Festival di Berlino 2011 venerdì 19 febbraio: ultime proiezioni e in serata premiazione

Penultima giornata di proiezioni al Festival di Berlino 2011, in serata ci sarà la cerimonia di premiazione ed oggi per le pellicole in concorso bissano The forgiveness of blood dell’americano Joshua Marston (Maria full of grace) che ricordiamo co-prodotto dall’italiana Fandango e il tedesco If not us, who di Andres Veiel, mentre fuori concorso ancora una proiezione per Unknown-Senza identità, thriller ambientato dallo spagnolo Jaume Collet-Serra proprio in quel di Berlino e che vede protagonista il veterano Liam Neeson.

A poche ore dalla premiazione è tempo di bilanci e oltre ai candidati all’ambito Orso d’oro al miglior film,  tra i favoriti l’iraniano Asghar Farhadi con la sua intensa esplorazione di un conflitto di coppia in Nader And Simin, A Separation che ha entusiasmato la platea berlinese, non si possono dimenticare le incursioni in un atipico 3D d’autore dei veterani Herzog e Wenders, quest’ultimo con il documentario fuori concorso Pina ha ricevuta una commossa ovazione alla sua prima proiezione e naturalmente un’altra pellicola squisitamente d’autore e applauditissima alla rassegna berlinese, l’anomalo remake Il Grinta che grazie ai fratelli Coen, tanto snob quanto geniali, torna alle origini ripescando la sua suggestiva matrice letteraria e mostrando ancora una volta quanto il western sia tutt’altro che morto e sepolto.

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Le vite degli altri, recensione

Le vite degli altri []

Nella Berlino est del 1984 all’inflessibile agente della polizia di stato Gerard Wieler (Ulrich Muhe) votato alla causa comunista, viene ordinato di spiare George Dreyman ( Sebastian Koch) un noto darammaturgo famoso, oltre che per le sue opere, anche per essere particolarmente ligio al partito.

L’ordine in questione proviene direttamente dal ministro della cultura Bruno Hempf (Thomas Thieme) che si scoprirà interessato a Dreyman non per la sua condotta, ma per via della sua compagna l’attrice Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck) della quale Hempf si è invaghito, e per la quale il ministro vorrebbe incastrare Dreyman, liberandosi cosi dello scomodo rivale.

Invece che scoprire scheletri nell’armadio, la sorverglianza continuata della coppia pemetterà a Wieler di approdondirne la conoscenza, sino ad entrare in un meccanismo di consapevolezza ed empatia che porterà l’ufficiale tedesco a guardare il suo lavoro e il suo credo politico da un punto di vista diverso volutamente mai approfondito, fatto di molti dubbi e poche certezze, un punto di vista altro veicolato in parte dalla sensibilità del drammaturgo.

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