La bussola d’oro, recensione

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In un mondo che vive sospeso tra realtà, misticismo e magia, dominato da forze superiori e popolato da esseri umani dotati di uno sorta di totem denominati Daimon, controparti animali dell’anima e della personalità degli abitanti di questo mondo alternativo, vive la piccola orfanella dodicenne Lyra (Dakota Blue Richards).

L’equilibrio del mondo di Lyra viene messo in pericolo da un’oggetto magico con il potere assoluto della verità, la bussola d’oro, che capiterà proprio tra le mani della ragazzina. Strumento potente e ambito che diventa una minaccia per il Magisterium, ordine costituito che legifera sul mondo degli universi alternativi, e che procurerà non pochi guai a Lyra e a chi gli è più vicino.

Così Lyra si troverà ben presto nel bel mezzo di una faida per il potere ed una guerra imminente. Tra rapimenti, spiriti malvagi e streghe buone, Orsi polari guerrieri, avventurieri e scienziati ribelli, Lyra affronterà un avventuroso viaggio che la trasformerà in una piccola eroina, unica speranza e salvatrice di un intero universo sull’orlo del baratro.

Il regista e sceneggiatore Chris Weitz, nel curriculum la comedy About a boy-Un ragazzo con Hugh Grant e New Moon secondo capitolo della saga di Twilight, si approccia ad uno dei fantasy più complessi e fascinosi di sempre, adattatando il primo volume della trilogia Queste materie oscure dello scrittore inglese Philip Pullman.

Weitz si avvale di un budget stratosferico, cira 150 milioni di dollari, con il quale recluta la splendida Nicole Kidman e il nuovo James Bond Daniel Craig, mettendo in scena una suggestiva versione del mondo creato da Pullman, e riuscendo a rappresentare, e a rendere coerente in meno di due ore, mitologia, suggestioni mistico-religiose e la notevole complessità di un’opera, che forse in questa versione da grande schermo potrebbe risultare troppo ostica per gli spettatori più piccini.

La bussola d’oro è un fantasy anomalo, sofisticato e di raro spessore, che contiene sfumature di un certo livello che cattureranno sicuramente l’attenzione della platea più adulta, a catturare l’attenzione dei più piccini invece ci sono gli splendidi e sofisticati effetti speciali premiati con un meritatissimo Oscar, nonchè la canonica  piccola eroina in cui identificarsi.