Testimone involontario, recensione

Il sergente dei marines James Anthony Dunn (Keenen Ivory Wayans) in forze all’esercito americano durante la Guerra del golfo, viene accusato ingiustamente e condannato alla Pena capitale per l’omicidio di un suo superiore con il quale aveva avuto un alterco.

Dunn è successivamente salvato dal braccio della morte e reclutato per una speciale task-force top secret dal colonnello Grant Casey (Jon Voight), lo scopo della squadra è quello di neutralizzare criminali che sono riusciti in qualche modo ad evitare l’iter convenzionale di applicazione della legge.

Purtroppo per Dunn la prima missione, che consiste nel rintracciare ed eliminare un pericoloso magnate corrotto, si rivelerà una trappola per incastrarlo come assassino della First Lady, per il cui omicidio Dunn diventa il principale indiziato.

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Film parodia di Michael Moore, An american carol

Oggi torniamo ad occuparci degli spoof-movies o parodie che dir si voglia proponendovi An American Carol , pellicola ancora inedita in Italia diretta dal David Zucker della serie La pallottola spuntata, che ha recentemente anche preso le redini della serie Scary Movie dirigendone il terzo e quarto capitolo.

Il film oltre a parodiare in primis il documentarista/attivista d’assalto Michael Moore interpretato per l’occasione dal comico Kevin Faley già apparso con Adam Sandler in Waterboy e Zohan-Tutte le donne vengono al pettine, prende a prestito il classico dickensiano Canto di Natale con tre fantasmi che stavolta faranno visita al filmaker onde farlo rinsavire, visto che sta portando avanti una campagna per abolire il 4 luglio.

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A 30 secondi dalla fine, recensione

Oscar Manheim (Jon Voight) conosciuto come Manny è una sorta di eroe tra i detenuti del carcere di massima sicurezza di StoneHaven, ogni tentativo di piegarne la volontà da parte del direttore del carcere, lo spietato Warden Ranken (John P. Ryan), non ha sortito alcun effetto e Manny dopo l’ennesimo periodo di isolamento, che stavolta gli è costato tre anni di luce, è pronto una volta uscito a tentare un’evasione, nonostante all’esterno del penitenziario situato in Alaska neve, ghiaccio e una temperatura di venti gradi sotto lo zero rendano l’impresa un vero e proprio suicidio.

Manny comunque nonostante le condizioni proibitive riuscirà ad evadere con l’aiuto di Buck (Eric Roberts) un altro detenuto che lo seguirà in questa folle impresa, una volta all’esterno e raggiunta una stazione ferroviaria, la coppia abbandonerà le divise carcerarie e rubati alcuni indumenti sceglierà un convoglio in cui nascondersi in attesa che terminata la sosta il treno riprenda la sua corsa,  allontanandoli il più possibile dal penitenziario e dagli uomini che nel frattempo Ranken ha sguinzagliato sulle loro tracce.

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Recensione: Tutti insieme inevitabilmente

Brad (Vince Vaughn) e Kate (Reese Witherspoon), sono fidanzati da tre anni e di sposarsi e metter su famiglia non ne hanno la minima intenzione: è troppo bello essere una coppia agiata newyorkese, che può permettersi di fare viaggi in giro per il mondo e divertirsi la sera, perché tutto questo venga interrotto a causa di qualche marmocchio e della routine quotidiana, quella che ha fatto separare i genitori di entrambi.

Peccato che il giorno di Natale i due protagonisti, dopo essersi inventati di dover partire per la Birmania a vaccinare i bambini, pur di non trascorrere le feste con nessuna delle quattro famiglie, si vedano cancellare il loro volo per le Fiji e una giornalista mostri in diretta le loro facce a milioni di spettatori tra cui i genitori e che per questo motivo li contattano per offrirgli di passare tutti insieme il Natale.

Brad e Kate, non potendo rifiutare l’invito di nessuno, prenderanno appuntamenti con le quattro famiglie: questo peregrinare da un genitore all’altro, consentirà a loro di conoscersi meglio, scoprire segreti mai rivelati e di accettare l’eventualità di percorrere una strada comune creando una famiglia.

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