Recensione: Shadow man-il triangolo del terrore

L’ex-agente della CIA Jack Foster (Steven Seagal) ha ormai lasciato da tempo il suo lavoro per l’Agenzia, ma purtroppo i guai per lui non sembrano finiti, infatti Jack viene a sua insaputa, utilizzato come corriere per contrabbandare un potentissimo virus dagli effetti letali, pronto per essere trasformato in una devastante arma batteriologica.

Durante un viaggio in Europa, la figlia di Jack viene rapita e il nostro eroe è costretto ad una vera caccia all’uomo ed utilizzando tutti i suo vecchi contatti riesce a rintracciare l’organizzazione responsabile del sequestro.

Ma quello che sembra un semplice caso di sequestro di persona, si rivelerà un piano ben congegnato che ha per scopo recuperare il virus, ma Jack non è tipo da rendere le cose facili e avrà presto chiare le vere intenzioni dei terroristi, rendendogli così il recupero alquanto complicato.

Michael Keusch è un regista che proviene dalla tv e si vede, Shadow Man è una pellicola low-low-budget, le location sono come al solito situate nei paesi dell’Est, la storia è sempre la medesima, terroristi e virus, tipici ingredienti di ottime pellicole che miscelano spy-story ed action, una su tutte Mission impossible 2 di John Woo, ma qui siamo di fronte a ben altro.

Seagal, afflitto da un fisico ormai compromesso da un’obesità impossibile da nascondere nonostante gli inutili e risibili tentativi, si lancia nell’ennesima fotocopia di uno dei suoi tipici prodotti action da videoteca. Script inesistente, regia piatta, qualche esplosione, un paio di inseguimenti e combattimenti a base di arti marziali con il contagocce, vista anche le difficoltà fisica che ormai affligge il protagonista.

Comunque per chi cerca un divertimento molto easy, dove la sceneggiatura è più che altro un canovaccio su cui Seagal improvvisa il suo repertotio di frasi da duro accompagnate dalla sua unica espressione indurita da più di qualche ruga, Se fate parte dello zoccolo duro di ammiratori che ancora si diverte con il buon vecchio Seagal style, con tutti gli acciacchi del caso che l’età ha regalato al nostro eroe, potrete trovare Shadow man un prodotto godibile per una serata all’insegna del disimpegno più estremo.

Se invece amate il Seagal di Nico o di Trappola in alto mare, se volete ricordarlo com’era, senza stare a compatirne la pinguetudine e sentite la mancanza cronica del buon vecchio action all’americana, lasciate stare e ripescate qualche vecchio e buon titolo del miglior Seagal anni ’90, lì si che c’era di che divertrsi.