A Slum Simphony-Allegro crescendo, recensione

L’idea del regista Cristiano Barbarossa nasce dall’intento di portare a conoscenza della più vasta platea possibile una delle iniziative sociali più incredibili e artisticamente coinvolgenti mai allestite in campo internazionale e che vedono sei giorni a settimana una mole impressionante di giovanissimi, si parla di oltre 250.000 ragazzi provenienti dalle zone più disagiate e disastrate del Venezuela, impegnarsi in intense sessioni di studio di musica classica.

Sistema di orchestre infantili e giovanili del Venezuela (Sistema Nacional de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela) questo è il nome di questo progetto didattico-artistico a sfondo sociale che intende sopperire alle grandi lacune di uno dei paesi più ricchi a livello di materie prime minerarie e petrolifere e tra i più poveri e disastrati del Sudamerica, con intere comunità che vivono in sconfinate e desolanti baraccopoli con un altissimo tasso di violenza e scontro sociale che spezza il paese in due, con poveri da una parte e ricchi dall’altra con una netta separazione rappresentata da quartieri dove vive la popolazione più agiata superprotetti e inaccessibili.

E’ negli anni ’70 che il Maestro José A. Abreu Anselmi ha fondato questo complesso sistema che ad oggi comprende 157 orchestre e altrettanti punti di riferimento didattico-musicali, che tolgono letteralmente dalla strada ogni anno centinaia di ragazzi di ogni età inserendoli in un programma che oltre a dare loro una direzione e a supportarne la crescita artistica ed intellettuale, ne impedisce di fatto lo sfruttamento in strada da parte della microcriminalità.

Barbarossa descrive senza retorica il riscatto e la fuga da una realtà che avrebbe significato degrado o addirittura la morte per molti di loro, testimoniando un metodo d’insegnamento fortemente legato al gioco, non dimenticando di raccontare gli exploit che hanno costellato questa splendida esperienza artistica ben radicata nel sociale, come ad esempio la forza di volontà della giovane Angelica violinista appena undicenne all’epoca della sua entrata nell’orchestra, esperienza che la porterà dal barrio di Caracas alla tourneè di Madrid con il famoso direttore d’orchestra venezuelano Gustavo Dudamel, ma non prima di aver colmato di commozione il cuore del nostro Claudio Abbado con una memorabile audizione.