Saw 3D-Il capitolo finale, recensione

Dopo un incipit in cui ritroveremo il dr.Grant (Cary Elwes) dopo l’auto-amputazione intento a cauterizzare in maniera decisamente artigianale quello che rimane del suo arto, si passa in una vera e propria trappola espositiva in centro città, dove tre ragazzi dovranno decidere a colpi di sega rotante chi dovrà sopravvivere alla nuova letale trappola dell’enigmista.

Efferata premessa archiviata conosceremo in una città in preda al terrore, i quattro personaggi chiave che diventeranno i nuovi protagonisti del gioco mortale di Jigsaw, Jill Tuck (Betsy Russell) l’ex-moglie di John Kramer (Tobin Bell) che si rivolge al detective Gibson (Chad Donella) affinchè la protegga da Mark Hoffman (Costas Mandylor) l’ex-detective e discepolo di Kramer che lei ha inutilmente tentato di eliminare e infine Bobby Dagen (Sean Patrick Flanery) un sopravvissuto di Saw che oltre a presiedere un gruppo di sotegno per vittime scampate all’Enigmista, ha trasformato la sua terribile esperienza in un lucroso pozzo di soldi.

Così mentre Gibson segue la scia di cadaveri lasciata da Hoffman che pretende la consegna di Jill per porre fine al massacro, un oscuro segreto riporterà Bobby a casa Saw costringendolo a rivivere ancora una volta un gioco al massacro disseminato di trappole che potrebbero portarlo alla consapevolezza o alla morte.

Il serial-killer moralizzatore Jigsaw torna per l’ultima volta sul grande schermo per salutare le schiere di giovanissimi fan che ne hanno decretato il successo per ben sei capitoli e per il macabro spettacolo finale si punta al 3D e a chiudere i vari punti oscuri rimasti in sospeso.

Questo Saw 3D ha davvero troppi punti deboli per poter chiudere dignitosamente una serie che comunque aveva cominciato a mostrare la corda già dal terzo capitolo, dopo due primi episodi decisamente interessanti e dotati di un minimo di intreccio ed atmosfera.

Dal recente sesto capitolo il franchise spremuto all’estremo già chiedeva una rapida soluzione finale, ma con questo ultimo capitolo si è voluti andare oltre con una trama risibile e un tanto decantato 3D. che si rivela inadeguato e furbo escamotage per trascinare al cinema  quella parte di fan che avevano mollato la presa lo scorso capitolo e quella ritrovata fetta di spettatori amanti del modaiolo nuovo formato tridimensionale, che da qualche tempo a questa parte affollano le sale per la gioia dei produttori che convertono in 3D di tutto e di più.

Sorvolando sulla trama raffazzonata che serve solo da collante per i sanguinolenti trappoloni, il film si presenta debole non solo dal punto di vista narrativo che per una saga di questo tenore non è certo un limite, ma anche dal punto di vista tecnico con una regia scolastica del montatore ufficiale della serie Kevin Greutert e una serie di effetti speciali davvero dozzinali a cui si aggiungono trappole decisamente al di sotto della media, debolezza quest’ultima a cui si cerca malamente di sopperire con un furbesco 3D da drive-in.

Insomma considerando che si rischiava un ottavo capitolo poi fortunatamente inglobato in questo settimo e che siamo di fronte ad un capitolo finale, questo nuovo Saw diventa una sorta di liberazione da una saga che ormai languiva già da qualche capitolo e a cui il 3D non ha certo dato l’aiuto sperato, insomma consigliato solo agli irriducibili fan di John Kramer, per tutti gli altri…Game over.