Belly of the Beast, recensione

bellyofthebeast []Un gruppo di fondamentalisti  islamici ha deciso che rapire la figlia di un governatore americano in vacanza in Thailandia, sarebbe un’azione che li potrebbe mettere in una posizione di forza rispetto al proprio governo, così danno il via al sequeestro massacrando i ragazzi che accompagnavano la figlia del governatore risparmiando solo una sua amica.

Purtroppo per i terroristi l’amica in questione è nientemeno che la figlia dell’ex-agente CIA  Jack Hopper alias Steven Seagal, che dopo aver appurato che i suoi contatti nell’agenzia la danno praticamente per morta, si lancia in una missione di salvataggio spezzando braccia e rompendo teste, utilizzando tutte le sue risorse, nonchè una conoscenza letale delle arti marziali, per riportare le due ragazze a casa sane e salve.

Steven Seagal sforna l’ennesimo direct-to-video, stavolta però, nonostante il film si dimostri sin dalle prime sequenze decisamente di grana grossa, il tocco di un regista orientale e le suggestive location regalano alla pellicola una divertente connotazione da B-movie made in Hong Kong.

Così la parte prettamente action ne guadagna visivamente, poi il regista Siu Tung Ching, incline al fantastico, e che sfoggia nel curriculum il divertente action al femminile Naked Weapon, ci aggiunge un intrigante tocco mistico/sovrannaturale che rende il film squisitamente pasticciato.

Seagal in versione imbolsita sfoggia il suo famigerato sguardo a fessura, una quindicina di battute di cui più della metà sono minacce, e l’aria determinata di chi sa esattamente cosa fare per farti più male possibile, insomma tutto il suo repertorio classico, che alla fine dei conti per i suoi irriducibili fan rimane un marchio di fabbrica ed una sicurezza,

Certo bisogna passare sopra una sceneggiatura che definire raffazzonata e fargli un complimento, ma diamine meglio del solito action low budget girato nei paesi dell’est, e su alcune libertà che si prende il regista facendo svolazzare Seagal in piu di un’occasione e facendogli sfoggiare una serie di acrobazie decisamente inverosimili. sostituendolo con controfigure che sfoggiano perlomeno una trentina di chili in meno, ma questo è il bello dei prodotti made in Hong Kong e l’importante alla fine è solo esserne pienamente consapevoli.