Black Dawn-Tempesta di fuoco, recensione

Nel prologo seguiremo un gruppo di terroristi intenti a rapinare un furgone portavalori in quel di Amsterdam, spettacolare assalto che frutterà una valigetta colma di diamanti pronti ad essere investiti per qualche azione dimostrativa in giro per il mondo.

Dopo aver assistito all’omcidio del leader del gruppo, ci troviamo in un penitenziario amercano dello Utah dove l’ex-agente CIA Jonathan Cold (Steven Seagal) latitante e ricercato dopo aver ucciso sei agenti dell’Agenzia, è intento a far evadere per un lauto compenso un membro del suddetto gruppo, l’evasione andrà a buon fine e a Cold verrà chiesto di continuare a prestare i propri servigi per un’operazione che l’evaso e suo fratello hanno in ballo.

Cold accetterà l’ulteriore incarico ignaro che sulle tracce del terrorista da lui appena liberato c’è l’agente CIA Amanda Stuart (Tamara Davies), sua ex-allieva che si trova a seguire la pista di una testata nucleare che i due fratelli terroristi sembra abbiano intenzione di acquistare in cambio dei diamanti frutto della rapina di Amsterdam.

Black Dawn-Tempesta di fuoco aka The Foreigner 2-Black Dawn fa parte della corposa serie di pellicole direct-to-video che periodicamente Steven Seagal gira a tempo di record e con budget ristrettissimi, in questo caso l’attore torna ad indossare i panni dell’ex-agente Cia Jonathan Cold, personaggio già interpretato da Seagal nel mediocre The Foreigher-Lo straniero di Michael Oblowitz.

Stavolta dietro la macchina da presa troviamo l’efficace Alexander Grusynzski, supportato da uno script soprendentemente coerente rispetto alla media di queste produzioni, che di norma sfoggiano personaggi appena abbozzati e copioni tirati via.

Black Dawn-Tempesta di fuoco si dimostra non solo enormemente superiore al suo predecessore, ma uno dei migliori direct-to-video di Seagal insieme al recente Ruslan, naturalmente per i non-fan di Seagal l’importante è non aspettarsi miracoli action o script sorprendenti, ma un passabile prodotto d’intrattenimento con un minimo sindacale di trama.

Note di produzione: mentre negli States il film è uscito solo per l’home-video, da noi la pellicola transitò nelle sale grazie alla programmazione estiva, inoltre tra le curiosità segnaliamo che le riprese hanno coinvolto Seagal per soli 18 giorni su un totale di 30, il tempo restante fu occupato da sequenze in cui Seagal non compariva o veniva sostituito sul set da una controfigura.