Johnny Stecchino, recensione

Dante (Roberto Benigni) è un’autista di scuolabus per diversamente abili un tantinello eccentrico che una notte viene quasi investito da Maria (Nicoletta Braschi) che sembra restare sbigottita alla vista dell’uomo che tornerà a visitare l’indomani, facendosi invitare a casa sua con una scusa e continuando a guardarlo con aria sognante.

Dante e Maria comiceranno a frequentarsi, la donna gli comprerà abiti eleganti e inizierà a chiamarlo per gioco Johnny, poi Maria ripartirà improvvisamente per Palermo dove vive con lo zio (Paolo Bonacelli)  lasciando Dante ormai infatuatosi della bella sconosciuta ad arrovellarsi.

Dante non ha intenzione di lasciarsi sfuggire la bella Maria, così parte alla volta della Sicilia dove incontra il famoso zio che mostra lo stresso sbigottimento della nipote nell’incontrarlo, sbigottimento che scopriremo dovuto alla somiglianza imperssionate di dante con un locale crimimale mafioso noto come Johnny Stecchino e di cui Dante è un perfetto sosia.

Quando Johnny Stecchino che ormai ha i giorni contati a causa di un regolamento di conti in atto con un altro boss scopre l’ingenuo sosia, decide di utilizzarlo come esca per attirare su di lui le attenzioni del clan rivale e farlo uccidere al posto suo, ma destino vuole che le cose non vadano esattamente come pianificato.

La coppia da premio Oscar Roberto Benigni/Vincenzo Cerami dopo Il piccolo diavolo torna a collaborare per il quinto film di Benigni regista, che anche stavolta punta ad un copione infarcito di gag fisiche che sfruttano i meccanismi sempre funzionali ed efficaci della classica commedia degli equivoci, ricetta rodata che anche stavolta funziona in più di un’occasione regalando risate e permettendo a Benigni di sfoderare il suo repertorio comico stralunato e clownesco.

Johnny Stecchino vive e sopravvive della verve del protagonista, la trama esile e costellata di fumettose inverosimiglianze non brilla per originalità ne tantomeno per scrittura, Benigni per l’occasione si sdoppia e punta ad una parodia bambinesca che funziona a corrente alternata grazie soprattutto alla sua strabordante vis comica e ad una serie di elementi che sfruttano l’equivoco e lo scambio di persona che però funzioneranno molto meglio nel successivo Il mostro.

Johnny Stecchino diverte, ma non convince del tutto nella sua eccessiva e fanciullesca levità, anche se il film è costellato di momenti esilaranti e chi ama Benigni non potrà non apprezzarlo anche in questa ennesima prova di un carisma comico incontestabile.