a Vittorio Gassman seguito dalla premiazione del produttore Aurelio De Laurentiis con il Variety Profile in Excellence, riconoscimento assegnato dalla prestigiosa rivista americana di cinema ed entertainment, il produttore oltre che del nuovo cinepanettone sudafricano in procinto di iniziare le riprese, primo ciak il prossimo 6 settembre, ha parlato del restauro di Amici miei di Monicelli e del film con Totò Il più comico spettacolo del mondo, prima e unica pellicola italiana nel lontano 1953 a fruire del formato 3D.

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I soliti ignoti, recensione

Una squadra di sgangherati ladruncoli di mezza tacca grazie ad una fortunosa dritta scippata in carcere ad un compare detenuto e dalla chiacchiera facile pensa di organizzare un colpo ai danni di un’agenzia del Monte dei pegni, ma durante la spassosa pianificazione si renderanno conto di dover aprire una cassaforte e di non avere la competenza necessaria.

La banda formata dall’orfano Mario (Renato Salvatori), il fotografo con famiglia Tiberio (Marcello Mastroianni), il siciliano Ferribotte (Tiberio Murgia), l’anziano e affamatissimo Capannelle (Carlo Pisacane), e il pugile fallito Giuseppe Baiocchi (Vittorio Gassman) detto Peppe er Pantera, pensa bene di rivolgersi ad un esperto di cassaforti, il veterano Dante Cruciani (Totò), maestro dello scasso agli arresti domiciliari che si ricicla insegnante con lezioni di scasso ed effrazione.

Una volta appresi i rudimenti della tecnica da Cruciani toccherà a Mario il compito di sedurre e sottrarre le chiavi alla cameriera che lavora nell’appartamento adiacente all’agenzia in cui nottetempo la banda dovrà intrufolarsi, ma mentre l’operazione procede Cosimo (Memmo Carotenuto) l’ideatore del colpo ancora in prigione grazie ad un amnistia esce e si mette in cerca dei compari che lo hanno raggirato.

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Totò contro i quattro, recensione

ScreenHunter_26 Jul. 17 08.23 (300 x 435)Giornata da dimenticare quella del commissario di polizia Antonio Saracino (Totò) che dopo aver subito lo smacco di veder trafugata la sua auto nuova di zecca, dovrà affrontare una giornata infernale in commissariato dove oltre a tre spinosi casi su cui indagare si ritroverà anche un collega (Nino Taranto) che non solo gestisce indebitamente una lucrosa attività extra-lavorativa ed evade il fisco da anni, ma tenta in extremis una volta scoperto di corromperlo.

Tra i casi con cui il sempre più stressato Saracino si dovrà cimentare c’è quello di un geloso e paranoico marito (Peppino De Filippo) che teme che la consorte e il suo presunto amante stiano architettando un piano per ucciderlo, il problema è che l’unico testimone oculare di questo complotto è un pappagallo.

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Chi si ferma è perduto, recensione

img_160901_lrg (300 x 435)I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) amici e colleghi d’ufficio sono uniti dall’odio verso lo zelante capufficio Cesare Santoro (Luigi Pavese) che non manca di redarguirli e minacciarli di trasferimento ad ogni occasione per il loro comportamento poco professionale tenuto sul posto di lavoro.

I due si danno manforte, almeno sino a quando Santoro non passa a miglior vita, il che lascia vacante il posto di capufficio, ruolo a cui i due aspirano da tempo, questo sarà l’inizio di una vera e propria battaglia senza esclusioni di colpi bassi per la successione. Nel frattempo un ispettore verrà a controllare la loro documentazione per decidere chi dei due sia il più adatto a succedere a Santoro.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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Frasi da cinema, I soliti ignoti

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Giuseppe Baiocchi detto Peppe er Pantera (Vittorio Gassman) grazie ad una dritta scippata al detenuto Cosimo (Memmo Carotenuto), decide di organizzare un colpo ad un’agenzia del Monte dei pegni e per l’occasione recluta i ladruncoli Tiberio (Marcello Mastroianni), Mario Angeletti (Renato Salvatori), Pierluigi Capannelle (Carlo Pisacane), Michele Nicosia detto Ferribotte (Tiberio Murgia) e come supporto tecnico il maestro delle casseforti Dante Crucini (Totò).

DISQUISIZIONI LEGALI A REGINA COELI:

Cosimo: Avvocà, io bisogna che esco, che esco subbito!…L’articolo 403 non va più bene, ce vò il 117, a pagina 128.
Avvocato: Ma no, al massimo il 521.
Cosimo: No, quello non va più bene! Ce vò il 124, oppure il 606!
Avvocato: Ma come fai, c’è la fragranza, te lo sei scordato il 1004?
Cosimo: Il 1004? E che articolo è?
Avvocato: Eh, il 1004, quello che volevi rubare!

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Operazione San Gennaro, recensione

san gennaro []Un terzetto di criminali americani sbarca a Napoli con la ferma intenzione di fare il colpo grosso, non conoscendo bene il posto decidono di servirsi di un consulente locale, il leggendario Don Vincenzo (Totò) conosciuto nell’ambiente come Il fenomeno.

Purtroppo il fenomeno in questione è finito dietro le sbarre dove sinceramente non se la passa affatto male e grazie alla sua fama è considerato una celebrità tra i detenuti. Don Vincenzo impossibilitato ad aiutare fisicamente la banda degli  americani gli consigla di rivolgersi al collega Dudù (Nino Manfredi) capo di una scalcinata banda di ladruncoli.

Dudù saputo che il colpo in questione riguarda il tesoro miliardario di San Gennaro è titubante nell’accettare, poi un pò alcuni segni divini interpretati ad arte, un pò l’intenzione una volta fatto il colpo di tenersi tutto il malloppo e devolverne metà ai poveri di Napoli, gli permettono di quietare la coscienza e accettare il lavoro.

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La banda degli onesti, recensione

Antonio Buonocore (Totò) è il portinaio di uno stabile che un bel giorno si ritrova per le mani quello che sembra essere un inaspettato colpo di fortuna, nonchè la svolta della vita, alcuni clichè sottratti alla Zecca dello Stato e la carta filigranata per stampare delle banconote.

Antonio viene in possesso dello scottante materiale grazie ad una confessione fattagli da un anziano inquilino, che in punto di morte gli rivela dove ha nascosto filigrana e clichè di cui Antonio si appropria dopo la morte dell’uomo.

L’idea è molto semplice, almeno sulla carta, coinvolgere altri due compari nell’operazione, il tipografo Giuseppe Lo Turco (Peppino De Filippo), lui fornirà i macchinari necessari a stampare fisicamente le banconote e il pittore Cardone (Giacomo Furia), un artista della tela esperto di colori e vernici.

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L’imperatore di Capri, recensione

loc36Antonio De Fazio (Totò) è un semplice cameriere che lavora in un albergo di Napoli, quando il destino gli gioca un bel tiro, Antonio viene scambiato da un’ospite dell’albergo, l’affascinante Sonia Bulgarov (Yvonne Sanson), per il nobile Bey di Agapur, nientemeno che l’uomo più ricco del mondo.

All’incredulo Antonio non pare vero, finalmente un pò di divertimento e fuga da una noiosa esistenza, cosi accettato un appuntamento con Sonia si ritrova invitato in una lussuosa tenuta a Capri, pronto a godersi nuova identità e relativi e graditissimi effetti collaterali.

Così il cameriere napoletano vive il  suo sogno, corteggiato da bellissime donne nella cornice della splendida Capri, ma le bugie hanno le gambe corte e i sogni per quanto meravigliosi e ad occhi aperti sono sempre destinati a terminare, per Antonio il riveglio è alquanto brusco perchè scoperta la sua vera identità, c’è una bella accusa di truffa ad attenderlo, ma il destino benigno ha ancora un regalo da fargli.

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Totò il comico più popolare per gli italiani, Jessica Rabbit la più sexy dell’animazione

Totò è il comico italiano più popolare di sempre, mentre Jessica Rabbit è la figura femminile più sexy dell’animazione: questi sono i risultati di due sondaggi, il primo fatto dal sito italiano Qui News, il secondo dall’azienda inglese Cadbury Dairy Milk. Diamo uno sguardo un po’ più approfondito.

Su 1000 intervistati equamente divisi per fascia d’età, sesso e collocazione geografica, l’indagine di Quinews sul comico italiano più amato di sempre vede trionfare, con il 50,5% delle preferenze, il principe della risata Antonio De Curtis, che precede Alberto Sordi, secondo con il 21,5% e Massimo Troisi, terzo con il 10%. Il restante 18% si distribuisce tra Roberto Benigni (5%), Aldo Fabrizi (4%), Nino Manfredi e Peppino De Filippo (3%), Walter Chiari, Carlo Verdone e Franco Franchi (1%).

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