Festival di Roma 30 ottobre: ieri a lezione con Landis, oggi Ricky Tognazzi e Susanne Bier

Terza giornata per il Festival Internazionale del Film di Roma, ieri evento di punta l’incontro con John Landis, il regista di The Blues Brothers e Un lupo mannaro americano a Londra ha presentato in anteprima mondiale la sua nuova black-comedy Burke & Hare, in cui in una Edimburgo del diciannovesimo secolo due eccentrici assassini mettono su un lucroso commercio di cadaveri con la locale facoltà di medicina.

Altro evento l’anteprima del secondo lungometraggio dedicato alle Winx, stavolta l’animatore Iginio Straffi con Winx Club 3D -Magica avventura utilizza per la prima volta in una pellicola italiana un’immersivo 3D di ultima generazione e porta le fatine più famose del mondo in carne ed ossa sul red carpet del festival.

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Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, recensione

Sudamerica anni ’30 in un rocambolesco incipt tra letali trappole secolari, trabocchetti e mummie seguiremo il recupero di un antico idolo d’oro da parte dell’avventuriero e archeologo  Indiana Jones (Harrison Ford), recupero che a causa di alcuni indios diventerà più difficoltoso del previsto.

Tornati alla civiltà l’azione si sposta in un’aula di college di New York dove alla cattedra intento ad insegnare rudimenti di archeologia c’è proprio il professor Jones, che tra un recupero di reliquie e l’latro insegna.

Il professor Jones verrà contattato dall’intelligence governativa per parlare della prossima missione di recupero, che stavolta riguarda la leggendaria Arca dell’alleanza reliquia mistica al cui interno sarebbero conservate parti delle sacre tavole dei Dieci comandamenti.

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Il bacio che aspettavo, recensione

Carter Webb (Adam Brody) un’aspirante scrittore appena mollato dalla sua ragazza Sophie (Elena Anaya), una giovane attrice in cerca di successo, lascia la caotica Los Angeles per lasciarsi alle spalle brutti ricordi e una depressione in  lento divenire. Una visita alla madre sarà l’occasione per darsi una meta andando a trovare sua nonna (Olympia Dukakis) che vive fuori città e per provare a terminare un racconto autobiografico iniziato undici anni prima.

Nonostante le perplessità della madre Carter decide comunque di partire e giunto a destinazione  troverà sua nonna in pessime condizioni a dimostrazione che l’anziana donna non è in grado di vivere da sola. Nel frattempo il ragazzo conoscerà prima l’adolescente Lucy (Kristen Stewart) e poi sua madre Sarah (Meg Ryan) che ha appena scoperto di essere malata di cancro, due vicine di casa di sua nonna con le quale Carter instaurerà un bel feeling.

Carter avrà l’occasione di raccontare a Sarah, con la quale è entrato in confidenza le sue pene d’amore e di uscire con Lucy per un appuntamento che si rivelerà un vero toccasana. In seguito la scoperta della malattia di Sarah e la morte della nonna porteranno Carter a guardare la sua storia d’amore naufragata da un diverso punto di vista, aiutandolo a crescere emotivamente e a trovare un equilibrio che sembrava ormai irrimediabilmente perduto.

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Racconto di natale: ritratto di famiglia in interno

Esce questa settimana in america, Racconto di Natale, ritratto di una classica famiglia francese alle prese con le tanto vituperate riunioni a base di parenti, tanto care ad un certo cinema Corale e intimista, attraverso il quale molti registi ci hanno mostrato la valenza terapeutico-psicologica di queste riunioni che hanno il pregio di tirar fuori il meglio e il peggio di tutti noi, e usate da registi e sceneggiatori per mettere alla berlina una certa a volte rigida formalità parentale che se leggermente incrinata si trasforma in un liberatorio sfogo collettivo.

Abel e Junon hanno due figli, il più grande Joseph soffre di una grave malattia e abbisogna di un trapianto da parte di un familiare compatibile, ma purtroppo nessuno della famiglia lo è, allora la coppia concepisce un terzo figlio nella speranza di salvare il loro primogenito, ma così non è, anche il terzo fratellino non è d’aiuto ed il piccolo Joseph ormai incurabile muore. Queste feste natalizie saranno il l’occasione per ridestare rancori sopiti e curare vecchie ferite ancora aperte, e una scusa per il regista Arnaud Desplechin di tratteggiare con l’aiuto di un grandissimo cast una galleria di personaggi di varia umanità con uno stile sensibile e autorale tipico dei prodotti d’oltralpe.

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